Parole chiare che dimostrano la strumentalizzazione della sinistra, che in questi giorni sta cavalcando la crociata contro Roma di una parte residuale dei manifestanti, gli irriducibili pronti a marciare giovedì al circo Massimo. Il problema – ribadisce Ciriani – non è tanto l’esenzione Irpef ma il ‘green new deal’. A chi, come Riccardo Molinari della Lega, propone di innalzare la soglia dell’esenzione a 30mila euro replica: “Bisogna trovare le coperture, bisogna chiedere al ministro Giorgetti. Ci ho parlato venerdì e con la franchigia a 10mila euro, secondo quanto ha detto, viene esonerato il 94% degli imprenditori agricoli. Mi pare già un risultato molto, molto buono”. Quindi un messaggio agli alleati, Lega in testa, perché si evitino divisioni inutili e dannose.
“Facciamo parte dello stesso governo, siamo sulla stessa barca ed è importante che si remi nella stessa direzione. Va bene fare annunci, chiedere sempre qualcosa in più… Però alla fine bisogna avere concretezza. Le risorse sono poche e vanno concentrate sulla fascia più debole dell’impresa agricola”. Anche l’ultimo passaggio è esplicito. “La legge di bilancio l’ho seguita bene- puntualizza il ministro di FdI – e non ricordo un dibattito sull’esenzione Irpef per i redditi agrari, né in commissione, né in aula, né in consiglio dei ministri. Evidentemente in quel momento, visto che le risorse erano scarse, tutti ritenevano giusto concentrare i soldi sul taglio del cuneo fiscale e la revisione degli scaglioni Irpef per i ceti medi e medio-bassi. Dopodiché, se ora troviamo risorse per coprire il 94% degli imprenditori agricoli abbiamo fatto un buon lavoro”.