‘Nel Pd “non c’è traccia nazionale e locale di una trasformazione sostanziale del modo di funzionare del partito. Tema che è stato centrale per molto tempo nel confronto interno’, spiega l’eurodeputato Massimiliano Smeriglio in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ dove ha parlato della sua decisione di lasciare il Pd.
Smeriglio, europarlamentare eletto nel gruppo dei socialisti europei da indipendente, è stato un big del Partito democratico. Oggi arriva la netta bocciatura della segretaria Elly Schlein. Dopo la decisione ‘no, non ho sentita prima, cercando di mantenere una relazione positiva anche in un passaggio per me delicato e impegnativo. Il tema non è mai stato la relazione tra noi due ma il profilo politico generale e le modalità faticose che il Pd continua a manifestare verso contributi esterni’.
Il problema secondo l’ex Pd non è il fatto se gli fosse stato offerto o meno un posto il lista per le europee, ‘le condizioni politiche per valorizzare il lavoro svolto non c’erano. E il dissenso sulla linea politica non si risolve con un posto in lista, ma discutendo. Cosa che ho provato a fare in questi mesi senza esito’.
In un’altra intervista a Libero, Smeriglio ribadisce che, con la Schlein ‘Giorgia Meloni durerà fino al 2027. La destra che governa va presa sul serio, non è una macchietta, non è una barzelletta e io, pur combattendola perché è guerrafondaia, razzista, misogina, patriarcale e negazionista sul clima, le riconosco un’idea organica. Che a noi manca. Per Confondere i 500 fascisti che ad Acca Larentia fanno il saluto romano con il governo di centrodestra in carica, secondo me è proprio sbagliato, non ci porta da nessuna parte. Utilizzare a fini elettorali l’antifascismo lo rimpicciolisce, non lo fa aumentare di potenza. Io me ne vado per motivi, diciamo così, ambientali perché considero l’attuale gestione non all’altezza di un partito plurale quale è da sempre il Partito democratico. Chi ha posizioni diverse dal vertice, più a destra o più a sinistra non importa, spesso viene ostracizzato, c’è ostilità’.
In Parlamento, nei gruppi del Pd, dopo l’ennesima filastrocca di Giuseppe Conte, reale contributo esterno, per dirla con Smeriglio’, contro il Pd, la segretaria non sembrava intenzionata a rispondere alle critiche del leader del M5S arrivate nel corso della presentazione del libro di Roberto Speranza alla Camera, davanti a big vecchi e nuovi, Schlein compresa. La base dei Dem non era della stessa idea, a partire dall’area riformista, ed era contraria al silenzio della Schlein che, dopo tempo risponde: ‘Io lavoro per l’unità del centrosinistra, Conte fa il gioco della destra, i suoi elettori chissà che ne pensano… Poi la battuta: ‘Sono zen e anche un po’ Zan…’.
‘Se qualcuno pensa di attaccare o insultare il Pd anziché attaccare il governo, sta sbagliando strada’, ha detto Elly Schlein ai cronisti che le chiedevano degli attacchi di Giuseppe Conte al Pd: ‘Credo che la gente si sia resa conto di chi sta lavorando alacremente ogni giorno alla costruzione di un’alternativa urgente a questa destra. Continueremo a lavorare nella maniera più unitaria possibile, ma non siamo disponibili a subire costanti mistificazioni e attacchi che mirano al bersaglio sbagliato’, riferendosi a Conte che aveva definito il Pd ‘bellicista’.
‘Troppo spesso leggo di litigi tra M5S e Pd ma per litigare bisogna essere in due. Da quando sono stata eletta segretaria del Pd non mi avete sentita una volta lanciare una polemica strumentale verso un’altra forza di opposizione’, è stata la spiegazione della Schlein sull’atteggiamento ‘zen’: ‘Come io rispondo delle mie scelte agli elettori, risponderanno altri ai loro elettori. Ma credo che la gente si sia resa conto di chi sta lavorando alacremente ogni giorno alla costruzione di un’alternativa urgente a questa destra’. La destra, ci si può giurare, con questa opposizione così disastrata, può dormire sonni tranquilli, almeno fino alle Europee. Una segretaria ‘Zen’ ancora interessata al ‘campo largo’, che a nulla servirà nella competizione europea visto il sistema di voto proporzionale.
C’è anche da dire che nel dialogo, e negli ‘attacchi’ politici’ la Schlein non funziona, indicativo nella fattispecie il commento di Wanna Marchi che, quando si parla di Elly Schlein, non si risparmia. Nei giorni scorsi la leader del Pd ha paragonato il premier alla truffatrice: ‘Guardando la televisione pubblica Giorgia Meloni sembra diventata la regina delle televendite, ispirandosi a Wanna Marchi. Ma la tv pubblica non può essere Telemeloni’, sono state le parole che hanno scatenato la reazione della diretta interessata.
Raggiunta dai microfoni di ‘Un Giorno da Pecora’, su Rai Radio 1, la Marchi non ci va per il sottile: ‘La Schlein non mi piace assolutamente, mi dà fastidio, io non ho una grande simpatia per la Meloni ma la preferisco sicuramente alla segretaria Pd’.
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