“Qui Molinari non parla”: il direttore di “Repubblica” sperimenta la “censura” dei collettivi universitari

“Qui i sionisti non parlano, qui Molinari non parla”. Dopo la censura rossa a David Parenzo, avvenuta alla Sapienza qualche giorno fa, stavolta è toccato al direttore di “Repubblica“, Maurizio Molinari, rinculare indietro sotto la minaccia dei collettivi studenteschi, a Napoli, Facoltà di Ingegneria dell’Università Federico II di Napoli. Il previsto incontro-dibattito sul “Ruolo della cultura nel contesto di un Mediterraneo conteso”, a cui avrebbero dovuto intervenire il direttore di Repubblica e il rettore dell’Ateneo, Matteo Lorito, è stato annullato vista la tensione crescente nel piazzale prospiciente lo stadio “Maradona”, nel quartiere di Fuorigrotta.

Un gruppo di studenti di sinistra, filo-palestinesi e anti-sionisti, ha protestato contro i rapporti con Israele degli atenei italiani, tentando di sfondare il cordone di polizia e venendo a contatto con gli agenti, ma non si è andati oltre gli spintoni.  Un’azione indegna, che arriva dopo analoghi episodi accaduti con Capezzone e Parenzo, sempre all’università, su cui è arrivata la condanna di Mattarella: “Il presidente della Repubblica ha chiamato al telefono il Direttore de La Repubblica, Maurizio Molinari, cui questa mattina è stato impedito di svolgere una conferenza in una sede universitaria, esprimendogli solidarietà. Il Presidente ha aggiunto che quel che vi è da bandire dalle Università è l’intolleranza, perché con l’Università è incompatibile chi pretende di imporre le proprie idee impedendo che possa manifestarle chi la pensa diversamente”.

Fa davvero impressione dover prendere atto che per il solo pericolo di contestazioni e di incidenti, sia arrivata la decisione di annullare l’incontro. Ma fa ancora più impressione che i protagonisti della “censura rossa” parlino di “vittoria”. Gli studenti del Collettivo autorganizzato universitario Napoli in una nota riassumono così la loro impresa:  “Questa mattina siamo qui per denunciare la censura di media e giornali italiani, che oscurano la politica di sterminio di Israele, le sue brutali violenze e si ostinano a non divulgare immagini e racconti di un movimento internazionale che si sta opponendo al genocidio. Ma anche per gridare il nostro dissenso nei confronti del rettore della Federico II, che ancora una volta dimostra di schierarsi dalla parte di uno stato assassino, sostenendolo sul piano culturale ed economico tramite accordi che contribuiscono sistematicamente e attivamente nel opera di pulizia etnica del popolo palestinese. Non accettiamo questa posizione di sottomissione alle strategie imperialiste e guerrafondaie di USA e NATO, a supporto di uno stato assassino in nome del profitto. È necessario rompere ogni tipo di accordo con Israele e boicottare ogni forma di sostegno al genocidio…”, è stato scritto in una nota, sulla pagina Fb, a metà giornata. “In ogni piazza, in ogni università e laddove sarà necessario, contesteremo chi avalla e sfrutta questo mercato di morte. Non lasceremo spazio ai sionisti e alla loro propaganda”.

Si indignano  gli ebrei. “È inconcepibile e inaccettabile che l’Università ‘Federico II’ di Napoli sia stata costretta a cancellare una conferenza per le intimidazioni e la violenza di un gruppo di facinorosi contro il relatore, il direttore di Repubblica Maurizio Molinari, solo perché ebreo. Solo perché cerca ancora di agire responsabilmente come giornalista. Gli atenei sono o dovrebbero essere il luogo della tolleranza, dell’inclusione, della libertà di pensiero, del rispetto della persona. A Molinari la nostra totale solidarietà e vicinanza. Questi episodi non fanno che rafforzare il nostro senso di comunità. Se prevale l’antisemitismo, è una sconfitta per tutti”. Così, in una dichiarazione congiunta, i presidenti di Ucei (Unione delle comunità ebraiche italiane), Cer (Comunità ebraica di Roma) e Cem (Comunità ebraica di Milano), Noemi Di Segni, Victor Fadlun e Walker Meghnagi.

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