Inchiesta Liguria: Toti verrà ascoltato nei prossimi giorni. Aperti dai giudici nuovi filoni di indagine

Le opposizioni chiedono a gran voce le dimissioni di Giovanni Toti, viste come una necessità per il futuro della Liguria. Le accuse di cattiva gestione e manipolazione dei dati durante la pandemia hanno ulteriormente aggravato la posizione del presidente della Regione.

Giovanni Toti, attualmente agli arresti domiciliari, avrebbe fatto delle affermazioni che non sono passate inosservate  in una conversazione intercettata con l’ex presidente dell’Autorità portuale, Paolo Emilio Signorini, l’unico tra gli indagati a trovarsi in carcere. I due discutevano di un pranzo tra Spinelli e l’ex presidente della Regione, Claudio Burlando.

Secondo le intercettazioni agli atti, la nuova Diga Foranea di Genova, un’opera finanziata con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), era “sostanzialmente per Spinelli”.

“Signorini riferiva a Toti – si legge nelle carte – che Burlando era intenzionato a sostenere la linea dell’inutilità della nuova diga e Toti commentava che, se Burlando sosteneva questa linea, avrebbe dovuto farlo pubblicamente e che il primo a esserne danneggiato era proprio Spinelli”. Toti avrebbe poi aggiunto: “Così impara Spinelli a farci i suoi pranzi, visto che la diga sostanzialmente è per Spinelli“.

L’indagine che ha scosso la Regione Liguria e che ha portato all’arresto del presidente Giovanni Toti continua a rivelare nuovi e inquietanti dettagli. Oltre agli arresti e agli indagati noti, emergono nuovi fronti che coinvolgono la sanità privata, i laboratori convenzionati e le forniture di mascherine e dispositivi di protezione.

Il 13 maggio 2024 è stata una giornata cruciale per gli imprenditori coinvolti nell’indagine per corruzione condotta dalla Procura di Genova, che vede tra gli accusati il governatore della Liguria Giovanni Toti, il suo capo di Gabinetto Matteo Cozzani e l’imprenditore Aldo Spinelli.

La Diga Foranea di Genova è stata oggetto di critiche anche da parte dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), che ha avvertito dei rischi di collasso strutturale del porto. Inoltre, l’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) ha bocciato il progetto, aumentando ulteriormente le preoccupazioni sulla sua realizzazione.

Davanti al gip di Genova  l’ottantaquattrenne Aldo Spinelli, tra i signori del porto di Genova, attualmente ai domiciliari con l’accusa di corruzione. Secondo i magistrati sarebbe lui ad aver cucito rapporti sempre più stretti con la politica ligure, foraggiata per ottenere favoritismi e spazi sempre più ampi alla conquista dello scalo di Genova, lui che avrebbe pilotato le azioni di rappresentanti del potere pubblico per raggiungere i suoi scopi. Lungo interrogatorio anche per il figlio Roberto Spinelli, che ha anche lui risposto alle domande del giudice. L’avvocato Andrea Vernazza, che assiste Aldo Spinelli, ha confermato che il suo cliente “ha risposto a tutte le domande” del gip “e si è sfogato”, ma ha precisato di non voler dire altro perché “le indagini sono ancora in corso”. Sempre riguardo a Spinelli, emerge come le pratiche “da fare passare in maniera rapida” non riguardassero solo il porto di Genova ma anche la gestione dei rifiuti. L’inchiesta include alcuni scambi con l’imprenditore Marco Capra, manager che si occupa proprio di gestione dei rifiuti, che – scrivono gli investigatori in una informativa – “stava per concludere con la Terminal Rinfuse Genova un contratto di esclusiva per l’esportazione di rifiuti di provenienza industriale”. In un pranzo con Spinelli, Capra avrebbe esposto alcune problematiche legate all’iter burocratico necessario per le esportazioni, precisando tra l’altro, di ottenere alcune autorizzazioni da parte della Regione Liguria. Lamentava poi che queste procedure avrebbero comportato un “prolungamento delle tempistiche”. E Spinelli a quel punto affermava: “Se manca solo la Regione, la sbrighiamo subito…” perché, se si tratta di Regione, “problemi non ne abbiamo…”.

E ancora, in un’intercettazione del 2022 tra Spinelli e l’ex presidente del porto Paolo Emilio Signorini, l’imprenditore dice al suo interlocutore che avrebbe saldato il conto del matrimonio della figlia e fa il paragone con i regali che Karima El Marough – detta Ruby – riceveva ai tempi delle serate ad Arcore, nella residenza di Silvio Berlusconi. Signorini spiega a Spinelli di “avere un ‘buco’ da tremila e ottocento euro e io questi soldi non li ho piu!”. “Non c’è problema Paolo, è un regalo che faccio a tua figlia…che discorso è?? …è e mica un problema quello eh!..”, assicura Spinelli. E Signorini: “adesso ti faccio una domanda (…)..ma se ti dicessero ‘lo faresti a Toti?’. L’imprenditore replica: “e beh ma se fa…se si sposa sicuro che glielo faccio! ..si sposa tua figlia le faccio il regalo micaaa”. L’ex numero uno dell’autorità portuale: “ti ricordi Ruby…col Rolex..” Ancora Spinelli :”Ma noo ma va bè ma belin…grazie un Rolex da cinquantamila euro no, ma un regalo da tremila duecento euro lo può fare chiunque”. Tra le varie utilità che, secondo l’accusa, Signorini ha ricevuto da Spinelli in cambio di pratiche pilotate e favori per i suoi affari attorno al porto, c’è anche il pagamento di una parte della festa di matrimonio di sua figlia.

