Regionali in Umbria: Stefania Proietti, sindaca di Assisi, per il centrosinistra sfiderà la leghista, Donatella Tesei, per il governatorato

In autunno, tra la fine di ottobre e la fine di novembre, si terranno tre elezioni regionali: in Umbria, in Emilia-Romagna e in Liguria si voterà per eleggere i nuovi consiglieri regionali e il nuovo presidente della giunta. In Liguria il voto è stato provvisoriamente fissato per il 27 e il 28 ottobre, in Emilia-Romagna per il 17 e il 18 novembre, mentre in Umbria non si è ancora deciso.

È piuttosto probabile che il governo di Giorgia Meloni scelga di indire un cosiddetto election day, cioè di concentrare tutte e tre le elezioni in una stessa data, cosa che permetterebbe di risparmiare sui costi connessi all’organizzazione del voto. I dirigenti dei partiti di maggioranza ci stanno ragionando: una decisione ufficiale in tal senso non è ancora stata presa, ma in molti, informalmente, la descrivono come scontata.

La coalizione di centrosinistra sembra decisamente orientata a candidare amministratori locali e dirigenti politici di rilievo, mentre i leader dei partiti di destra stanno evitando di esporsi per imporre le proprie scelte. Fra l’altro nel caso dell’Emilia-Romagna e della Liguria si sta muovendo nella direzione opposta al centrosinistra, proponendo persone meno legate ai partiti, espressione della cosiddetta “società civile”.

È una dinamica interessante, quella che muove le trattative tra Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, perché stride un po’ con quanto era avvenuto nei mesi scorsi, quando si era votato in altre regioni: in quel caso Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani avevano  creato non pochi contrasti  nel tentativo di esprimere candidati presidenti legati al proprio partito a discapito degli alleati, stavolta c’è invece una sorta di rinuncia preventiva. Siamo insomma in una situazione un po’ bizzarra in cui nessuno dei tre partiti pare voler rivendicare l’indicazione del leader della coalizione nelle varie regioni. Sembra che in tutte e tre le regioni la situazione per la destra non sia così favorevole: e dunque nessun partito tiene a esporsi e a intestarsi una candidatura a cui poi verrebbe inevitabilmente attribuita la responsabilità di una eventuale sconfitta

L’avvicinamento alle elezioni nelle tre regioni al momento è piuttosto diverso. In Umbria si voterà alla fine naturale del mandato quinquennale della leghista Donatella Tesei, prima storica presidente di destra in una regione che dal 1970, cioè da quando le regioni sono state istituite, aveva sempre votato a sinistra.

Stefania Proietti, sindaca di Assisi, è la candidata presidente della Regione Umbria per il centrosinistra, cioè Partito democratico, Movimento 5 stelle, Sinistra e Verdi, Socialisti e movimenti cattolici civici, che insieme formano Un patto avanti, più Italia viva e Azione. Sarà lei a sfidare la governatrice uscente Donatella Tesei, leghista, ricandidata dal centrodestra.

Proietti ha annunciato la sua decisione di accettare la candidatura che le è stata proposta all’unanimità dallo schieramento, in pratica lo stesso che ha sostenuto la candidatura vincente di Vittoria Ferdinandi come sindaca di Perugia. Per Proietti sono scesi in campo anche i vertici nazionali di Partito democratico, Movimento 5 stelle e Sinistra italiana.

In Umbria la data delle elezioni regionali non è stata ancora fissata ma se ne sta valutando una tra metà novembre e l’inizio di dicembre. In autunno si dovrà votare anche in Liguria e in Emilia Romagna. In Liguria il voto è stato provvisoriamente fissato per il 27 e il 28 ottobre, in Emilia-Romagna per il 17 e il 18 novembre.

Nei giorni scorsi, Raffaele Nevi, parlamentare e portavoce nazionale di Forza Italia, ha detto che il partito è “notoriamente a favore dell’election day”. “Penso – ha spiegato – che lo condividano tutte le forze della maggioranza di centrodestra e ora attenderemo le determinazioni del Governo. Ad inizio settembre ci sarà la decisione finale”.

In Emilia-Romagna Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno subito deciso di convergere su Elena Ugolini, ex sottosegretaria all’Istruzione nel governo tecnico di Mario Monti tra il 2011 e il 2013, da sempre vicina al movimento di Comunione e Liberazione, in un’elezione che la vede partire sfavorita rispetto al candidato di centrosinistra, il sindaco di Ravenna Michele De Pascale, vicino al presidente uscente Bonaccini.

In Liguria il centrosinistra sembra intenzionato a proporre un candidato presidente Andrea Orlando, deputato spezzino del PD, più volte ministro. La sua designazione non è ancora certa, ma al momento sembra l’opzione più probabile.

Nel centrodestra, ancora tramortito dallo scandalo che ha coinvolto il governator uscente Toti è subito tramontata l’opzione Rixi, sottosegretario leghista alle Infrastrutture e al momento non sembra esserci ancora alcuna convergenza su un nome spendibile.

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