‘Le 21 perle della Costituzione. Studio storico-biografico sulle Madri Costituenti’, di Rocco Guerriero, Phasar Edizioni

Nel suo pregevole saggio, Rocco Guerriero sviluppa una ricerca storico-biografico sulle ventuno madri che fecero parte dell’Assemblea costituente diventando le prime donne elette in Italia dopo secoli di lontananza dalla vita politica e sociale.

«Le 21 Madri costituenti, provenienti da contesti socio-culturali diversi, erano donne con caratteri eterogenei e credo politici talvolta contrastanti ma tutte legate dal desiderio di imporre ideali democratici (dopo anni di dittatura). […] Il loro apporto fu cruciale nella stesura dei dodici principi fondamentali della Costituzione oltre che degli articoli che sancirono la piena parità morale e giuridica tra uomo e donna».

Ecco i 21 nomi delle donne che hanno partecipato all’Assemblea costituente italiana nel 1946: Adele Bei, Bianca Bianchi, Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Filomena Delli Castelli, Maria Federici, Nadia Spano, Angela Gotelli, Angela Guidi Cingolani, Nilde Iotti, Maria Jervolino De Unterrichter, Teresa Mattei, Angela Merlin, Angiola Minella, Rita Montagnana, Maria Nicotra, Teresa Noce, Ottavia Penna Buscemi, Elettra Pollastrini, Maria Maddalena Rossi e Vittoria Titomanlio.

Di esse, 5 (su 75 componenti della Commissione per la Costituzione) furono le costituenti che parteciparono alla redazione vera e propria della Carta, da sottoporre poi all’assemblea, e ne furono firmatarie: Maria Federici (Pci), Angela Gotelli (Dc), Nilde Iotti (Pci), Lina Merlin (Psi) e Teresa Noce (Pci).

Spiccano figure come Lina Merlin o Nilde Iotti, protagoniste della vita democratica del Paese anche negli anni a seguire. E ciascuna di esse, anche le meno note, è stata portatrice di valori e testimone di un fortissimo impegno civile. Ad esempio, è Teresa Mattei, il 1° febbraio 1946, quando il PCI rilancia la Festa della Donna, insieme a Teresa Noce e Rita Montagnana, a proporre di usare la mimosa come simbolo del femminismo: “Scegliamo un fiore povero che si trova nelle campagne”.

«Il primo capitolo affronta il tema dei diritti delle donne a livello internazionale partendo dall’Ottocento con il movimento delle suffragette che si estese in Francia, nel Regno Unito, negli Stati Uniti e poi a seguire in molti stati europei tra i quali l’Italia, paese in cui personalità di spicco lottarono per essere Madri della Patria (così come nel 1948 diventeranno madri della Repubblica).

Il secondo capitolo tratta uno studio storico-giuridico dell’Assemblea Costituente, la prima assemblea democraticamente eletta a suffragio universale, elencando tutte le tappe che portarono alla sua costituzione e analizzando i compiti e le attività compiute in quasi due anni di intense lotte.

In conclusione vengono narrate le vicende storico-biografiche delle 21 donne della Costituente, le difficoltà affrontate e i temi per cui si sono battute.»

Come ci ricorda l’Autore, «in Italia il diritto di voto a favore delle donne si è realizzato solo nel 1946». Durante il periodo risorgimentale «l’apporto delle donne alla vita pubblica era stato assai limitato», pur con «valide eccezioni a questa regola»: basti pensare a figure come Luigia Battistotti Sassi, Caterina Franceschi Ferrucci, Cristina Trivulzio di Belgiojoso, Adelaide Bono Cairoli e Sara Levi Nathan. Si dovette tuttavia attendere la fine del ventennio fascista perché anche in Italia si conquistasse il suffragio universale.

Erano però ancora poche le donne con ruoli di rilievo: «su un totale di 556 membri dell’Assemblea costituente solo 21 seggi furono occupati dalle madri della Costituzione italiana»!

Le costituenti, «oltre a battersi per l’introduzione di leggi a protezione dell’infanzia e delle donne, come per esempio il riconoscimento dell’uguaglianza tra figli nati all’interno e al di fuori del matrimonio e la cancellazione della definizione “figli di N.N.” destinata a questi ultimi, si unirono nel sostegno all’articolo 11 della Costituzione, che ripudiava la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli.»

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