Giorgetti ad Atreju: ‘Il Superbonus è come la morfina di Stato. Andava ridotto’

”Qualsiasi tipo di azione fa il governo deve ispirare credibilità e serietà. Perché ogni due settimane i risparmiatori privati, soggetti internazionali e nazionali comprano il nostro debito perché si fidano che lo rimborsiamo. E noi paghiamo più o meno in base alla credibilità. Partendo da questo spunto la politica del governo è stata: dobbiamo dare un’immagine di serietà e responsabilità”. Le parole del ministro dell’economia ad Atreju durante il dibattito “Economia: dall’austerità alla crescita. L’Italia torna a correre”. Con Giorgetti a parlarne l’ex ministro Giovanni Tria, Alberto Orioli, direttore del Sole24 Ore; Roberto Sommella, direttore di “MF- Milano Finanza. A coordinare gli interventi il presidente della commissione Finanze di FdI, Marco Osnato.

Tanti i temi tattati. I fondamentali economici dell’Italia che ci rendono, appunto, un Paese serio e credibile ci sono. Tutti i relatori concordano: il lavoro in aumento tendenziale da mesi; così come il calo dell’inflazione; per arrivare alla promozione da parte della agenzia di Rating. Poi si passa a parlare alla manovra finanziaria su cui le opposizioni affilano le armi. Per loro non va bene nulla. Molti lavoratori per via del taglio del cuneo fiscale avranno una busta paga più robusta. Eppure a sinistra il refrain propagandistico è che il governo ce l’ha con i poveri. Stendiamo un velo pietoso. Tanto più che abbiamo una spada di Damocle sui conti.  “Abbiamo fatto moneta fiscale” con il Superbonus, attacca Giorgetti: “Qualcuno ha sentito dire ‘attenzione’ alla Bce? Io non ho mai cambiato idea sul Superbonus, la chiamai morfina di Stato”.

Anche se archiviato, il Superbonus continua a creare problemi ai conti pubblici.  “Nel momento di massimo dolore” per l’economia il Superbonus “poteva avere senso, ma poi andava ridotto. Ora gli abbiamo messo sopra un sacco di sabbia ma continua a emanare radioattività”, ha detto Giorgetti. Spiegando che “il conto da pagare è ahimè arrivato a 94 miliardi e entro fine anno sforeremo i 100”. “Non ho mai cambiato idea sul Superbonus, l’ho paragonato alla morfina di Stato. Perché quando fai un’operazione hai dolori e ti danno morfina; poi vaneggi, poi succede che l’anestetista giorno per giorno deve ridurre la morfina. Ma normalmente il paziente ne vuole ancora. E così è andata col Superbonus”. Applaudi dalla platea. Sostanzialmente d’accordo gli altri relatori.

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