“Il premierato non è una riforma eversiva”. A ribadirlo a chiare lettere è la ministra Maria Elisabetta. In vari video dai suoi profili social ha rispedito al mittente le critiche abnormi che sono piovute sul governo, chiarendo che il Pd è stato in dieci anni al governo senza voto. “L’opposizione ci accusa di voler introdurre, con la riforma del premierato, un sistema di governo illiberale: antidemocratico, pericoloso per le libertà costituzionali. Si è invocata addirittura la necessità di una resistenza fisica, muscolare, violenta alla proposta del governo. Nulla è vero, sono tutte accuse strumentali. Lo dico da liberale della prima ora; da figlia di chi ha combattuto davvero per la conquista delle libertà perdute; da donna indisponibile a cedere un grammo delle libertà civili e politiche consacrate dalla Costituzione”.
“Perché non può essere un atto di eversione prevedere che il popolo italiano scelga non soltanto chi lo deve rappresentare in Parlamento; ma anche chi lo dovrà governare”.
«Non è antidemocratico stabilire che a guidare il governo sia soltanto chi si è sottoposto al voto popolare e non più tecnici che non hanno alcuna rappresentatività. Non è illiberale pretendere che la volontà espressa nelle urne dai cittadini sia rispettata. Anziché essere considerata, come accade oggi, poco più di una pagina bianca sulla quale gli eterni professionisti del trasformismo e dei giochi di palazzo possono scrivere qualunque trama”.
“Il premierato non è estaneo alla nostra storia costituzionale. Dell’elezione diretta del presiente del consiglio parlò già in assemblea costituente Costantino Mortati: uno dei massimi costituzionalisti del ‘900. E fu proposta da partiti di vario orientamento e colore. Quando ne parlarono esponenti della sinistra, comeAugusto Barbera, parlamentare comunista e oggi presidente della Corte Costizionale, nessuno denunciò il rischio di una deriva autoritaria. Nessuno sottoscrisse appelli a difesa della Costituzione o si mobilitò contro i “nuovi barbari”.
“Oggi che quella stessa proposta viene dal centrodestra si innalzano le barricate del pregiudizio e le doppie verità. E si disconosce la legittimazione di un governo eletto a cambiare la Costituzione a maggioranza. Dimenticando che il centrosinsitra lo ha fatto e con solo 4 voti di margine quando fu introdotto il Titol V . Noi andremo avanti senza lasciarci intimorire. Vogliamo riportare al centro della politica il rispetto della sovranità popolare”.