Grecia. Il voto pro euro non basta: Milano e Madrid in profondo rosso. Monti: Ora Europa politica

Antonis Samaras, il leader di Nuova Democrazia, ha ricevuto l’incarico di formare un governo di coalizione dal presidente greco, Karolos Papoulias, ma deve fare presto. Ha tre giorni a disposizione anche spera di trovare un’intesa già per la giornata di domani. Dopo aver incontrato Alexis Tsipras, leader del partito della sinistra radicale Syriza, oggi vedrà il numero uno dei socialisti del Pasok, Evangelos Venizelos, che ancora non ha deciso se entrare nel governo o se dare un appoggio esterno a Nuova Democrazia. Il leader di Nea Dimokratia ha annunciato che tenterà di cambiare le dure condizioni imposte alla Grecia dal programma di salvataggio dopo aver formato un nuovo governo. Per Samaras “un’intesa nazionale” fra tutte le forze favorevoli alla permanenza nell’euro “è vitale per portare il Paese fuori dalla crisi”.

Ma il voto salva euro non convince le borse europee: dopo un avvio positivo sono soprattutto Milano e Madrid a virare in rosso. Una reazione inaspettata che indica come i mercati non si fidino del risultato elettorale di Atene. Serve dell’altro per evitare che la speculazione travolga, non solo la Grecia, ma soprattutto Spagna e Italia. Una preoccupazione che viene sottolineata da Los Cabos dal presidente del consiglio Mario Monti. “Vediamo che i mercati non sono convinti che basti solo” il voto in Grecia ma “serva una maggiore integrazione: tutti dobbiamo andare avanti in questa direzione per superare i ‘vizi di origine’ della formazione europea”. “Nessuno pensa che l’Ue sia l’unica fonte del problema” della crisi che ha avuto “origine da squilibri in altri Paesi tra cui gli Usa che sono stati tra i protagonisti”, ha aggiunto il premier italiano. Per Mario Monti è giunto il momento di varare l’Unione politica per salvare Eurolandia.

“Ora va definita una chiara road map con interventi concreti per rendere l’euro più credibile”, ha aggiunto il capo del governo italiano arlando di “lavori intensi” in vista del vertice di fine mese “che passerà anche da Roma il 22 giugno” nell’incontro in programma Monti-Merkel-Hollande-Rajoy. “Non abbiamo problemi a confrontarci sui problemi europei in ambito più ampio, come il G20, ma sentiamo il diritto e la responsabilità di risolverli all’interno dell’Ue” ha ricordato Monti sottolineando, però, che “ognuno deve fare i propri compiti a casa”. E l’Italia, rispetto al G20 di Cannes, è ora una protagonista della scena mondiale perché ha rispettato gli impegni ma “il compito non finisce qui”, ricorda Mario Monti. Il premier ha ricordato i dati di un rapporto del G20 Research Group che mette l’Italia “al terzo posto con il 90% degli adempimenti presi nel rispetto degli impegni assunti” tra i paesi G20 tra un vertice e quello successivo.

Borse: Milano e Madrid in profondo rosso. Sono bastate poche ore per far svanire l’ottimismo sui mercati europei dal voto greco. L’attacco della speculazione ai titoli di Stato italiani e spagnoli è continuato anche oggi nonostante la vittoria salva euro di Nuova  Democrazia. Ad avere la peggio sono Milano -3% e Madrid -2,4%. A trascinare verso il basso Piazza Affari sono soprattutto i titoli bancari. Ubi banca (-2,7% teorico) e Mediobanca (-3,6%)  rimangono in asta di volatilità ma tutte le banche confermano una chiara difficoltà: Mediolanum cede il 4,7%, Unicredit il 3,4%. Ma a soffrire sono tutte le banche del vecchio Continente. Questo dato negativo si riflette sul differenziale tra Btp e Bund tedeschi che sfiora i 460 punti. Male anche la Francia che fa registrare una impennata verso l’alto dello spread che raggiunge quota 114 punti. Ma è Madrid la situazione più difficile: il differenziale tra i titoli di stato ha raggiunto quota 574,6 punti superando quello dell’Irlanda, paese sotto salvataggio della Troika, che si ferma a quota 571 punti. Il rendimento dei ‘bonos’ di Madrid è al 7,13% contro il 7,1 di Dublino. Deciso calo per i depositi bancari in Spagna che, ad aprile sono scesi del 5,4% mentre gli impieghi sono scesi del 3,5%. E’ quanto informa la banca centrale di Madrid secondo cui sui depositi ha pesato la concorrenza dei titoli di stato ad alto rendimento. Per gli istituti salvati dallo Stato (Cam, Banco de Valencia, Unnim, CatalunyaCaixa y NovaGalicia) il salasso è stato pari al 9%. Secondo quanto scrivono i media locali inoltre in un anno sono crollati del 25% i depositi stranieri nelle banche spagnole.

Secondo gli analisti di mercato occorre un intervento delle banche centrali per evitare che l’esito delle elezioni greche sia di breve durata.

 

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