Giorgia Meloni su elezioni francesi ed euro Patrioti

L’esito delle elezioni in Francia e la nascita del gruppo dei Patrioti al Parlamento europeo hanno scatenato la sinistra  sulle ripercussioni che le due circostanze avrebbero sul governo italiano e in particolare su Giorgia Meloni che viene descritta  ‘isolata’ e ‘indebolita’.  La premier da Washington, dove si trova per il vertice Nato, ha riportato lo scenario alla  realtà, tralasciando  le speculazioni e le analisi strumentali: ‘La lettura della sconfitta del Rassemblement National mi sembra semplicistica: nessuno può cantare vittoria. C’erano tre schieramenti, nessuno dei tre schieramenti è in grado di governare da solo e all’interno di alcuni di questi schieramenti ci sono differenze molto evidenti, quindi vedremo che cosa accadrà. Il risultato del ballottaggio è che nessuno ha vinto le elezioni e il Rassemblement National per paradosso è quello che guadagna più seggi. La formazione del governo non sarà facile, ma non sono dinamiche che mi competono. Per esperienza personale dico che è più facile governare quando si condividono delle idee piuttosto che quando si condivide un nemico, ma non mi infilo nelle dinamiche degli altri’.

Meloni, parlando dello scenario che si è aperto in Francia con l’esito del voto, ricorda che in Italia c’è un governo stabile, tra i più forti d’Europa e che è con queste credenziali che Roma interagisce a Bruxelles: ‘Noi eravamo abituati a un tempo in cui l’Italia aveva un governo molto instabile in un’Europa che aveva governi molto solidi, oggi vediamo un’Italia con un governo molto solido in un’Europa in cui ci sono governi meno stabili del nostro e questo deve renderci orgogliosi’.

La presidente del Consiglio  risponde anche  a una domanda sulla nascita del gruppo dei Patrioti d’Europa chiarendo: ‘L’idea di un gruppo filo-putiniano mi sembra più una ricostruzione da osservatori…’.

Ai Patrioti d’Europa, dopo le elezioni francesi, hanno aderito anche il Rassemblement national e la Lega. Jordan Bardella è stato nominato presidente, Roberto Vannacci è uno dei sei vicepresidenti. Il gruppo è composto da partiti di destra di 12 Paesi, il più numeroso è proprio il Rn con 30 eurodeputati. Poi ci sono l’ungherese Fidesz di Viktor Orban, che ha dato il via all’operazione e che conta 11 parlamentari, la Lega con 8 esponenti, i cechi di Ano con 7 e di Oath e Motorists con 2, gli austriaci di Fpo con 6, gli olandesi di Pvv e gli spagnoli di Vox con 6 ciascuno, il belgi di Vlaams Belang con 3, i portoghesi di Chega con 2 e i danesi del People’s party, i greci di Voice of reason e i lettoni di Latvia First tutti con un eurodeputato. Complessivamente il gruppo conta 84 deputati e si attesta come terzo al Parlamento europeo.

La formazione del nuovo gruppo ha fatto scrivere molto sulle ripercussioni che potrebbe avere  su Ecr, il gruppo dei Conservatori e riformisti europei di cui FdI condivide la presidenza. Ma per noi Conservatori europei non cambia molto’, ha spiegato il capodelegazione di FdI a Bruxelles, Carlo Fidanza: ‘C’erano due gruppi alla destra del Ppe nella scorsa legislatura e ci saranno ancora due gruppi in quella che comincia’.

Il nuovo gruppo, infatti, nasce sostanzialmente da uno spostamento degli europartiti da Id, al quale afferivano tutti i confluiti tranne i sei di Vox. Dunque, si tratta di uno scenario che non indebolisce i Conservatori, notevolmente cresciuti rispetto alla scorsa legislatura, passando da 60 a 78 eurodeputati provenienti da 17 nazioni.

Su questa vicenda Repubblica ci ricasca e pubblica in merito dichiarazioni mai fatte da Matteo Salvini e totalmente prive di fondamento: ‘Per noi von der Leyen è insostenibile. Capisco che Giorgia ragioni da capo di governo, ma se alla fine la vota, vedrete, potrebbe essere la sua fine’.

Nella nota ufficiale, non cita mai la socia di governo, ma mette a verbale: ‘Dobbiamo contrastare ogni inciucio coi socialisti, filoislamici e filocinesi’. Quanto all’operazione dei Patrioti, coi fedelissimi il vicepremier ammette che l’operazione sorpasso su Ecr era in cantiere da tempo. E che lo sapeva bene. ‘Ci stavamo lavorando da un po’.  Anche se formalmente la Lega, col Rassemblement National di Le Pen, si è aggregata solo oggi.

Niente di vero, secondo il leader leghista: ‘seminare zizzania è lecito, creare dal nulla dei virgolettati un po’ meno’. Scatta una querela.

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