Nuove accuse sulla sanità per Giovanni Toti: falsi dati Covid

Si apre anche un filone sanitario nell’inchiesta sul presunto sistema di corruzione in Liguria. Nel 2021 il governatore Giovanni Toti avrebbe truccato i dati della popolazione anziana da inoltrare alla struttura del Commissario di emergenza Francesco Paolo Figliuolo, per ottenere più vaccini contro il Covid-19 nella sua regione. Lo scrive Repubblica. Su questo si basa l’accusa di falso nei confronti del presidente e del suo capo di gabinetto dimissionario, Matteo Cozzani, entrambi ai domiciliari nell’inchiesta su corruzione e finanziamento illecito della procura di Genova.

Non soltanto l’inchiesta di corruzione e finanziamento illecito, per il presidente della Liguria e il suo capo di gabinetto Matteo Cozzani si apre anche il filone sulla sanità. Da una parte l’accusa di falso per aver gonfiato i numeri dei contagi nel 2021, dall’altra anche un fascicolo su presunti favori a quattro imprenditori della sanità privata, in cambio di favori elettorali.

Le nuove accuse emergerebbero dalle intercettazioni del Nucleo di Polizia economico finanziaria di Genova, secondo cui “appare plausibile ipotizzare che i dati sono stati oggetto di manipolazione”.

“Il problema qual è stato? Che io avevo già truccato. Lui li ha presi e li ha riaumentati” avrebbe detto così Matteo Cozzani, secondo le conversazioni telefoniche riportate dal ‘Corriere della Sera’, parlando in riferimento a Giovanni Toti con il segretario generale della Camera di commercio di Genova, Maurizio Caviglia. “Quando me li ha rimandati ho guardato e gli ho scritto: ‘Ma c… presidente, ma sono fuori’. Ha detto: ‘Ma no, li ho un po’ aumentati…’. ‘Ma l’avevo già fatto io’, gli ho detto. ‘C.. dimmelo che lo hai fatto te’”.

Ma il piano sfumò dopo i controlli della struttura di Figliuolo. «Ieri uno scagnozzo di Figliuolo mi ha detto che gli abbiamo girato dei dati che non erano allineati con quelli che gli avevamo mandato». In seguito al richiamo, il 24 marzo 2023, una dirigente della Regione diceva: «Dobbiamo solo diciamo… un attimo riconciliare, perché questo qui (Figliuolo, ndr) era un militare, cioè ci ha rotto parecchio le palle». I finanzieri del Nucleo di Polizia economico finanziaria di Genova interpretano così la conversazione: «Appare plausibile ipotizzare che i dati sono stati oggetto di manipolazione». I dati trasmessi «era un atto pubblico con il quale sono stati rappresentati al governo i fabbisogni dei vaccini sulla base dei quali calibrare le forniture regionali». Una manipolazione costata a Toti e Cozzani un’iscrizione per falso in atto pubblico.

Come sottolineato dai militari della Guardia di Finanza, la comunicazione dei numeri alla struttura del Commissario straordinario per l’emergenza Covid del generale Francesco Paolo Figliuolo, “era un atto pubblico con il quale sono stati rappresentati al governo i fabbisogni dei vaccini sulla base dei quali calibrare le forniture regionali”.

Nonostante il tentativo di alterare i dati sui contagi in Liguria per provare a ottenere un maggior numero di dosi nel più breve tempo possibile, il piano non è andato in porto per la decisione della struttura commissariale di distribuire le forniture sulla base di altri criteri.

Dagli atti dell’inchiesta per corruzione su Toti emerge inoltre un presunto scambio di favori tra il presidente della Regione e alcune realtà della sanità privata ligure. Secondo quanto riportato dal Corriere, all’attenzione dei pm di Genova ci sarebbero quattro finanziatori titolari di cliniche convenzionate e private.

Il capo di gabinetto di Giovanni Toti Matteo Cozzani è stato sentito nella mattinata del 13 maggio dal gip Mario De Bellis presso il palazzo di giustizia della Spezia, in un interrogatorio durato poco meno di mezz’ora. L’ex sindaco di Porto Venere, su cui pendono l’accusa di corruzione e turbata libertà degli incanti nell’ambito dell’inchiesta che ha scosso la Regione Liguria, con l’apertura del nuovo filone relativo alla falsificazione dei dati Covid, ha rilasciato alcune dichiarazioni spontanee accompagnato dall’avvocato Massimo Ceresa Gastaldo, negando ogni addebito. Nel corso della mattinata è stato  interrogato anche il fratello Filippo.

Al termine dell’interrogatorio il legale di Cozzani ha risposto ai cronisti spiegando come il suo assistito sia «sereno e tranquillo di poter chiarire tutti gli addebiti, che contesta, pur vivendo una situazione non semplice. Ha fatto presente che le esigenze cautelari, dal nostro punto di vista, non sussistono perché non ricopre da anni la carica di sindaco di Porto Venere e anche perché, in ragione del clamore mediatico della vicenda, non ricoprirà più il ruolo di capo di gabinetto».

Gli inquirenti stanno passando al setaccio i versamenti alla struttura politica di Giovanni Toti per accertare che siano regolari o se a questi corrispondano provvedimenti amministrativi a favore dei contributori, eventualità che farebbe ipotizzare dei reati.

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