Al teatro San Raffaele di Roma è andato in scena il 3 maggio, in prima nazionale, lo spettacolo “La storia di un uomo chiamato: Francesco”, sceneggiatura e regia di Pino Cormani, in scena anche come attore, che si è avvalso dell’aiuto regia di Aurora Cataldi.
Lo spettacolo diviso in due atti narra la storia del Santo più cristiano, il Santo più Santo: San Francesco d’Assisi.
L’opera teatrale è incentrata sulla figura di Francesco, riadattata in tempi moderni.
Vediamo un Francesco mondano dei nostri giorni, come fosse uno dei tanti ragazzi di famiglia alto borghese: camicia bianca d’ordinanza, scarpe buone e un pantalone che butta bene. Ottima la scelta dei costumi di Francesca d’Alessandro che ha saputo riattualizzare questi giovinastri della “Assisi bene”.
Insieme a lui una banda di rampolli promettenti, vitelloni nel cuore. Sono dediti al divertimento, alle donne, alle discoteche e alla superficialità.
Li vediamo a fare i bagordi, offrire giri di gin tonic, immersi nel fumo della smoke machine.
Senza empatia per gli ultimi, solo simpatia per i simili.
Fra loro anche Chiara, quella che sarà Santa Chiara, anche lei è una ragazza di buona famiglia e di buon cuore. È lei che insieme all’esperienza di prigionia durante una missione nell’esercito, riuscirà nella trasmutazione del cuore di Francesco.
Undici gli attori in scena, dentro una black box scarna e povera che esalta i dialoghi e mette in luce le dinamiche relazionali e gli accadimenti. Unico rimando all’Assisi del 1200 a livello di scenografia è la chiesetta di San Damiano e un grande Cristo ligneo scelto nel momento giusto di presentare al pubblico per connettersi al 1200.
Ottimo il cast di giovani e meno giovani attori, ma tutti con grande capacità di rendere al meglio la storia la cui consulenza storica e religiosa è stata affidata a Don Marcello Castelli. Credibili all’interno della drammaturgia, commuovono il pubblico in sala. Sul palco Andrea Lintozzi, Arianna Cicci, Riccardo d’Alessandro, Pierangelo Menci, Riccardo Alemanni, Patrizia Nicolini, Pino Cormani, Alessandro Pace, Alessandro Gissi, Emiliano Paletti, Laura de Simone.
Le musiche scelte da Andrea Tufanari si pongono sempre nel momento giusto della storia. Ad aprire “Vanità di vanità” di Branduardi e a chiudere “Ballo in Fa diesis minore” sempre di Branduardi, passando anche per qualche brano celebre e azzeccato del Banco del Mutuo Soccorso.
La storia di Francesco viene ripercorsa quindi dall’inizio fino alla morte, con delicatezza trasporta il pubblico dal 1200 ai giorni d’oggi, mettendo in chiaro quanto sia ancora attuale il messaggio di amore, pace e rispetto per tutto il creato che il Santo ci ha insegnato.
Barbara Lalle
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