La piaga del mercato nero e del commercio illegale di oggetti storico-artistici del patrimonio italiano subisce un’importante battuta d’arresto: i Carabinieri che lavorano per preservare l’integrità dei nostri tesori sono riusciti nell’impresa di far tornare in Italia seicento opere d’arte sequestrate negli Stati Uniti. Il Comando TPC (l’unità per la tutela del patrimonio culturale) ha portato a termine l’operazione collaborando con diverse Procure, il New York District Attorney’s Office e l’Homeland Security Investigations.
I seicento oggetti raggiungono un valore complessivo di circa 60 milioni di euro. Si tratta di opere d’arte e di antiquariato, beni archivistici, numismatici e archeologici risalenti al periodo tra il IX secolo avanti epoca corrente e il II secolo EC. Tra di loro ci sono vasi e lastre etrusche, ceramiche, corone in oro, coppe cesellate in argento, un mosaico romano di epoca imperiale con Orfeo e gli animali, statue e quadri.
Comandato dal generale Francesco Gargaro, il TPC si è avvalso di due preziosi strumenti per le attività di indagine. Innanzitutto la Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti: il più grande archivio al mondo di beni d’arte rubati, capace di archiviare 7 milioni di oggetti di cui 1,3 milioni da recuperare.
Le opere recuperate sono state presentate a Roma all’Istituto Centrale per il Restauro del Ministero della Cultura, che le custodirà temporaneamente in attesa di restituirle ai diversi musei di competenza su tutto il territorio nazionale.
“Riportare in Italia questi beni permetterà anche di sanare tante ferite che si sono aperte negli anni nei territori dove sono stati trafugati, privando le comunità di pezzi importanti della loro identità”, ha dichiarato il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.