SIMBOLICA GIUSTIZIA AGENZIA BETTOLINI (Agenzia: DA RACHIVIO) (NomeArchivio: PAV-G1ig.JPG)

Quindici giorni di carcere tra i detenuti per i magistrati vincitori del concorso, è la proposta degli ‘Amici di Leonardo Sciascia’. Oggi, alle 17:30, alla Sala Stampa della Camera dei Deputati la presentazione

“In Italia c’è un clima pesante, preoccupante, che incide in modo intollerabile anche sulla vita personale”, ha dichiarato il ministro Guido Crosetto in un’intervista rilasciata a ‘La Stampa’. Quella del ministro è un’analisi molto precisa, che riguarda anche la magistratura: “Il mio viene visto forzatamente come un attacco alla magistratura, ma è solo il tentativo di costruire regole comuni e condivise. Capisco che faccia comodo considerarlo un attacco per continuare a non affrontare i temi in modo serio”.

Per il ministro della difesa, nella magistratura “ci sono correnti e quindi è politicizzata, lo constato” ma, aggiunge, non è questo il pericolo, quanto “un potere che non ha più controlli, in cui anche un singolo pm, se arrabbiato con qualcuno, può distruggerlo. Su questo vorrei delle garanzie”. Nessun controllo politico ma quello che chiede il ministro sono regole certe.

Crosetto  si rifiuta “di credere che ci siano gruppi di persone della magistratura che potrebbero raggiungere un livello così basso e, considerandomi un nemico da combattere solo perché esprimo idee ed invito a riflettere, provassero ad inventare qualcosa per farmi male”. E non usa a caso la parola “inventare” perché, sottolinea, “non mi sono presentato ad elezioni e quindi non ho nemmeno avuto bisogno di contributi regolari, perché ho guadagnato molto, da privato, sempre alla luce”.

E, se ci fosse questo tentativo, chiosa Crosetto, “il problema non sarebbe mio ma dell’Italia e della democrazia”.

Un’altra proposta che riguarda la magistratura e quanto correlato al mandato propone di trascorrere, per i magistrati di nuova nomina, quindici giorni in carcere da trascorrere obbligatoriamente tra i detenuti. È questa, parte di una proposta ideata dell’Associazione “Amici di Leonardo Sciascia”, presieduta dall’avvocata Simona Viola, da presentare in Parlamento, e che riguarderebbe tutti i futuri magistrati subito dopo avere vinto il concorso. L’iniziativa è copromossa dall’associazione “ITALIASTATODIDIRITTO”, presieduta dall’avvocato Guido Camera, che ha contribuito attivamente a redarre il testo insieme a un gruppo di lavoro di avvocati e docenti universitari.

L’idea – e non è un caso il riferimento dell’associazione al suo nome – era già stata partorita da Leonardo Sciascia. Il celebre scrittore siciliano, in un editoriale pubblicato sul Corriere della Sera il 7 agosto 1983, a proposito delle disfunzioni della giustizia italiana, aveva infatti osservato che “un rimedio paradossale quanto si vuole, sarebbe quello di far fare a ogni magistrato una volta vinto il concorso almeno tre giorni di carcere fra i comuni detenuti. Sarebbe indelebile esperienza – proseguiva Leonardo Sciascia – da suscitare acuta riflessione e doloroso rovello ogni volta che si sta per firmare un mandato di cattura o per stilare una sentenza”.

Al momento la sottoscrizione ha visto l’adesione di +Europa, ma le associazioni vogliono aprire al consenso della maggioranza delle forze politiche. E viene posta all’attenzione del ministro Carlo Nordio, impegnato nella riforma della giustizia. La “Proposta di Legge Sciascia-Tortora” è composta da due articoli destinati ai futuri magistrati: un tirocinio di quindici giorni di esperienza carceraria e lo studio della letteratura dedicata al ruolo della giustizia e del diritto penitenziario, in modo da comprendere concretamente come vive chi è privato della libertà. L’appuntamento è fissato alla Sala stampa della Camera dei Deputati, oggi,  alle ore 17.30 per la conferenza stampa di presentazione.

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