Ballottaggi, al voto in cento comuni: cinque capoluoghi di regione in lizza, rischio astensionismo

Al secondo turno delle elezioni amministrative cinque capoluoghi di regione (Firenze, Bari, Perugia, Potenza e Campobasso) e nove capoluoghi di provincia (Lecce, Avellino, Cremona, Urbino, Caltanissetta, Vibo Valentia, Rovigo, Verbania, Vercelli). A spostare la bilancia saranno non solo gli apparentamenti e gli accordi trovati dopo il voto dell’8 e 9 giugno, ma l’affluenza che al primo turno ha fatto segnare il 62,6% degli aventi diritto. Un dato in calo rispetto al 67,6% delle precedenti consultazioni amministrative del 2019, ma comunque più alto rispetto alla percentuale di votanti delle elezioni europee, che si è fermata al 49,66. Si vota, in poco più di 100 comuni, dalle 7 alle 23 di domenica 23 giugno e dalle 7 alle 15 di lunedì 24 e gli occhi sono puntati in particolare sui cinque capoluoghi di regione.

A Firenze,  al ballottaggio si sono sfidati  Sara Funaro del centrosinistra, che al primo turno ha ottenuto il 43,17%, ed Eike Schmidt, candidato del centrodestra, arrivato al 32,86 %. Il confronto sarà tra campo largo, con M5s (al 3,35% al ​​primo turno in solitaria) che ha annunciato il suo sostegno a Funaro pur in assenza di apparentamenti formali, e il centrodestra unito per l’ex direttore degli Uffizi che si è apparentato con la civica RiBella Firenze . Per Schmidt anche l’appoggio della ‘ricostituita’ Dc fiorentina e Toscana, mentre Funaro ha incassato l’endorsement della candidata sindaco Iv, e vicepresidente della Regione, Stefania Saccardi, mentre il resto di Italia Viva ha lasciato liberi elettori e dirigenti del partito di fare le proprie valutazioni.

‘Bugie, promesse non mantenute e assenza di confronto. È tipico loro’, dice Eike Schmidt, candidato del centrodestra a sindaco di Firenze commentando la mancata presenza della sua sfidante, Sara Funaro, al confronto previsto su Lady Radio. ‘Se guardiamo i programmi di Nardella del 2014 e del 2019 vedrete quante promesse sono state mantenute e quante no’, continua l’ex presidente degli Uffizi pronto allo storico ballottaggio che potrebbe portare un nuovo vento alla guida della città di Dante:  ‘Con grande arroganza il Pd ripete le stesse posizioni ideologiche, chiudendosi le orecchie su problemi come la sicurezza, che per loro è un problema solo di percezione, non reale. E ripetendo sempre le stesse affermazioni, le stesse falsità. Anche per quanto riguarda la mia presunta e finta associazione all’estrema destra. A me fa piacere confrontarmi con persone che la vedono diversamente da me, capisco che può essere noioso sentire sempre le stesse bugie, ma ormai siamo abituati’. Così Schmidt che si candida per un nuovo rinascimento fiorentino dopo il fallimentare decennio a guida Pd. A partire dal nodo della sicurezza: ‘Si possono avere anche 10mila telecamere, ma se non sono connesse a un software di video-analisi sono poco utili. Esistono dei programmi con intelligenza artificiale che portano nella control room ogni anomalia, sono già utilizzati in tante città e negli aeroporti’. In otto casi su dieci – continua Schmidt dai microfoni di Lady Radio –  ‘non ci sarà niente di preoccupante, ma negli altri due casi si può mandare una pattuglia per affrontare il crimine che sta per succedere e non che è già successo. Non è una cosa fantascientifica, è utilizzata in tutto il mondo, anche in Italia’.

Idee chiare anche sulla squadra di governo: ‘Non faccio un calendario dell’avvento, non tiro fuori un assessore al giorno – ha detto sul potenziale assessore alla mobilità – ma il principio è quello di riorganizzare le funzioni di ogni assessorato. La sicurezza insieme al decoro, la mobilità con le infrastrutture stradali, proprio per avere una visione che tenga conto sia del trasporto individuale che di quello collettivo, sia su gomma che su ferro. Questi vanno programmati insieme, non si possono mettere in competizione. Ciò che vale per tutti gli assessorati è che dovranno essere specialisti, avere competenze specifiche da tecnici, non solo da politici’.

La partita ora riparte da 0-0, ripetono da giorni entrambi i candidati invitando a recarsi a votare, poiché sul risultato pesa  l’incognita partecipazione, ‘aggravata’ dal fatto che lunedì 24 giugno è la festa di San Giovanni, patrono di Firenze: il rischio è che molti fiorentini approfittino del ponte lungo per andare fuori città, disertando magari le urne.

Le ultime 72 ore di campagna elettorale a Bari , in vista del ballottaggio di domenica e lunedì tra Vito Leccese (centrosinistra riunito dopo il primo turno) e Fabio Romito (centrodestra), sono stati ‘avvelenate’ dall’ombra del voto di scambio, denunciato dall’altro candidato di M5s e SI, Michele Laforgia, e dalle minacce via social ricevute proprio da Romito e segnalate alla Digos. Su Bari pesa il rischio di uno scioglimento per mafia. La commissione di accesso si è insediata tre mesi fa, dopo una serie di scandali che riguardavano presunte commistioni mafiose nelle partecipate, e potrebbe chiedere, come da prassi,  un’ulteriore proroga di tre mesi. In autunno ci sarà il verdetto della commissione, allargata al prefetto e ad altre figure istituzionali, e poi a palla passerà al ministro Piantedosi.

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