PAT – Gender Equality Plan: un nuovo strumento per le pari opportunità

Il Piano dell’uguaglianza di genere è uno strumento ideato dalla Commissione europea che, grazie alla delibera approvata in Giunta lo scorso ottobre, è stato adottato dalla Provincia autonoma di Trento. Oltre al valore in sé, il Gep è un requisito indispensabile per le istituzioni che vogliono accedere a finanziamenti nell’ambito dei bandi Horizon Europe e a risorse riferite ad alcuni ambiti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Il documento programmatico intende portare a regime 21 azioni nell’arco del triennio 2023-2025. Tra le varie linee di intervento prevale il protagonismo dell’equità di genere per ridurre le ineguaglianze e promuovere la cultura delle pari opportunità e della conciliazione vita-lavoro. Ha moderato Gianna Zortea, giornalista dell’Ufficio stampa provinciale.

Sul divario di genere in Europa, ha parlato Vasia Madesi, esperta  belga di politiche di genere: “Il primo documento adottato dall’UE è stato il “Piano di parità di genere”, che è vincolante per tutti gli enti pubblici e privati per ricevere finanziamenti e partecipare alle gare europee. Nel 2021 la UE ha voluto rafforzare la normativa sulla parità salariale per combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica e supportare l’occupazione femminile.” Sul divario di genere in Italia nel mondo del lavoro, è intervenuto Stefano Pizzicannella del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha presentato il “Codice a favore della maternità” che si affianca alla Certificazione della parità di genere. Due iniziative che vogliono introdurre un cambiamento della cultura aziendale, tra cui la tutela della genitorialità e la conciliazione vita-lavoro. “Sono previsti incentivi alle aziende che si certificano: esonero contributivo e premialità nelle gare d’appalto – ha detto – . Altro documento presentato di recente dalla ministra Roccella è il “Codice per le imprese in favore della maternità”. “Secondo il Rapporto Globale sul Divario di Genere, l’Italia è scesa dal 63° posto del 2022 al 79°posto nel 2023, su 146 Paesi – ha esordito Roberta Cuel, docente di Economia dell’Università di Trento -. L’indice sulla parità di genere europeo rileva importanti lacune nella dimensione “Lavoro e potere” e il 21,5% delle donne in Italia si trova in una condizione di dipendenza finanziaria, in confronto, per esempio, al 5% in Germania. I governi hanno un ruolo cruciale nel modificare le norme sociali di genere e il lavoro femminile deve essere visto come motore di sviluppo economico.”

“Nel 2022 l’Italia era al 63° posto nella classifica mondiale secondo il Gender Gap Report, mentre Finlandia e Norvegia nelle prime posizioni – ha esordito Maria D’Ippoliti, dirigente del Servizio per il personale della Provincia. Occorre che la prospettiva dell’uguaglianza di genere sia incorporata in tutte le politiche a tutti i livelli e in tutte le fasi da parte degli attori coinvolti nel processo decisionale. Gli obietti che ci poniamo, grazie al GEP, sono valorizzare le diversità, diffondere maggior consapevolezza degli stereotipi di genere, promuovere l’equilibrio di genere in ogni posizione, in particolare in quelle apicali, e favorire l’utilizzo di un linguaggio rispettoso e comunicazione non ostile.” E’ seguito un affresco della “popolazione” dei lavoratori in Provincia: “Ad oggi su un totale di 4.250 dipendenti, il 53,4% è rappresentato da femmine. Circa il confronto delle carriere emerge che sono donne il 38,8% dei dirigenti e il 51,5% nel middle-management. Questo risultato – ha detto – è frutto delle azioni già intraprese che hanno ridotto il divario nella progressione di carriera.”

Luciano Malfer, dirigente generale dell’Agenzia provinciale per la coesione sociale ha evidenziato che dai Piani delle politiche familiari, redatti ogni anno dagli enti e dalle amministrazioni comunali certificati “family”, emerge che 471 piani di politiche familiari con oltre 13.500 azioni sono dedicati alle tematiche di genere. La metodologia adottata per redigere il GEP è stata illustrata da Roberta Bortolucci, senior Gender Expert del Centro Studi Progetto Donna di Bologna “partendo dal coinvolgimento dei vertici e creando un buon team coeso di lavoro che ha redatto il testo del GEP”.

Di politiche di conciliazione ha parlato Lucia Claus, direttrice Ufficio Family Audit dell’Agenzia coesione sociale: “La Provincia ha posto particolare attenzione al tema della conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di cura della famiglia seguendo tre direttrici principali: misure conciliative a livello amministrativo, la certificazione Family Audit e i Distretti famiglia. Il FA è uno strumento di management per le organizzazioni e promuove il benessere aziendale, la conciliazione vita-lavoro e le pari opportunità. I temi della conciliazione sono già all’interno del GEP, in particolare per quanto riguarda i congedi parentali e la flessibilità oraria”. Sulla formazione alla parità di genere ha parlato Stefania Allegretti, direttrice dell’Ufficio personale della Provincia: “La formazione è uno dei pilastri del Piano per promuovere un clima inclusivo, sensibilizzare il personale sulla parità di genere, diventare il propulsore per un autentico cambiamento sia a livello culturale che organizzativo”. Laura Castegnaro, dirigente Umse pari opportunità della Provincia ha parlato di prevenzione e contrasto alla violenza di genere: “Sono stati aperti 1.522 centri anti-violenza, una casa rifugio e un centro per uomini autori di violenza. Le azioni per il futuro sono: un corso di formazione sulla violenza dentro e fuori i luoghi di lavoro; realizzazione di una sezione nell’home page del sito della Provincia con informazioni su violenza e segnalazione di molestie; una campagna di sensibilizzazione sui servizi offerti dalla rete antiviolenza.” Il tema del mobbing al centro dell’intervento di Stefania Terlizzi, dirigente generale di Agenzia del Lavoro: “Una ricerca effettuata su campione di 2.500 lavoratori conferma la relazione tra l’esposizione al mobbing e il maggior rischio di assenza sul lavoro. Il mobbing può danneggiare la reputazione, emarginare la vittima, minare la prestazione e ripercussioni sulla salute. Tra le proposte per arginarlo l’offerta di corsi di formazione e la prevenzione.

Ha concluso Paolo Nicoletti, direttore Generale della Provincia autonoma di Trento, che ha indicato i punti di forza dell’amministrazione, tra cui la formazione sulla parità di genere; relazione stretta tra fasce di età basse e figure apicali con maggior percentuale alle donne; incarichi di middle manager con buon equilibrio uomo/donna; conciliazione vita-lavoro. Dobbiamo lavorare – ha proseguito per diminuire il divario di genere nelle fasce apicali alte e il gap nelle retribuzioni”. Infine, è stato consegnato alla dirigente Maria D’Ippoliti il diploma di conclusione del quarto ciclo di consolidamento Family Audit.

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