Dopo una nottata di dibattito, ieri, è arrivato il via libera definitivo dell’aula della Camera al ddl sull’autonomia differenziata. Il testo ha incassato 172 voti favorevoli. Sono stati 99 i voti contrari e un astenuto. Il provvedimento, già approvato dal Senato, diventa legge.
Il disegno di legge presentato dal ministro per gli Affari Regionali, Roberto Calderoli, mira a concedere maggiori poteri e autonomia alle Regioni a statuto ordinario che ne faranno richiesta. La proposta prevede di trasferire competenze dallo Stato centrale alle Regioni in ambiti chiave come il commercio estero, l’energia, i trasporti, l’istruzione, l’ambiente e la cultura
Il Disegno di legge n. 615 è composto da dieci articoli e rappresenta uno strumento per l’attuazione dell’autonomia differenziata.
“Abbiamo appena finito una lunga nottata in Parlamento per approvare l’autonomia differenziata. Noi ovviamente ci siamo opposti in tutti i modi: un’autonomia differenziata che divide il Paese. Ci saranno più burocrazia e più diseguaglianze”, scrive in un post su Facebook al termine della seduta fiume la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi, che aggiunge: “La maggioranza ha approvato questo testo di notte con un atteggiamento da caterpillar: più dimostravamo che le cose non avevano senso, più andavano avanti. Peccato, un’occasione persa. Buongiorno a tutti voi. Buona notte alle istituzioni”.
“Oggi, più che mai, è chiaro che l’autonomia differenziata è la scelta migliore per il futuro dell’Italia, un sogno che diventa realtà, richiesto a gran voce da Veneti e Lombardi con i referendum del 2017. Mentre la sinistra ha continuato strumentalmente ad opporsi all’attuazione della Riforma del Titolo V della Costituzione, la Lega ed il centrodestra al Governo, dopo la seduta fiume di questa notte, hanno riscritto la storia, approvando in via definitiva il Ddl Calderoli. Un grande risultato che ora, attraverso le intese con le Regioni, potrà portare nuove materie per le amministrazioni che vorranno cogliere questa fondamentale opportunità. Maggiori competenze e responsabilizzazione degli amministratori locali sulla loro azione, razionalizzazione della spesa, costi e fabbisogni standard cancellando il criterio della spesa storica e con i Lep, garanzie nazionali per i servizi sociali essenziali per combattere le diseguaglianze sociali. Attuazione di una riforma che unisce e non divide”, ha dichiarato Massimo Bitonci (Lega), sottosegretario al Mimit, presente in aula tra i banchi del Governo durante tutti i lavori d’aula.
Ieri, mercoledì 19 giugno, come detto, la Camera ha approvato il disegno di legge sull’autonomia differenziata. Si tratta di una legge puramente procedurale per attuare la riforma del Titolo V della Costituzione del 2001, che definisce le modalità con cui le regioni potranno chiedere e ottenere di gestire in proprio alcune delle materie su cui al momento la competenza è dello Stato centrale. La legge riguarda diversi ambiti: si va dall’istruzione all’ambiente, passando per il lavoro e la sanità.
La concessione alle Regioni di una o più forme di autonomia è subordinata alla determinazione dei Lep, ovvero i criteri che determinano il livello di servizio minimo che deve essere garantito in modo uniforme sull’intero territorio nazionale. La determinazione dei costi e dei fabbisogni standard, e quindi dei Lep, avverrà a partire da una ricognizione della spesa storica dello Stato in ogni Regione nell’ultimo triennio.
Lo Stato e le singole Regioni avranno tempo 5 mesi dalla richiesta della Regione per arrivare a un accordo. Le intese sull’autonomia potranno durare fino a 10 anni e poi essere rinnovate. Potranno essere interrotte prima della scadenza da Stato o Regione con preavviso di almeno 12 mesi.
L’undicesimo articolo della legge sull’autonomia differenziate prevede una clausola di salvaguardia che consente al governo di usare il “potere sostitutivo”. L’esecutivo cioè può sostituirsi agli enti locali quando si riscontri che essi siano inadempienti sulle materie per le quali hanno ottenuto l’autonomia.
L’autonomia differenziata è osteggiata dalle forze di opposizione e la legge è passata con i soli voti della maggioranza. La segretaria del Partito democratico Elly Schlein ha commentato così l’approvazione della legge: “Oggi si consuma il secondo atto di un vergognoso scambio fatto sulla pelle delle italiane e degli italiani. Ci avete tenuti qui tutta la notte, con quale urgenza? Lo abbiamo capito: quella di ottenere lo scalpo del Sud, per un cinico baratto della Lega.