Il generale Vannacci lancia un nuovo partito: ‘Il monda al contrario’. Probabile un addio politico a Matteo Salvini

Doveva essere un’associazione culturale come affermavano i promotori quando la lanciarono, ad agosto dello scorso anno. Oggi, arriva  l’ammissione: il Mondo al contrario, che già a gennaio aveva aperto il tesseramento, «si appresta a divenire una realtà anche politica», scrivono sul proprio sito. Sarà il partito di Roberto Vannacci? Un correntone dentro la Lega? C’è anche la prima festa programmata: 19-20 settembre a Viterbo, la “Noi con Vannacci”, nome che fa il verso alla “Noi con Salvini” che accompagnava il primo tentativo del “Capitano” di sfondare al sud.

Il generale eletto in Europa con il Carroccio sta tessendo da tempo la sua personalissima tela. «Vannacci ci userà come un taxi», era il refrain dei malpancisti di fronte alla candidatura del militare sospeso dall’esercito.

Vannacci, forte del successo elettorale, sembra intenzionato a fondare un suo partito segnando una possibile “rottura” con Salvini.

Dopo il trionfante ingresso al Parlamento europeo il generale  Vannacci potrebbe presto avviare un nuovo partito, allontanandosi dal partito che lo ha portato a Bruxelles.

Il cambiamento di rotta è stato annunciato indirettamente attraverso un post pubblicato sulla pagina Facebook del comitato “Il mondo al contrario“, dove si è fatto riferimento ad un evento “dedicato” al giornalista Matteo Pucciarelli di Repubblica, del quale pubblichiamo qualche estratto tratto dai suoi pezzi giornalistici:

“Lei Zan che è un omosessuale non rappresenta la normalità per un fatto statistico”, ha affermato il generale durante un confronto televisivo con il parlamentare del Pd, Alessandro Zan. Vannacci cerca di giustificare molte delle sue posizioni estreme con la statistica; chi non corrisponde ad alcune caratteristiche prevalenti è un divergente, dunque non è normale. Con le sue affermazioni, il militare rivendica il diritto alla totale libertà d’espressione contro “la dittatura del politicamente corretto”.

In una dinamica fondata su un’interpretazione illiberale del diritto che corrisponde alla “dittatura della maggioranza” descritta da Tocqueville nella Democrazia in America, Vannacci rivendica il diritto all’uso di parole offensive – le persone gay diventano “pederasti, froci o ricchioni” – perché nel frattempo rifiuta il diritto altrui, e in particolare delle minoranze, a non venire discriminato, insultato, attaccato.

«Vogliono destrutturare la società, perché una società destrutturata è più facile da guidare. Vogliono sfasciare la famiglia, anche perché i singoli individui consumano di più…». Ma vogliono chi? «I gruppi di potere. Le lobby. I gruppi di pressione sui vari temi, dai gay all’ideologia green. Ma se abbattiamo le statue di Cristoforo Colombo, se ci vergogniamo delle nostre radici, dei nostri eroi, della nostra identità, addirittura del nostro progresso demonizzato come inquinante, saremo spazzati via. L’Occidente sarà sopraffatto. Perché il resto del mondo, la Russia, la Cina, il mondo arabo, va nella direzione opposta».

Una dinamica fondamentale per capire la logica del discorso di Vannacci si trova nel suo riferimento a forze occulte e “gruppi di pressione”. In una delle sue prime interviste il generale aveva dichiarato a Repubblica: “una lobby gay guida l’informazione… nulla viene fatto a caso. C’è qualcuno, un gruppo di pressione che opera.” Una matrice complottista con tratti particolarmente inquietanti si trova ugualmente quando dichiara: “C’è stata la Shoah, va bene, ma questo non configura la religione ebraica come protetta”. Come spiega Zeffiro Ciuffoletti nel suo classico La retorica del complotto, “gruppi politici, partiti, ideologie, apparati, cercano con l’ausilio delle teorie del complotto e dei connessi schemi interpretativi di dominare situazioni che sfuggono dal loro controllo e di spiegare come mai non si sia raggiunto il paradiso in terra, e il miglioramento radicale dei rapporti economici e sociali o anche di spiegare le sconfitte e di individuare i cospiratori. Le forze oscure che impediscono l’instaurazione del paradiso in terra vengono, quindi, presentate come cospiratori”. Nel paradiso di Vannacci non esistono gay e gli Italiani hanno la pelle chiara.

«Mussolini è uno statista come lo sono stati anche Cavour, Stalin e tutti gli uomini che hanno occupato posizioni di Stato: è la prima definizione di ‘statista’ sul dizionario»6. E anche: «Il fascismo è finito tanti anni fa. È come se io dicessi di qualcuno che è antinapoleonico: roba da ridere».

