Il sottosegretario Delmastro tra sigaretta e carcere di Brindisi

Da quando il decreto Carceri è diventato legge, le opposizioni sono partite all’attacco contro il provvedimento, affermando che sia un mero spot elettorale per la maggioranza di governo, ma che non faccia assolutamente nulla per migliorare la situazione degli istituti penitenziari, tra sovraffollamento e un drammatico numero crescente di suicidi in cella. Sono diversi i parlamentari che in questi giorni stanno facendo visite alle carceri per tenere alta l’attenzione e vedere di persona le condizioni in cui vivono i detenuti. E ieri, nel giorno di Ferragosto, anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, non ha voluto essere da meno. “Penso che con la nomina del commissario straordinario, e con l’attuazione del nuovo decreto Carceri entro i prossimi due o tre mesi cominceremo a vedere i risultati”, ha detto il Guardasigilli al termine della sua visita al carcere femminile della Giudecca, a Venezia.

Secondo le opposizioni, però, con il decreto Carceri non si risolverà nemmeno in mesi: “In tutta Italia abbiamo un sovraffollamento inaccettabile e il provvedimento del Governo Meloni su questo tema è fuffa spaziale, anche a giudizio degli operatori del settore”, ha scritto su X Matteo Renzi, che invece a Ferragosto si è recato in visita al carcere di Sollicciano. Una struttura che, ha proseguito l’ex presidente del Consiglio, “andrebbe distrutta e rifatta da capo anche per agevolare il lavoro delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria oltre che per garantire una condizione civile ai detenuti”.

Poi ha concluso: “Sia chiaro: chi sbaglia deve pagare ma le condizioni di un carcere devono essere umane, altrimenti è lo Stato a violare la legalità. Mi sono rimaste impresse alcune storie delle oltre 500 persone che vivono a Sollicciano: considerate che quasi la metà è ancora in attesa di giudizio definitivo. E questo dato dovrebbe interrogare profondamente la politica e tutto il mondo della giustizia. Esco da Sollicciano con impresse nel cuore le immagini di alcuni ragazzini più giovani dei miei figli. E penso che una politica che non si occupa del disagio, della salute mentale, delle dipendenze e naturalmente del carcere non è una politica seria”.

Anche il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, ha deciso di visitare un istituto penitenziario nel giorno di Ferragosto. Ha scelto il carcere di Brindisi, scatenando però le polemiche. Per prima cosa per la foto (poi cancellata) pubblicata sui suoi profili social in cui lo si vede all’interno dell’edificio con una sigaretta accesa tra le dita, a pochi passi da un cartello che segnala come sia vietato fumare.

La foto ha rapidamente fatto il giro dei social, con il profilo X non leggerlo tra i primi a segnalare la gaffe del politico.

“Grande rispetto per le leggi e le regole! Non potevamo aspettarci niente di più”, ha ironicamente commentato un utente.

“Un bell’esempio di educazione civica e rispetto delle regole di convivenza. Ma che popolo siamo!?”, ha scritto un altro profilo con tono indignato.

Dopo alcune ore, in seguito alle numerose segnalazioni, Delmastro ha rimosso il post dal proprio profilo Instagram.

Insieme all’immagine incriminata, altre 9 foto allegate sono state cancellate.

Troppo tardi, a ogni modo: il contenuto era già diventato virale e non ha evitato al politico una valanga di rimproveri.

Un’altra polemica è stata suscitata dal fatto che a Taranto Delmastro avrebbe completamente ignorato i detenuti, incontrando solo gli agenti della polizia penitenziaria. Parlando con i giornalisti all’uscita della casa circondariale, Delmastro ha detto di non essersi “inginocchiato alla mecca dei detenuti“, sottolineando che il governo Meloni non ha alcuna intenzione di approvare provvedimenti “svuotacarceri“. A denunciarlo è stato Gian Domenico Caiazza, che in un post sui social ha scritto: “Le parole del sottosegretario alla Giustizia Delmastro Delle Vedove, che sdegnosamente rivendica di aver visitato il carcere di Taranto per incontrare solo la Polizia Penitenziaria, perché lui non si inchina “alla Mecca dei detenuti”, sono di una gravità definitiva”.

E ancora: “Il Sottosegretario proprio non riesce a comprendere che i detenuti (siano essi i peggiori criminali, o persone innocenti in attesa di giudizio) sono affidati alla custodia e quindi alla responsabilità dello Stato e-specificamente- al Ministero che egli indegnamente rappresenta. E se costoro vengono custoditi nelle condizioni indecenti che tutti conosciamo, significa che Delmastro Delle Vedove in quel momento rappresenta formalmente chi ha la responsabilità di quella indecenza (che naturalmente ha molti padri in questi ultimi decenni)”.

Caizza ha concluso affermando che il sottosegretario abbia dimenticato quale sia il suo ruolo e che, di fatto, non dovrebbe ricoprire quell’incarico: “Se va in carcere e parla solo con polizia penitenziaria e il personale amministrativo, rivendicando con orgoglio di aver ignorato i detenuti, non solo appicca il fuoco di una contrapposizione esplosiva tra “buoni” e “cattivi”, ma dimostra di non avere la minima idea di quali siano il suo ruolo e le sue responsabilità. Chi confonde la politica con la propaganda becera delle proprie idee, non può avere responsabilità di Governo di questa importanza”.

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