Una veduta di Palazzo Chigi dove è in corso un nuovo vertice di governo sul testo del decreto di Agosto, Roma 6 agosto 2020. MAURIZIO BRAMBATTI/ANSA

Governo al rientro dalle vacanze con diversi temi: politica estera, giustizia, autonomia differenziata, rai, balneari

“Noi su tutto troveremo la quadratura del cerchio come sempre. Dalla sinistra non prendiamo lezioni. E sono diplomatico”: parole  di Luca Ciriani, ministro per i Rapporti col Parlamento, commentando in un’intervista al Corriere della sera le divisioni tra i partiti di maggioranza su diversi temi d’attualità: dalla politica estera alla giustizia, passando per le nomine Rai.

“Anche sul decreto carceri abbiamo trovato una sintesi senza troppe difficoltà e nonostante le sensibilità diverse. La riforma della giustizia, inclusa la separazione delle carriere su cui c’è una proposta depositata, fa parte del programma. È una necessità del Paese”, spiega Ciriani. Per il ministro i cittadini non rischiano soprusi dalla cancellazione dell’abuso d’ufficio: “I cittadini al contrario avranno benefici da quella abrogazione. Potranno contare su sindaci per bene che amministrano la cosa pubblica con più serenità, senza rischiare la gogna da innocenti, per qualsiasi denuncia”. E non vede rischi di una procedura d’infrazione: “Non credo: il corpus giuridico mantiene molte norme per perseguire attività contrarie all’interesse dell’amministrazione pubblica”.

Un tema sul tavolo del Guardasigilli Carlo Nordio è la limitazione del ricorso alla custodia cautelare: “Prima di procedere se ne parlerà con il ministro e all’interno della maggioranza. C’è un’ipotesi, una sensibilità innescata dalla vicenda Toti, ma non ci sono testi scritti. Valuteremo bene, con prudenza, senza particolare urgenza”.

Sull’Autonomia, prosegue l’esponente di Fratelli d’Italia, “ci attaccano ma la legge Calderoli esiste perché è stata fatta la riforma Prodi nel 2001. E’ chiaro che” quella delle opposizioni è una obiezione strumentale, ipocrita, contraddittoria. Capisco le perplessità, ma basta spiegare bene la norma per risolverle: l’autonomia differenziata non toglie nulla a nessuno e aggiunge qualcosa a chi lo vuole. Farà breccia anche tra gli italiani”, ha concluso il ministro.

’Unione europea chiede risultati immediati, ma il governo Meloni prova a prendere tempo con una proroga per i balneari al 2025, che in alcuni casi arriverà al 2029 e oltre. Dopo la scadenza delle proroghe arriveranno poi le gare, che invece l’Europa e il Consiglio di Stato vorrebbero subito. Si tratta del nuovo piano che l’esecutivo proporrà a Bruxelles’. È Il Sole 24 Ore ad anticipare la bozza del governo. Il piano parte dall’assunto secondo il quale le attuali concessioni sono in vigore almeno fino al 31 dicembre 2024, scadenza che va prorogata di 356 giorni in caso di ragioni oggettive che impediscono di mettere in atto le gare. Questa la tabella di marcia ipotizzata dal governo:

si procederebbe fissando una scadenza generale delle concessioni per tutti al 31 dicembre 2025;

nel frattempo andrebbe messa in atto una nuova mappatura delle coste, che confluirebbe in un decreto del presidente del Consiglio da emanare entro il 30 aprile 2025;

la proroga delle concessioni sarebbe estesa al 31 dicembre 2027 nelle regioni in cui le spiagge libere risulteranno inferiori al 25%;

la proroga delle concessioni sarebbe estesa al 31 dicembre 2029 nelle regioni in cui la percentuale di superficie ancora concedibile sarà superiore al 25%.

A scadenza di queste date si aprirebbero infine le gare, come chiedono Unione europea e Consiglio di Stato. La linea del governo è dunque quella di rimandare le gare laddove ci siano più spiagge libere.

Se il Dpcm con la mappatura non verrà approvato entro la scadenza stabilita, i Comuni dovranno comunque avviare le gare entro il 31 agosto 2025. Per poter completare la procedura, rimarrebbe in vigore solo una proroga “tecnica” fino al 31 dicembre 2025.

Una nuova mappatura delle spiagge è già stata richiesta dall’Unione europea. Dovrebbe essere messa in atto sia con i dati disaggregati su base regionale sia con i dati qualitativi. L’obiettivo è definire se la spiaggia considerata libera sia realmente accessibile e se sia di interesse per potenziali nuovi concessionari: oltre alla bellezza della spiaggia in sé vanno considerati anche altri fattori, come l’accessibilità e le opere di urbanizzazione.

Il piano prevede poi che gli attuali concessionari possano esercitare il diritto di prelazione: in mancanza di altre offerte la concessione verrebbe prolungata automaticamente di 7 anni. Facendo un’ipotesi, in caso di stabilimento balneare situato in una regione che ha ancora oltre il 25% di spiagge libere, la prelazione permetterebbe all’esercente di restare in pista fino al 2036.

Indennizzi

Nel caso di perdita della concessione in seguito alla gara, i vecchi titolari avrebbero diritto a un indennizzo da determinare in base a una perizia.

Aumenti del canone del 10%

Ai balneari si chiederà poi un incremento del canone di concessione del 10% nel caso in cui l’aggiornamento con un decreto del Mit non venga adottato entro il 30 aprile del 2025.

Quanto guadagnano i balneari

Gli stabilimenti balneari in Italia sono circa 7.000. I canoni di concessione sono pressoché simbolici: si parla di una media di 3.200 euro l’anno, l’1,2% dei ricavi su dichiarazioni dei redditi medie che si attestano a quota 10.000 euro annui. I dati sono stati forniti da Infocamere.

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