Sul “Times”, con una lettera, scrittori e vip chiedono di salvare la Messa in latino

Sul Times numerose personalità pubbliche hanno lanciato un appello a difesa della Messa cattolica tradizionale, sulla quale si parla di una bocciatura  da parte del Vaticano. Non è la prima volta che succede: già nel 1971 l’indulto emesso da San Paolo VI per la celebrazione della Messa tridentina in Inghilterra e Galles, arrivò dopo una lettera analoga, firmata da numerosi esponenti del mondo della cultura, capeggiati dalla scrittrice Agatha Christie (da cui il nome di “indulto di Agatha Christie” con cui quel provvedimento è ricordato).

Ora a guidare il gruppo è Bianca Jagger, moglie di Mick Jagger, il frontman dei Rolling Stones. Ciò che preoccupa i firmatari è innanzitutto il pericolo della perdita di un patrimonio di bellezza inestimabile. Del resto, la musica occidentale, ivi compresa quella rock, non esisterebbe senza la musica sacra. La quale, a sua volta, è stata un abito cucito appositamente per l’antico rito della Messa: scala musicale, pentagramma, ogni elemento tecnico sono stati approntati dai chierici per far si che le durante le liturgie il canto fosse davvero degno di quello degli angeli e solo in seguito sarebbe nata una musica profana che ereditò quelle stesse basi.

Il paradosso: sono i non cattolici ad essere sgomenti per la possibile fine della Messa in latino

La lettera apparsa sul “Times” il 3 luglio

“Egr. Signor Direttore,

il 6 luglio 1971 il The Times ha pubblicato un appello a Papa Paolo VI in difesa della Messa tradizionale in latino firmato da scrittori e artisti cattolici e non cattolici, tra cui: Agatha Christie, Graham Green, Barbara Hepworth e Yehudi Menuhin. Tale appello divenne noto come “lettera di Agatha Christie”, perché si dice che fu il suo nome a spingere il Papa a rilasciare un indulto, o permesso, alla celebrazione della Messa Tradizionale in latino in Inghilterra e nel Galles. La lettera sosteneva che “il rito in questione, nel suo magnifico testo latino aveva anche ispirato opere straordinarie… di poeti, filosofi, musicisti, architetti, pittori e scultori di tutti i paesi e di tutte le epoche. Appartiene quindi alla cultura universale.“

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