L’uomo a cui la tomba apparteneva era probabilmente dotato anche di mansioni giurisdizionali e amministrative. Si potrebbe pensare che egli, vissuto alla corte, sia stato poi inviato, con una sorta di infeudazione, nei territori del nord, pur rimanendo in contatto con il centro di potere dell’impero. Le ricerche sui manufatti e in archivio sono appena iniziate. Stupisce il ritrovamento di tutto il necessaire per la scrittura.

La scoperta è avvenuta durante i sopralluoghi in previsione dell’esecuzione del progetto di riallineamento dell’autostrada nazionale. La tomba, lunga 25 metri e composta da una camera funeraria centrale e da una camera posteriore, di dimensioni inferiori, venne realizzata sul terrazzamento di un villaggio, utilizzando conci in pietra. L’accesso si trova alla fine di un corridoio in discesa lungo 17 metri.

Gli archeologi, nella camera principale, hanno scoperto due bare di legno splendidamente decorate oltre a due nicchie: una a sud con quattro vasi di porcellana e una a nord con cinque vasi di porcellana e quattro bottiglie. I vasi di porcellana contenevano cereali, liquidi o oli.

La tomba è, in fondo , una nobile suite. Il sepolcro vuol ricordare la camera da letto, mentre la stanza accanto è un salottino-studio. Questo vano è arredato con tavoli, sedie, candelabri altari di legno, incensieri, vasi di latta, tazze di latta, piatti di latta, statuine di legno dipinte, calamai, pennelli, portapenne e altri utensili per scrivere.

Un epitaffio sulla tomba iscritto in caratteri di sigillo offre un indizio sulla possibile identità del defunto: “Epitaffio del principe di Ming Ru Hou’an”, alludendo a un lignaggio nobile e a un titolo prestigioso.

La seconda bara, caratterizzata da un motivo a rombi, reca un’iscrizione in caratteri regolari. L’iscrizione recita: “Ming Gu Rong Kao Hou Ru Wang Gong”, che si traduce in “Incaricato dalla dinastia Ming di servire la corte reale come funzionario di palazzo”.