Qualcuno di buona memoria ha ricordato quando Gianfranco Rotondi diceva: “Oggi ti dico che finirà tra vent’anni quando decollerai da Parigi Charles De Gaulle e atterrerai a Roma Silvio Berlusconi”. Era l’ottobre del 2013 e Rotondi ha sbagliato città visto che è stata Milano Malpensa e non Roma a intitolare l’aeroporto a Silvio Berlusconi.
Con un’ordinanza, l’Enac ha ufficializzato la decisione con effetto immediato: “L’aeroporto di Milano Malpensa è intitolato alla memoria del presidente Silvio Berlusconi, con la denominazione ‘Aeroporto internazionale Milano Malpensa – Silvio Berlusconi”, si legge in una nota del Mit che poi prosegue: “La società di gestione Sea Spa provvederà agli adempimenti di competenza connessi alla nuova denominazione”.
Lo aveva chiesto nei scorsi giorni il vicepremier leghista e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e lo aveva confermato – sostenendo che fosse un’idea sua – il presidente dell’Enac Pierluigi Di Palma. Adesso,
A tempo di record il Pd ha presentato un’interrogazione parlamentare per “chiarire quale procedura sia stata seguita per l’intitolazione dell’aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi e quali siano le motivazioni per cui non sia stata rispettata la procedura prevista dalla legge 1188/1927, che richiede un periodo di 10 anni dalla morte della persona prima di intitolare un luogo pubblico”.
Il M5s ha reagito attaccando il governo: “Con l’aeroporto di Malpensa intitolato a Silvio Berlusconi, il governo Meloni restaura perentoriamente la repubblica delle banane”.
Luca Telese ha chiesto a Rosy Bindi: «Lei avrebbe qualche difficoltà a volare ora da Roma per andare in Lombardia col tagliandino dell’aeroporto Silvio Berlusconi?».
Rosi Bindi asserisce: «Intanto sono venuta in treno. Di solito uso l’aeroporto di Fiumicino, ma su Berlusconi mi sono già espressa diverse volte. Io credo che Berlusconi sia una persona che ha diviso questo Paese e che continuerà a dividerlo. Anche sui temi attuali questa riforma è figlia sua in qualche modo. Forza Italia lo dice». Il riferimento è chiaramente al ddl Nordio, approvato dalla Camera.
La Bindi coglie la palla al balzo e commenta in maniera propagandistica: ‘È la giustizia che protegge i potenti e che si accanisce con i ragazzi che si incontrano per bere una birra o che dipingono un muro’.
«Se ho bisogno volo, dopodiché dirò Malpensa. Ecco: vado a Malpensa».