Il comitato regionale Inps Sicilia ha chiesto al governo regionale di assumere ogni iniziativa utile a superare le gravi criticità che affliggono, in alcune province siciliane ed in quella di Palermo in particolare, il procedimento per il primo accertamento dell’invalidità civile.
Invalidità, 2 anni di attesa per l’esame delle pratiche e 66 mila domande in giacenza. Cgil Palermo e Patronato Inca: “Ogni giorno raccogliamo le proteste agli sportelli. Le istituzioni intervengano”.
Tale procedimento quale prevede che l’Asp territorialmente competente, acquisita telematicamente la domanda da parte dell’interessato, calendarizzi il prima possibile presso la stessa Asp o, qualora ne ricorrano i presupposti, a domicilio, una visita volta a verificare lo stato di salute del richiedente la prestazione.
“A fronte di evidenti riduzioni dei tempi da parte dell’Inps, che in Sicilia fa registrare, rispetto al dato nazionale, una attività molto performante, riceviamo numerose segnalazioni da parte di cittadini – precisa la presidente del comitato regionale Inps, Valeria Tranchina – così come dalle Organizzazioni sindacali, dai Patronati e dalle Associazioni in merito a forti ritardi nell’espletamento delle visite delle commissioni mediche istituite presso le Aziende Sanitarie provinciali, con evidenti conseguenze negative sui tempi di attesa e su quelli di definizione del procedimento”.
“Per questo motivo – continua – il Comitato regionale mi ha conferito mandato per chiedere alle istituzioni regionali competenti e, in particolare, alla Presidenza della Regione ed agli Assessorati regionali interessati, di individuare ogni possibile soluzione ad un problema che riguarda migliaia di famiglie siciliane, molte delle quali stanno pagando un prezzo altissimo in termini di mancato accesso all’assistenza ed ai benefici di legge previsti per invalidi e disabili.
Non avere in tempi ragionevoli il verbale che attesti il riconoscimento dell’invalidità – prosegue la Presidente Tranchina – significa non poter ottenere il sostegno scolastico per i minori, significa non poter fruire di assistenza adeguata ai genitori anziani o ai figli con disabilità o, più semplicemente, non poter partecipare a concorsi riservati alle categorie protette”.
“Noi chiediamo alla Regione – conclude – la non più rinviabile predisposizione, da parte delle Asp, di un piano straordinario per lo smaltimento dell’arretrato, l’utilizzo, da parte delle stesse, delle già previste procedure di semplificazione, nonché l’assunzione di ogni utile iniziativa tesa a promuovere la stipula di protocolli e convenzioni tra le Asp e l’Inps, al fine di estendere anche alle altre province il sistema virtuoso già sperimentato da anni ed in modo proficuo presso le due province di Messina e Trapani, ove sono operativi gli accertamenti in convenzione gestiti dall’Inps. Chiediamo altresì all’Amministrazione regionale di adoperarsi per aumentare il personale di presidio al ciclo dell’invalidità civile, a partire dal personale medico delle Aziende Sanitarie, con un aumento delle ore previste di prestazione settimanale rispetto alle 25 di oggi, e quindi dell’attività da svolgere, nonché di monitorare costantemente la situazione, per fare in modo che vengano rispettati i diritti dei cittadini”.