“Votare con la Schlein per una poltrona è imbarazzante. Meglio senza vicepresidenti che con Verdi e sinistre”. La Lega non usa mezzi termini per criticare la posizione in Europa dell’alleato di governo, del vicepremier e leader di Forza Italia, Antonio Tajani che aveva rivendicato la “coerenza” del suo partito nel ‘Si’ al mandato bis di von der Leyn alla guida della Commissione europea rimarcando, allo stesso tempo, la distanza dei Popolari dalla sinistra.
Antonio Tajani non si sente “imbarazzato” – come dice Salvini – per aver votato von der Leyen in compagnia di Socialisti e Verdi. “No. È davvero puerile sostenere che il tuo peso dipende da chi fra gli altri vota il tuo candidato, perché – lo ricordo – Ursula von der Leyen era la candidata del Ppe, il partito centrale in Europa, del quale noi siamo componente fondamentale. Sarebbe come se io dicessi che Salvini ha votato con Salis, Rackete, Fratoianni e Conte” dice il segretario di Forza Italia in una intervista a “Il Corriere della Sera” che poi aggiunge: “Mi attengo ai fatti: noi siamo influenti nella governance Ue, i Patrioti sono ininfluenti. Avendo due donne del Ppe ai vertici dell’Europa siamo una garanzia per la stabilità delle istituzioni europee. I primi sondaggi ci danno in crescita, si conferma la bontà della nostra scelta”.
Il leader azzurro rivendica quindi “la scelta coerente” del suo partito “perchè la von der Leyen è stata eletta” dal congresso del Ppe a Bucarest. “Se andiamo a confrontare il programma letto dalla von der Leyen, quello dei Popolari e quello di FI sono praticamente sovrapponibili. Siamo in perfetta sintonia sul tema dell’immigrazione, delle piccole medie imprese, dell’agricoltura, del Mediterraneo e della salute. Sul tema dell’economia verde – precisa Tajani – è vero che von der Leyen dice ‘andiamo avanti con il Green deal’ ma ci sono delle questioni di grande importanza come la neutralità tecnologica e c’è la possibilità di rivedere la scellerata norma che impone il blocco delle auto non elettriche al 2035”.
Per il vicepremier di FI “solo chi non legge quello che c’è scritto puo’ dire che il programma della von der Leyen sia di sinistra. Nella futura Commissione europea ci sarà una maggioranza relativa di commissari del Ppe. Quindi il Ppe darà la linea e darà le carte. Noi staremo nella cabina di comando e questo ci permetterà di vigilare affinchè non ci siano deviazioni che vadano nella direzione sbagliata soprattutto per quanto riguarda il cambiamento climatico. Certamente le estreme destre come la Le Pen sono fuori da qualsiasi gioco”.
La lunga analisi del ministro degli Esteri si sofferma poi sui “vicepresidenti di Roberta Mestola” riconfermata alla guida del Parlamento europeo sottolineando che “sono stati eletti i vicepresidenti dei conservatori” mentre “non sono stati eletti i vicepresidenti dei Patrioti. E quindi ancora una volta i Patrioti si dimostrano ininfluenti. Anche i Patrioti italiani – continua il segretario di FI – rischiano di essere ininfluenti all’interno dei Patrioti europei pero’ questo lascia il tempo che trova.”.
Infine, Tajani cita un sondaggio, uscito dopo il voto di Strasburgo, da cui emerge che “Forza Italia è l’unica forza che cresce nel centrodestra. Questo dimostra che per gli italiani, al di là di quello che dice propaganda avversaria, stiamo facendo il giusto e stiamo perseguendo l’obiettivo di allargare i nostri consensi fino ad arrivare al 20 per cento”.
Tajani, poi, spiega perché Forza Italia ha votato per la von der Leyen e FdI no: “Perché siamo forze diverse con programmi diversi. Per fare un esempio, noi siamo per l’abolizione del voto all’unanimità, loro no. E poi, rispetto alle nostre richieste, abbiamo avuto risposte molto convincenti: dall’agricoltura ai giovani, dall’immigrazione alla burocrazia, dalla neutralità tecnologica all’ambiente, tanto che i Verdi non sono contenti. Non abbiamo avuto dubbi”.
Quindi sulla possibilità di un futuro ingresso di Meloni nel Ppe, dice: “Io penso che l’equilibrio e la stabilità dell’Europa, che è ciò che mi preme, sia dato dal fatto che il Ppe ha un partito alla sua destra, i Conservatori, e uno alla sua sinistra, i Socialisti. Poi sui singoli temi ci possono essere convergenze diverse in Parlamento”. Il vicepremier e ministro degli Esteri è convinto che le divisioni sul voto non indeboliscono l’Italia: “Non credo proprio, perché gli incarichi in Commissione vengono assegnati a seconda del peso del Paese, e l’Italia ha grande peso politico ed economico. Mi aspetto un commissario con portafoglio importante che sia vicepresidente: quando eravamo noi al governo lo abbiamo avuto”.
Infine, Tajani si dice convinto che il voto non peserà sulla tenuta del governo: “Apparteniamo a famiglie politiche diverse in Europa, ma in Italia abbiamo un programma unico e siamo una coalizione coesa dal ’94”.