Il giornalista Pasquale Napolitano, cronista del Giornale, già collaboratore di Panorama e del Roma, è stato condannato a 8 mesi di carcere e 6500 euro tra risarcimenti e spese legali per un articolo pubblicato su un sito on line. La notizia fa scalpore per l’entità della pena rispetto al fatto e per il silenzio della stampa mainstream. La condanna è arrivata per un articolo relativo al Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Nola e al suo presidente.
Napolitano, secondo la sentenza, avrebbe diffamato l’allora Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Nola e alcuni consiglieri.
Nell’articolo ‘incriminato’ Napolitano ha riportato la particolare situazione dell’Ordine degli Avvocati di Nola e del suo presidente che, nonostante non avesse più la maggioranza e una sentenza del Tar concedesse ai consiglieri di sfiduciarlo,restava comunque al suo posto. Evitando di convocare il Consiglio per non essere sostituito.
Napolitano ha poi concesso il diritto di replica, pubblicando successivamente le testimonianze dei consiglieri e poi, una volta che il presidente ha deciso di dimettersi, anche le sue motivazioni.
Una vicenda che sembrava essersi conclusa. Fino alla querela per diffamazione e alla successiva condanna.
Il cronista ha confermato che ricorrerà in appello.
Una pena spropositata perché, come ricorda il Giornale, “Pasquale Napolitano ha raccontato i fatti per quelli che erano, e ha garantito a tutti il diritto di replica. Se il carcere per un giornalista che pubblica una notizia pur conoscendone la provenienza illecita è sbagliato, quanto può essere sproporzionato condannare un cronista che si limita a scrivere la verità?”.
Solidarietà al cronista del Giornale viene espressa in queste ore da Fratelli d’Italia. L’augurio è che nei successivi gradi di giudizio sia annullata la condanna che ha colpito Pasquale Napolitano, riconoscendo la piena correttezza del suo operato.
Una posizione condivisa da Susanna Campione, componente della Commissione Giustizia del Senato. “Sulla libertà di stampa in Italia lo strabismo di certa stampa colpisce ma non stupisce. Se il giornalista fosse stato arruolato tra le penne rosse – dice la senatrice di FdI – la vicenda sarebbe in prima pagina su tutti i giornali. Ma essendo una voce fuori dal coro progressista, il caso è passato sotto silenzio. Un’occasione per meditare su come funziona l’idea di libertà di stampa nel nostro Paese. I giornalisti e le voci libere che non sono funzionali alla narrazione della sinistra vanno boicottati o ignorati”.
Napolitano poi ha ricevuto la solidarietà anche di Giuseppe Conte e, per il Pd, di Walter Verini, nonché dell’Ordine dei giornalisti della Campania e della Federazione nazionale della stampa. Sul caso è intervenuto anche il nuovo sindacato Rai, Unirai: “Esprimiamo sconcerto per la condanna a 8 mesi di reclusione (pena sospesa) per il collega Pasquale Napolitano, reo di aver scritto un articolo ritenuto diffamatorio sul collegio degli avvocati di Nola e pubblicato in passato su un sito online”.