Eurostat ha comunicato la stima flash dell’inflazione dell’area euro relativa a dicembre 2023, secondo cui l’inflazione headline annua è salita al 2,9% dal 2,4% di novembre, meno delle attese di consenso (3%), per via di effetti base sfavorevoli legati principalmente all’inflazione energetica tedesca. +0,2% invece l’inflazione mensile di dicembre rispetto a quella di novembre 2023.
Gli analisti della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo confermano infatti che: “in prospettiva, l’inflazione dovrebbe riprendere a calare, sia pure con minore intensità, da gennaio 2024. Nel corso del nuovo anno, l’inflazione dovrebbe scendere temporaneamente sotto il 2% nei mesi estivi, prima di risalire al 2,4% a dicembre 2024 e attestarsi circa in linea con il 2% nel 2025. L’indice al netto di alimentari freschi ed energia è atteso rallentare dal 3,9% di fine 2023 al 2,2% del dicembre 2024, prima di raggiungere anch’esso il 2% nel 2025”.
L’Italia ad esempio sta già beneficiando di un’inflazione in calo rispetto allo scorso anno. Secondo le stime preliminari per dicembre rese note dall’Istat questa mattina, l’inflazione in Italia è calata nuovamente, passando allo 0,6% dallo 0,7% di novembre sull’indice nazionale, ed allo 0,5% dallo 0,6% sull’armonizzato. Nel mese però i prezzi sono aumentati di +0,2% mese su mese su entrambi gli indici. L’aumento su base congiunturale è dovuto principalmente alla crescita dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+1,4% mese su mese, per mezzo di fattori stagionali), dei beni alimentari non lavorati (+0,7% mese su mese) e dei beni durevoli e non durevoli (entrambi +0,5% mese su mese), solo in parte compensato dalla diminuzione dei prezzi degli energetici, sia regolamentati (-3,5% mese su mese), che non regolamentati (-2,1% mese su mese).
Come evidenziato dall’Istat, il carrello della spesa a dicembre ha rallentato lievemente su base annua: da +5,4% a +5,3%, come anche i prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto, da +4,6% di novembre a +4,4%. Anche l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, ha decelerato nel mese di dicembre, da +3,6% a +3,1%. E quella al netto dei soli beni energetici da +3,6% a +3,4%.
Ma gli analisti della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo avvertono di non cantare vittoria troppo presto: “pensiamo che il punto di minimo sia stato toccato a fine 2023 e che, successivamente, l’inflazione italiana possa risalire per il venir meno degli effetti-base sull’energia e per l’effetto dell’esaurirsi delle misure delle autorità contro il caro-prezzi: l’IPCA è visto a 2,7% a fine 2024 e a 1,5% a fine 2025, per una media annua sotto il 2% in entrambi gli anni”.