Ex Ilva, sì della Commissione Ue al prestito ponte da 320 milioni

Via libera della Commissione europea al prestito ponte da 320 milioni di euro per l’ex Ilva. Il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha ricevuto la comfort letter di Bruxelles che esprime una valutazione positiva sui termini del prestito per Acciaierie d’Italia, in amministrazione straordinaria, che prevede un tasso di interesse annuo dell’11,6%. “Siamo sulla strada giusta, non credo che fosse facile soltanto immaginarla”, ha commentato il ministro Adolfo Urso. La notizia è stata accolta positivamente dai sindacati, compresa la Fiom.

“Questa conferma attesta la validità del piano industriale elaborato dalla gestione commissariale e la capacità dell’azienda di restituire la somma in tempi congrui e senza configurarsi come aiuto di Stato”, si legge nella nota con cui il Mimit ha dato notizia del via libera. Di notizia “importante e significativa” ha parlato Urso, durante la sua visita all’inaugurazione della Casa del Made in Italy, a Napoli.

Il via libera della Commissione al prestito ponte è arrivato subito dopo l’approvazione del decreto Agricoltura che investe le imprese di interesse strategico, tra le quali anche l’ex Ilva. Come sottolineato dai sindacati, si tratta di un passaggio fondamentale per il rilancio dell’azienda e la realizzazione del piano industriale per Acciaierie italiane presentato da governo e sindacati, che prevede entro il 2026 una produzione di sei milioni di tonnellate e la sostituzione di due altiforni con forni elettrici. Attualmente lo stabilimento lavoro a regime fortemente ridotto e l’azienda ha chiesto la cassa integrazione per circa la metà dei propri dipendenti, oltre 5mila lavoratori, dei quali oltre 4mila a Taranto.

Per la ripartenza serviranno ben altre risorse, ma i potenziali investitori che si sono fatti avanti dopo la presentazione del piano industriale. Oltre alle due imprese indiane, Vulcan Green Steel e Steel Mont, in campo ci sono anche il gruppo l’ucraino-olandese Metinvest e l’azienda canadese Stelco.

“Già tre imprese hanno visitato gli impianti dell’ex Ilva e una quarta importante multinazionale lo farà nei prossimi giorni”,  ha detto il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, a specificando che questo quarto gruppo interessato alla visita degli impianti, viene da uno dei Paesi del G7.

E questo significa che “i maggiori player hanno capito che questo polo può risorgere, con la tecnologia green, ed essere l’orgoglio del Made in Italy”, ha evidenziato con ottimismo parlando non a caso proprio in Puglia, dal palco del Forum in masseria organizzato a Manduria da Bruno Vespa.

Davanti alla cautela dei sindacati, in primis di Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, soprattutto dopo l’ultima richiesta di cassa integrazione a rotazione per 5.200 dipendenti, Urso ha rassicurato: “C’è un confronto al ministero del Lavoro e ce ne sarà uno a Palazzo Chigi prima della pausa ferragostana, sia per confrontarci con i sindacati sull’utilizzo temporaneo della cassa integrazione”, sia “per rendere conto di questo percorso e del prestito ponte che abbiamo chiesto fosse autorizzato dalla Commissione europea, oltre alle procedure che ci apprestiamo a realizzare per assegnare gli impianti ai player che ne faranno richiesta”.

Inoltre, “siamo impegnati a ripristinare gli impianti” dello stabilimento dell’ex ILVA “e le sue potenzialità produttive, lo si sta facendo già l’alto forno numero 4, l’altro sarà attivo in ottobre, il terzo a metà nel prossimo anno, siamo impegnati a ripristinare le capacità produttive dell’impianto, a completare il piano di ambientalizzazione a fare, e si può, del polo dell’ex ILVA, il polo siderurgico più produttivo, performante, ambientalizzato d’Europa”, ha garantito ancora il ministro.

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