Alisa Toaff, la giornalista che ha denunciato Rocco Siffredi

Alisa Toaff in un’intervista a Repubblica spiega come sono andate davvero le cose con Rocco Siffredi. La giornalista dell’Adnkronos non usa giri di parole: “Ci tengo molto a dire che Siffredi con me è stato molto gentile quando l’ho contattato nel dicembre 2023 telefonicamente. Volevo intervistarlo per la serie Supersex che sarebbe uscita su Netflix. Lui mi ha risposto di chiedere a Netflix che mi ha accordato un colloquio con lui che però è saltato. Allora l’ho chiamato e lui mi ha risposto: “Te la do lo stesso l’intervista”. Fino a questo momento tutto bene, lui era molto gentile”. Poi arriva l’incontro in hotel: “A marzo, il 15, ci incontriamo all’hotel “Parco dei principi” di Roma per l’intervista. Dopo averla riletta, lui ritratta la parte su Alessandro Borghi. Mi aveva detto che Borghi era cupo nel film, che non si riconosceva nel sesso e nell’interpretazione. Poi mi ha fatto cambiare, allora abbiamo deciso in redazione di levare tutta la parte attinente alla serie tv come lui aveva chiesto. Proprio per evitare problemi, lui aveva chiaro anche il titolo. E poi, ripeto, tutto è stato registrato e sbobinato”.

Qualcosa va nel verso storto e così la Toaff decide di denunciare: “Fino a quando ci sono complimenti poco graditi, di solito ci passo sopra. Ma lui mi ha colpita nella mia dignità di donna, di giornalista, di professionista. Dopo l’uscita dell’intervista mi ha bombardata di messaggi. Gli ultimi due sono stati i più pesanti. Uno è questo: ‘Ultimo messaggio, a te credo che ti manchi il c…o perché se una donna arriva ad essere così vuol dire che il c…o gli manca per davvero, ecco fatti una pausa, fatti una scorpacciata di c…i e imparerai ad essere una persona normale’. Non è accettabile che accada una cosa del genere mentre si sta lavorando solo perché sono una donna. Se fossi stata un uomo? Si sarebbe comportato così? Questo è un atteggiamento sessista e soprattutto molesto. Per questo l’ho denunciato”.

Il racconto si fa più preciso: “Quella stessa sera, era il 18 marzo, e l’intervista era stata pubblicata sul nostro sito, sono iniziati gli insulti. “Non sei una giornalista, sei un’approfittatrice per vendere i tuoi articolini, gonfiati, dove ci metti tanto del tuo e appesantisci, sei talmente piena di voler appesantire che togli di qua perché te lo ha detto il direttore e aggiungi di là, vabbè buona vita woman”, era uno dei primi. Io rispondo che ero basita. Ma lui continua”. Poi torna sull’intervista spedita per un check a Siffredi: ” glielo avevo inviata. Posso documentare tutto. Ha continuato a scrivermi tutta la sera dalle 19 alle 22, una vera persecuzione. Poi ha ammesso che l’intervista alla fine andava bene. Prima mi offende e poi mi chiede scusa con parole che mi sono sembrate di una persona che in quel momento non stava bene. Mi diceva: “Alisa, lo so che penserai che sono pazzo, ma tanto già lo pensi. Ho appena letto tutta l’intervista e niente. Non c’è nulla di tutto quello che avevo in testa e che mi ero immaginato. Non lo so perché ho queste allucinazioni, che vedo tutto male. Probabilmente dai, non lo so, scusami. Non hai scritto nulla di sbagliato. Mi dispiace”. Gli ho detto chiaramente che lo avrei denunciato per quelle parole”. Insomma il caso non si è affatto chiuso. Infine lo sfogo tra le lacrime: “Questa storia mi sta distruggendo come donna, come madre e come professionista. Sono anche state pubblicate interviste mai rilasciate e adesso sono costretta a denunciare colleghi tra i quali c’è chi mi sta offendendo sui social. Per questo ho deciso di metterci la faccia”.

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