La proposta di legge prevede che gli italiani residenti all’estero dovranno pagare circa 1.500 euro per usufruire delle cure mediche del Ssn
Una proposta di legge depositata presso la commissione Sanità e Affari sociali della Camera, promossa da Fratelli d’Italia, potrebbe presto diventare una realtà, offrendo una soluzione innovativa per consentire ai sei milioni di italiani residenti all’estero di mantenere il diritto all’assistenza sanitaria italiana.
La proposta di legge prevede 1.500 euro all’anno
Attualmente, quando gli italiani residenti all’estero si registrano presso l’Anagrafe dei connazionali residenti all’estero (Aire), perdono il diritto all’assistenza sanitaria italiana. La proposta di legge in questione mira a cambiare questa situazione, consentendo loro di mantenere tale diritto versando un contributo annuale.
Secondo i dati forniti dall’Istat, il costo medio annuale per il trattamento di un paziente italiano si attesta intorno ai tremila euro. Il deputato di Fratelli d’Italia, Andrea Di Giuseppe, ha proposto una tariffa di circa 1.500 euro all’anno per i residenti all’estero, basato sul costo medio annuale di un paziente italiano in Italia. Questa proposta, se adottata, comporterebbe un costo inferiore rispetto a quello richiesto agli stranieri in Italia per periodi superiori a tre mesi. Tale iniziativa è stata accolta con interesse da parte del governo, poiché potrebbe incentivare la registrazione dei cittadini italiani all’estero presso l’Agenzia delle Entrate per ottenere la tessera sanitaria e accedere alle cure senza oneri fiscali aggiuntivi.
Se tutti e sei i milioni di italiani residenti all’estero aderissero a questa proposta, lo Stato potrebbe incassare quasi 9 miliardi di euro all’anno, e questa sarà una significativa fonte di entrate per il governo.
Un analogo precedente è stato creato con l’ultima legge di Bilancio varata dal governo Meloni, che ha incrementato il contributo di iscrizione al Ssn per gli stranieri soggiornanti in Italia per più di tre mesi da 387 a 2,000 euro annui.
Di Giuseppe è convinto che questa legge possa portare alla luce una quantità significativa di italiani residenti all’estero che finora non si sono registrati presso l’Aire per non perdere il diritto all’assistenza sanitaria italiana. Egli sottolinea che questo permetterebbe di avere dati più precisi sulla presenza degli italiani nel mondo e di far pagare allo Stato quanto dovuto, contribuendo a recuperare risorse economiche importanti.
Il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, ha sollevato preoccupazioni riguardo al nuovo tariffario proposto. Anelli ha evidenziato che, nonostante anni di lavoro, il nuovo nomenclatore proposto sembra mantenere invariate le tariffe del 1996 per alcune prestazioni e addirittura diminuirle per altre. Questa situazione, secondo Anelli, potrebbe non solo influenzare negativamente l’erogazione dei servizi sanitari, ma anche sminuire il valore della professione medica.
Anelli sottolinea che attribuire un costo irrisorio alle prestazioni mediche riflette un generale disprezzo per il valore del lavoro intellettuale dei professionisti della salute. Questo atteggiamento, afferma, può avere conseguenze negative anche sul rispetto dovuto ai medici, aprendo la strada a episodi di violenza contro di loro.
Di fronte a queste critiche, i medici si rivolgono al Ministro della Salute, Schillaci, chiedendo un rinnovato impegno nel valorizzare la professione medica. Essi denunciano la tendenza dei prezzi di riferimento per le prestazioni mediche a diminuire costantemente, spingendo sempre più professionisti a lasciare il Servizio Sanitario Nazionale per cercare opportunità migliori nel settore privato o all’estero.