Il presidente Massimo Guglielmi: «Essere parte di un ecosistema significa poter accedere a competenze, esperienze e asset che permettono a ciascuno di crescere, condividendo a sua volta valore» |
Dalle applicazioni di intelligenza artificiale legata ai Large Language Models alla realtà virtuale, aumentata e mista. Oltre 90 partecipanti, in rappresentanza di imprese, enti di ricerca e università, si sono riuniti martedì 30 gennaio all’Innovation Ecosystem Day organizzato in Villa Quaranta ad Ospedaletto (VR) da SMACT Competence Center. Un appuntamento riservato ai partner di SMACT, un ecosistema in crescita che crea valore nella transizione digitale, ma anche un’occasione per fare il punto sulle attività del Competence Center e sulle evoluzioni future, e soprattutto per scambiarsi idee attorno a due tavole rotonde, moderate da Blum, incentrate su focus tematici e ad altri tavoli e attività di networking curate da Tipic. «È stato davvero un piacere poter vedere riuniti i soci e i partner SMACT in questo evento, giunto ormai alla quarta edizione», ha detto il presidente di SMACT, Massimo Guglielmi. «In momenti come questi, il valore del networking e del fare sistema è davvero percepibile e racconta del lavoro fatto in questi anni da SMACT. Essere parte di un ecosistema significa poter accedere a competenze, esperienze e asset che permettono a ciascuno di crescere, condividendo a sua volta valore. E il nostro ecosistema sta crescendo: con 24 nuovi ingressi nel 2023 siamo ora ad un totale di 87 realtà aderenti. Puntiamo a ritrovarci il prossimo anno con un numero di partner superiore ai cento». «È stata l’occasione per ritrovarsi con soci e partner dell’ecosistema SMACT», ha spiegato il direttore generale di SMACT Matteo Faggin, «per aggiornarsi sugli ultimi trend nell’innovazione digitale delle imprese e fare il punto sulle opportunità del PNRR che vedono SMACT come soggetto attuatore in grado di cofinanziare i progetti di innovazione e formazione delle imprese. Nell’ultimo bando IRISS abbiamo messo a disposizione 5 milioni di euro a fronte di richieste per 15 milioni a sostegno di 76 progetti. Un nuovo bando, con ulteriori fondi a disposizione, sarà pubblicato nelle prossime settimane». I tavoli tematici Il tavolo di lavoro dedicato a intelligenza artificiale e LLM (Large Language Model) ha visto la partecipazione di Elisa Ricci, docente del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione dell’Università di Trento e Head of Research Unit sul Deep Visual Learning alla Fondazione Bruno Kessler. Un LLM è un algoritmo Deep learning capace di riconoscere contenuti, generarli, riassumerli, tradurli e persino prevederli. Per farlo ha bisogno di big data, cioè grandi set di dati. La docente ha esposto due casi d’uso: uno relativo alla social robotics e a modelli per la embodied AI, con uno studio che punta a capire lo stato emotivo di robot semi-autonomi capaci di interagire e comunicare con gli esseri umani. Il secondo, in collaborazione con un creative vision team di Snapchat, per la creazione di una nuova Playable Video Generation (PVG), video che siano controllabili come videogame. Gian Antonio Susto, docente del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova, ha poi esposto le opportunità per le aziende delle AI, focalizzandosi sull’estrazione del valore del dato per ottimizzare processi interni e generare nuovi servizi. Tra i casi d’uso di LLM quello creato con Breton, che ha dato vita a un Breton GPT capace di automatizzare alcune attività all’interno dell’azienda e dare supporto ai manutentori fornendo informazioni ma anche aiutare il service, fornendo risposte ai clienti. Dalla discussione è emersa la domanda su come riconoscere se si è pronti per usare soluzioni AI: la risposta sta nella selezione corretta del team, nella preparazione dell’end user, in una infrastruttura dati corretta (con manuali testuali e Crm) e nella previsione del ROI (Return of Investment). Importante anche il ruolo che le istituzioni europee sapranno rivestire in questo campo, vista la forte predominanza di grandi aziende private localizzate per lo più tra Stati Uniti e Cina. Il secondo tavolo di lavoro era dedicato a XR, VR e AR. Andrea Giachetti, docente del Dipartimento di Ingegneria per l’Innovazione dell’Università di Verona, ha esposto i risultati del gruppo di studio Intelligo Labs, che si occupa di lavorare sull’interazione e di migliorare la qualità, la manipolazione degli oggetti (interfaccia gestuali) e la navigazione in ambienti virtuali. Nel laboratorio ICE (Industrial Computer Engineering Lab) di Verona è presente la simulazione di un’azienda con digital twin dei macchinari in realtà virtuale: è possibile vedere in azione e testare queste tecnologie, muoversi nel laboratorio con un casco e accedere a dati reali attraverso una simulazione immersiva. Andrea Giordano, direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale dell’Università di Padova, ha quindi esposto il progetto Monadii, finanziato dal Fondo Sociale Europeo, in collaborazione con Duke University e Nanyang Academy of Fine Arts di Singapore e alcune aziende private. Il progetto utilizza sensoristica per la raccolta di dati ambientali e la ricostruzione virtuale della scoletta del Carmine di Padova, per consentire la fruizione immersiva ai turisti ma anche la gestione energetica dell’edificio e il monitoraggio dello stato degli affreschi presenti. Nella discussione è emerso come la virtual reality possa trovare le sue migliori applicazioni quando sono concrete e immediate, come nell’ambito del training e della manutenzione da remoto. Ma anche come sia fondamentale migliorare l’esperienza dell’utente per evitare che l’utilizzo prolungato di caschi o altri device indossabili possa creare malesseri. SMACT Innovation Ecosystem Lo SMACT Innovation Ecosystem è un programma di partnership che si articola su diversi livelli a integrazione crescente: Cloud, Edge e Core, più i due livelli dedicati a Startup e Ricerca. Completato alla fine del 2020, il programma è stato ad oggi sottoscritto da più di 80 realtà tra end user, provider di soluzioni tecnologiche e atenei/centri di ricerca. Aderendo all’Ecosystem di SMACT i partner possono usufruire di diversi benefici concreti tra i quali: contatti con tutte le università e centri di ricerca del Triveneto, accesso a corsi di formazione di primo livello a catalogo e ad academy aziendali, eventi di networking e azioni di comunicazione, servizi di project management per la partecipazione a bandi di finanza agevolata, accesso a competenze specifiche in determinati ambiti verticali. Ma potranno anche esporre le loro soluzioni tecnologiche nelle Live Demo di SMACT, dimostratori 4.0 diffusi nei territori che permettono di vedere e toccare con mano il potenziale della digital transformation. |