La legge di bilancio è stata approvata dall’aula di Montecitorio senza voto di fiducia come invece era stato necessario al Senato. Il voto a favore è arrivato con 200 sì, 112 no e 3 astenuti. La manovra stanzia in totale 28 miliardi di euro, con ‘impieghi’ per circa 32 miliardi.
Nell’ultima giornata di lavori, la maggioranza ha approvato diversi ordini del giorno anche dell’opposizione, dopo che ieri erano stati respinti tutti gli emendamenti: il testo approvato è così identico a quello uscito dalla Commissione del Senato la scorsa settimana, che aveva apportato in prima lettura, rispetto al testo uscito dal Consiglio dei ministri lo scorso 16 ottobre, significativi cambiamenti in varie aree, tra cui la tassazione sugli affitti brevi, l’incremento del bonus per pagare le rette agli asili nido, l’esonero parziale dei contributi previdenziali per alcune categorie di lavoratori, misure fiscali per il welfare aziendale, e altri provvedimenti per stimolare settori specifici come il turismo e a regolare la fiscalità su prodotti come sigarette e tabacchi da inalazione senza combustione.
Lo sforzo del capogruppo azzurro, Barelli, è consistito nel tenere nascosto il malanimo di Forza Italia verso la bocciatura del Mes e sulla soluzione accroccata del Superbonus – parzialmente ripescato – provando a fare buon viso a cattivo gioco. «Il Governo ha promosso una manovra di eccezione per agganciare la crescita e sostenere i redditi più bassi, che hanno subito maggiormente le crisi» internazionali che il Paese ha dovuto fronteggiare negli ultimi mesi. E ha raggiunto, «nonostante i gufi delle opposizioni», gli obiettivi del Pnrr. Più articolata l’analisi proposta da Luigi Marattin. L’economista, deputato di Italia Viva, ha illustrato le ragioni del No di IV alla legge di bilancio. «Votiamo no per una ragione di metodo e due di merito: nel metodo siamo arrivati alla seconda Camera senza poter discutere nulla perché al Senato vi siete incartati perché non sapevate come passare dagli slogan alla Gazzetta Ufficiale».
La Manovra a 32 miliardi lordi porta ad un aumento di 15,7 miliardi del deficit. Il resto delle coperture, circa 17 miliardi, arrivano da tagli alla spesa (8,6 mld) e maggiori entrate (8,5 mld). Il piatto forte della legge di bilancio è la conferma per il solo 2024 del taglio del cuneo contributivo di 6 punti percentuali per i redditi fino a 35.000 euro e di 7 punti fino a 25.000 euro che vale poco meno di 11 miliardi netti. La proroga consentirà ai lavoratori di non perdere il beneficio di circa 100 euro in busta paga (per i redditi di 27.500 euro lordi). A questo risultato si arriva con l’effetto combinato del taglio contributivo e dell’accorpamento delle aliquote al 23% fino a 28.000 euro derivante dal primo modulo della riforma dell’Irpef, approvato definitivamente dal Consiglio dei ministri di giovedì. Arrivano 100 milioni di euro per contrastare il disagio abitativo.
Le risorse verranno utilizzate per elaborare modelli sperimentali di edilizia residenziale pubblica. Con un emendamento è arrivato anche il chiarimento sull’applicazione della cedolare secca aumentata al 26% per gli affitti brevi. In particolare viene precisato che ai redditi derivanti da locazione breve si applica l’aliquota al 26%, ridotta al 21% per i redditi derivanti da contratti di locazione breve relativi ad una unità immobiliare individuata dal proprietario in sede dichiarazione dei redditi. Nel corso dell’esame al Senato sono state aumentate di circa 100 milioni di euro le risorse a favore del comparto sicurezza e difesa (per aumenti in busta paga, assicurazioni sanitarie integrative e per il trattamento previdenziale). Le opposizioni hanno incassato il via libera ad un emendamento unitario che prevede 40 milioni di euro per un pacchetto di interventi contro la violenza sulle donne. Pd, Avs, M5S, IV e Azione hanno deciso di destinare l’intera loro quota del fondo per le modifiche dei parlamentari a queste misure. Le risorse andranno a finanziare il reddito di libertà, i centri antiviolenza, la prevenzione e la formazione degli operatori.
Di quel che contiene la legge di bilancio vanno sottolineate le conferme di spesa, che in tempi di magra paiono già delle mezze conquiste. Tra queste, vengono riproposte e prorogate le regole relativa all’accesso al Fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa. Sempre che inflazione e tassi dei mutui consentano ancora di acquistarne.