Vannacci ha condotto la sua campagna elettorale nel terreno di gioco del politicamente scorretto, cercando in modo a volte ambiguo ma spesso esplicito – mantenendosi sempre in un gioco con la soglia del dicibile – il voto dei nostalgici del regime. Per la Lega di Salvini si tratta di un’operazione che ha un senso strategico: si tratta di rivolgersi a un elettorato rimasto deluso dal “tecnosovranismo” di una Giorgia Meloni, erede della tradizione missina che era però già ritenuta una “traditrice” da alcuni neo-fascisti prima di diventare capo del governo.

In tali post, i sostenitori di Vannacci hanno manifestato la loro gratitudine verso il giornalista, ritenuto responsabile di aver aumentato la popolarità del generale grazie alla sua critica pubblica.

L’annuncio contiene anche un invito a partecipare ad un “brindisi nazionale” il 17 agosto 2024, giorno simbolico per il comitato, indicato come il “Pucciarelli’s day“.

Questo evento, che potrebbe sembrare una semplice presa in giro, nasconde in realtà l’intenzione di trasformare il comitato in un vero e proprio soggetto politico, con tanto di tesseramento già avviato.

Il legame tra Vannacci e la Lega di Salvini sembra sempre più tenue. Nonostante il generale abbia ottenuto circa mezzo milione di voti, è evidente che una buona parte di questi provenisse già dall’elettorato leghista.

Fabio Filomeni, presidente del comitato pro-Vannacci, è rimasto vago sul futuro del gruppo, dichiarando: “Quale sarà il futuro del Comitato? La risposta certa può darla solo lo scorrere del tempo“.

Tuttavia, ha lasciato intendere che il comitato stia lavorando ad un “progetto ambizioso“, insieme al segretario Bruno Spatara, noto per le sue precedenti affiliazioni con Forza Nuova e Casa Pound.

Va detto che di indizi Vannacci e soci ne lasciano disseminati parecchi, ed è difficile pensare che tutto ciò sia casuale. Dopo la trovata della campagna elettorale del generale sulla Decima Mas – corpo tristemente famoso per le brutalità commesse contro i partigiani -, l’europarlamentare ha continuato imperterrito a pubblicizzare la ormai tornata famosa X, con ripetuti richiami e gestualità alla Decima e alla sua effige in latino. Il tutto condito da chiari richiami alla terminologia neofascista, da “me ne frego” all’esaltazione del “cameratismo”. Neofascismo sì, ma politicamente corretto, sempre attento a non dire apertamente ciò che è chiaro a tutti. Nel mentre gli “amici del nordest”, come si definiscono, organizzano iniziative pubbliche con anche un simbolo di partito, o movimento, sempre la X su sfondo arancione e la scritta Vannacci.

Il presidente del Comitato, il colonnello in congedo Fabio Filomeni, si fa le domande e si risponde da solo, dicendo e non dicendo: «Quale sarà il futuro del Comitato? La risposta certa può darla solo lo scorrere del tempo», ha scritto sul Corsaro della Sera, pubblicazione quindicinale friuliana diretta da Marco Belviso, personaggio che a Udine fa eventi con Vannacci stesso, prima e dopo l’elezione; ma anche con Roberto Fiore e Forza Nuova per dire “Basta islam”. Belviso in questi giorni contesta da destra Annamaria Cisint, collega leghista a Bruxelles del generale, famosa per il suo anti-islamismo militante, ma troppo moderata per i gusti di Belviso.

«Da questo legame è nato un progetto ambizioso. Chi deve sapere sa. La storia insegna che i grandi cambiamenti avvengono grazie alla tenacia e determinazione di persone umili», scrive Filomeni parlando invece di Bruno Spatara, già paracadutista della Folgore, estremista di destra con un passato in Casapound e Forza Nuova e oggi segretario del Mondo al contrario. Vannacci e proseliti insomma dichiarano apertamente grandi ambizioni egemoniche (“lo tsunami sta montando”, è la ripromessa sempre di Filomeni, foto di lui con Vannacci, Spatara e Gianluca Priolo, l’altro animatore del Comitato), senza mai citare partiti o realtà esistenti, ma ricordando in continuazione il successo editoriale ed elettorale.

Il vannaccismo è insomma un mondo a sé, pronto a lanciare la propria opa a destra, rimasticando schemi retorici che Lega e FdI hanno in parte annacquato: “patriottismo”, “identità”, battaglia aperta contro l’immigrazione e la fantomatica teoria gender, contro le lobbies (e pensare che il Vannacci deputato europeo ha fatto due riunioni registrate, finora, entrambe con delle note realtà francescane, senza scopo di lucro, come Assarmatori e Associazione dei costruttori europei d’automobile), amicizia con la Russia e critica aperta alla Nato. Sembra di rivedere Salvini e Giorgia Meloni qualche anno fa, ora però l’uomo forte “non è un sovranista di cartone”, come da lode di Vittorio Gigliotti, animatore di Cantiere Laboratorio, associazione filo-russa che ha sostenuto Vannacci; no, è un militare, cioè un plus per chi si rifà ai valori e alla fantasie dell’estrema destra.

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