L’inchiesta potrebbe estendersi ulteriormente: dagli atti emergono altri filoni potenziali, riguardanti non solo il porto, la grande distribuzione e i rifiuti, ma anche la sanità privata e il Covid. Un caso di maxi frode da 1,2 milioni di euro sulle mascherine è stato scoperto nel contesto di un presunto voto di scambio tra la comunità riesina e quella calabrese legata alla lista di Toti.

Durante la pandemia, le mascherine erano introvabili e di vitale importanza per la riapertura delle scuole e dei luoghi pubblici. Le intercettazioni rivelano conversazioni compromettenti tra due persone non indagate, che parlavano di contattare Domenico Cianci, amministratore di numerosi condomini a Rapallo e influente politico regionale, per diventare fornitori ufficiali delle scuole.

Luca Garibaldi, capogruppo del Pd in Consiglio regionale, ha duramente criticato Toti per la sua gestione durante la pandemia di Covid-19. “La disinvoltura con cui Toti dichiara di aver aumentato e quindi falsato i dati durante la pandemia covid-19 per avere più vaccini, in un momento di totale emergenza per tutto il Paese, è vergognosa e inaudita,” ha dichiarato Garibaldi.

Garibaldi ha anche denunciato il modo in cui l’amministrazione Toti ha privilegiato gli interessi privati rispetto a quelli dei cittadini, criticando la spartizione del potere. “Che Toti e la Giunta abbiano ‘fatto la cresta’ sul numero dei vaccini, falsificando i dati, è un’indecenza che si aggiunge a un modo di amministrare desolante,” ha aggiunto. Per Garibaldi, l’unica soluzione per porre fine a questa situazione inammissibile è indire nuove elezioni.

I magistrati, in collaborazione con la Guardia di Finanza, stanno esaminando le erogazioni alla fondazione Change e al partito di Toti da parte di imprenditori legati alle cliniche private e ai laboratori di analisi convenzionati. Un esempio significativo è il gruppo Europam dei petrolieri Costantino, che ha donato 200 mila euro. Questo filone dell’indagine riguarda possibili scambi di favori e finanziamenti illeciti.

Moncada, ex consigliere di amministrazione di Esselunga, ha proclamato la propria innocenza, dichiarando di aver agito sempre nel rispetto della legge. Ha specificato che le pratiche per l’apertura dei punti vendita Esselunga a Sestri Ponente e Savona seguivano iter burocratici lunghi e articolati, negando qualsiasi patto illecito.

Matteo Cozzani, accusato di favoreggiamento di cosche mafiose, ha negato gli addebiti ma non ha risposto alle domande del gip di La Spezia. Giovanni Toti, che ha mantenuto la stessa linea difensiva, è atteso per l’interrogatorio davanti ai pm nei prossimi giorni. I pm Federico Manotti e Luca Monteverde hanno interrogato anche la deputata Ilaria Cavo e l’imprenditrice Beatrice Cozzi Parodi, che avrebbe ricevuto regali da Signorini, pagati da Aldo Spinelli.

Edoardo Rixi, viceministro alle Infrastrutture e mobilità, ha espresso i suoi timori durante un’intervista a 24 Mattino su Radio 24, sottolineando le possibili ripercussioni sull’intero Paese.

Rixi ha evidenziato che il tema non riguarda solo Genova, ma l’intera nazione, aggiungendo che la situazione è preoccupante poiché potrebbe scoraggiare le imprese dal partecipare a gare d’appalto pubbliche. “…mi sembra abbastanza preoccupante, nel senso che nessuna impresa prenderà più un appalto pubblico, magari dopo essere stata ad una cena elettorale.”

Il viceministro ha avvertito che l’inchiesta potrebbe dare l’impressione che le opere pubbliche vengano realizzate per favorire imprenditori disposti a finanziare campagne elettorali. “Quello che passa è che si fanno le opere per ingraziarsi un imprenditore che ti dà 70mila euro,” ha detto Rixi. Ha anche sottolineato che siamo solo all’inizio di un lungo processo che potrebbe bloccare i cantieri in tutta Italia.

Anche il sindaco di Genova, Marco Bucci, sarà convocato come testimone nei prossimi giorni, mentre continuano le indagini che potrebbero portare alla luce ulteriori dettagli e responsabilità.

Le opposizioni nel Consiglio regionale della Liguria, rappresentate da Partito Democratico, Lista Sansa, Movimento Cinque Stelle, Linea Condivisa e Azione, hanno formalmente chiesto le dimissioni del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e l’indizione di nuove elezioni. La richiesta è stata avanzata tramite una lettera indirizzata al presidente dell’assemblea Gianmarco Medusei e firmata dai capigruppo delle forze politiche d’opposizione.

Nella lettera, le opposizioni esprimono la loro incredulità nel continuare le normali attività del Consiglio regionale, sottolineando che l’unica discussione possibile riguarda la possibilità di proseguire la legislatura.

“Ciò che è accaduto e sta accadendo in queste ore restituisce un’immagine degradante e inquietante dell’istituzione pubblica, dove trasparenza e legalità della pubblica amministrazione sembrano piegate a interessi di parte,” continuano i gruppi d’opposizione. Secondo loro, il centrodestra ha minato la credibilità e l’operatività dell’amministrazione regionale alle fondamenta, rendendo indispensabile un cambiamento per restituire dignità alle istituzioni ferite.

Il segretario dei Verdi, Angelo Bonelli, ha chiesto un intervento della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sulla questione: “È giunto il momento in cui Meloni dica qualcosa su questa vicenda’.

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