Presentata al pubblico a Cavalese, alla presenza della vicepresidente e assessore alla cultura della Provincia autonoma di Trento Francesca Gerosa, la mostra archeologica “Fiemme prima del 1111. Il popolamento della valle dal Mesolitico all’Alto Medioevo”, un importante progetto espositivo ospitato nel Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme. L’esposizione, ricca di reperti di grande valore storico e culturale, narra le vicende dei primi insediamenti antropici nel territorio, offrendo ai visitatori un affascinante viaggio nel tempo, grazie alla preziosa collaborazione della Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Provincia, Castello del Buonconsiglio-Monumenti e Collezioni provinciali, MUSE-Museo delle Scienze, Trento, Museo Geologico delle Dolomiti di Predazzo, Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum e Fondazione Museo Civico di Rovereto.
“Investire sulla cultura è fondamentale per la crescita di una società e conoscere la propria storia è una ricchezza per una comunità, così come la mostra inaugurata in questa sede lo è per la comunità di Fiemme e per tutto il Trentino”, ha detto Gerosa.
La mostra espone per la prima volta e in modo unitario numerosi reperti provenienti dai più importanti musei e istituzioni del Trentino, oltre ad alcuni importanti manufatti custoditi al Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum di Innsbruck, emersi attraverso ritrovamenti casuali alla fine del XIX secolo e grazie a significative campagne di scavo condotte a partire dagli anni Quaranta del Novecento.
L’esposizione inizia tracciando le dinamiche degli accampamenti mesolitici di cacciatori-raccoglitori del Lagorai, passando per le rivoluzioni rurali e materiali del Neolitico e dell’Età dei Metalli, fino a giungere alla vita quotidiana e spirituale del primo insediamento permanente della valle nell’Età del Ferro. Il percorso prosegue al secondo piano con la romanizzazione del territorio, rappresentata dal villaggio di Doss Zelór, e si conclude con gli elementi della cultura materiale dell’Età Altomedievale. Un’occasione impedibile per avvicinarsi alla storia delle origini della Comunità di Fiemme non documentata dalle fonti cartacee, che solo nel 1111 ha nei celebri patti gebardini il suo primo riconoscimento formale.
Due piani espositivi, undici sezioni tematiche e oltre un centinaio di reperti sono i numeri che definiscono le dimensioni dell’esposizione che mira ad avvicinare il grande pubblico all’affascinante mondo dell’archeologia. Tra i reperti esposti si segnalano le selci del Lago delle Buse e dei Laghetti del Colbricon. Splendide le asce in bronzo ritrovate casualmente in diverse località della valle che precedono il racconto di uno dei primi insediamenti documentati: il villaggio retico di Sottopedonda, nel comune di Tesero. Curiosi, oltre alle numerose ceramiche ritrovate durante gli scavi, alcuni oggetti legati al mondo del sacro, come gli astragali di Sottopedonda o le verghette divinatorie in bronzo rinvenute casualmente a Cavalese. Due misteriosi tintinnabula provenienti dal villaggio romano del Doss Zelor permettono di avvicinarsi alle attività rurali praticate in zona. Le ultime sale del percorso sono dedicate ai periodi più recenti della storia di Fiemme ed espongono una serie di preziosi oggetti ornamentali: la fibula in bronzo a croce proveniente da San Valerio, i numerosi bracciali in bronzo ritrovati in diverse località fiemmesi; i corredi di alcune sepolture della metà – seconda metà del IV sec. d.C. ritrovate a Cavalese, un orecchino a cestello in bronzo dorato, vaghi di collana in pasta vitrea e una serie di oggetti propri della cultura longobarda (inizi del VII sec. d.C.).
Nello studiolo dell’antica residenza vescovile, infine, trova posto un manufatto che ritorna a Cavalese dopo più di 120 anni: un fonte battesimale impreziosito da figure scolpite, oggi custodito a Innsbruck, ma proveniente dalla demolita chiesa di San Valerio. La mostra è arricchita da video-interviste con archeologi e da un video che valorizza digitalmente un osso inciso proveniente da Sottopedonda, Tesero. Attraverso una narrazione coinvolgente, si conoscerà la storia di uno dei reperti più preziosi dell’esposizione, recante un’iscrizione in alfabeto retico dedicata a una divinità celtica.
Eventi collaterali dedicati a grandi e piccoli permetteranno di approfondire i contenuti dell’esposizione durante tutti i mesi di apertura. Per rimanere aggiornati sugli eventi e le attività è possibile consultare il sito: www.palazzomagnifica.eu nella sezione Eventi. La mostra sarà aperta dal 14 luglio 2024 al 21 aprile 2025 Orari del periodo estivo (dal 14 luglio al 30 settembre) sullo stesso sito.