Sono in tutto 9 le persone arrestate nell’ambito della maxi indagine di Genova condotta dalla direzione distrettuale Antimafia e dalla Guardia di finanza. Il nome più in vista è quello del presidente ligure Giovanni Toti, già storico giornalista televisivo e volto del centrodestra. Dopo di lui spicca il nome del 61enne Paolo Emilio Signorini, amministratore delegato del colosso dell’energia Iren. Signorini è stato arrestato e condotto in carcere a scopo cautelare con l’ipotesi di reato di corruzione per “esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio”.
Signorini guida Iren dal giugno del 2023. Dopo gli studi all’Università di Firenze ha completato la sua formazione a Yale. La sua carriera è iniziata alla Banca d’Italia e al ministero dell’Economia e delle Finanze. Poi è stato Capo del dipartimento per la programmazione e il coordinamento delle politiche economiche presso la presidenza del Consiglio dei ministri (2008-2013) e capo dipartimento per le Infrastrutture, i Sistemi informativi e Statistici presso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (2013-2015). Ha fatto parte dei consigli di amministrazione di Italferr e Telt SaS. Dal 2016 al 2023 è stato presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale. E proprio per la sua attività presso tale ente è finito sotto la lente di ingrandimento degli investigatori.
Signorini viene considerato molto vicino a Giovanni Toti. Nei confronti di Signorini, così come dell’imprenditore Aldo Spinelli e del figlio Roberto, il gip ha disposto il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e beni per un totale di 570.000 euro, ritenuti profitto di corruzione.
Secondo le accuse, Signorini avrebbe accettato da Spinelli soldi e “altre promesse di utilità a fronte dell’impegno di accelerare la calendarizzazione della pratica in comitato di gestione, presieduto da Signorini, di rinnovo della concessione del Terminal Rinfuse alla Terminal Rinfuse Genova Srl”. Signorini avrebbe anche concesso ulteriori spazi portuali nei rimanenti tre anni del suo mandato, e in particolare nella concessione delle aree Enel (ex Carbonile) e nella pratica del “tombamento” di Calata Concenter. Avrebbe anche consentito a Spinelli un’occupazione abusiva dell’area dell’ex Carbonile lato levante Nord e Sud in assenza di un titolo legittimante.
In cambio di tutto questo, Signorini avrebbe ricevuto 15.000 euro in contanti da Spinelli nel luglio del 2022 e non solo: per lui, secondo l’accusa, anche soggiorni di lusso a Montecarlo comprensivi di giocate al casinò e servizi extra quali servizi in camera, massaggi e trattamenti estetici. Signorini avrebbe poi goduto anche di un posto in spiaggia nella struttura alberghiera e della possibilità di poter assistere alla finale del torneo internazionale di tennis “Rolex Monte Carlo Masters” e ad altri eventi esclusivi. Per lui anche fiches per effettuare puntate al casinò di Montecarlo e beni di lusso.
Fra le diverse altre accuse, a Signorini sarebbe stato promesso un incarico retribuito 300.000 euro all’anno una volta terminato il mandato all’Autorità di Sistema Portuale e di poter fare un viaggio a Las Vegas.
Allo stato delle indagini, la società Iren (multiutility del Nord-Ovest partecipata dai Comuni di Torino, Genova e Reggio Emilia) appare del tutto estranea ai fatti contestati: i reati ipotizzati e riportati nel comunicato stampa della Procura della Repubblica di Genova sono riferiti al precedente ruolo di Paolo Emilio Signorini in veste di presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale.
Iren ha disposto con urgenza un consiglio di amministrazione straordinario per l’attribuzione temporanea delle deleghe. Le deleghe dovrebbero momentaneamente passare al presidente di Iren Luca Dal Fabbro e al vice Moris Ferretti. È probabile che Paolo Emilio Signorini rassegni a stretto giro le dimissioni. In alternativa è possibile che le deleghe gli vengano revocate. In ogni caso si procederà alla ricerca di un nuovo amministratore delegato.
«E’ stato uno choc. L’ho saputo stamattina, mentre venivo qui e mi auguro che tutto si chiarisca, perché in Italia ti condannano subito. Appena succede qualcosa, sei già condannato», ha detto l’imprenditore Flavio Briatore, a Ventimiglia commentando la notizia dell’arresto del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, a margine dell’incontro con il sindaco Flavio Di Muro, durante il quale ha annunciato per metà giugno l’apertura del Twiga alla Baia Benjamin.
Toti avrebbe dovuto partecipare, proprio questa mattina, in Comune, all’incontro con il sindaco e Briatore. «Speriamo che si chiarisca tutto – ha poi aggiunto – sono convinto della persona. Conosco Giovanni, credo, da trent’anni. Sono veramente stato scioccato. Pensate che a Genova i pm mi hanno perseguitato per dodici anni, per poi assolvermi. Speriamo si risolva nel più breve tempo possibile».