Lo scorso anno gli era stato affidato l’incarico di preparare un dossier completo al fine di rilanciare l’industria del vecchio continente. Ora Mario Draghi è tornato e ha completato la sua opera. Il 4 settembre ha presentato al Parlamento dell’Unione Europea il suo studio al fine di carpire i motivi che hanno frenato la crescita industriale dell’Europa a livello globale. L’ex premier del consiglio ha la strategia per rilanciare questa economia, ma si parla di un cambiamento radicale.
L’ex boss di Bce e Bankitalia ha completato il suo lavoro. Perché i 27 Paesi che fanno parte dell’Unione Europea non riescono a essere ai livelli di Usa e Cina? È questo il compito che è stato affidato a Mario Draghi, il quale ha preso in considerazione una serie di assiomi economici al fine di scandagliare quelle che sono le problematiche che hanno rallentato anzi frenato la crescita economica dell’industria europea. Il report ha presi in esame sia i punti di forza che le problematiche legate al vecchio continente, con un occhio di riguardo su nuove strategie da mettere in campo e soprattutto sulle possibili opportunità che non si è ancora stati in grado di cogliere.
L’incarico gli è stato affidato, come detto, lo scorso anno proprio da Ursula von der Leyen. Le tensioni elle guerre hanno modificato la geopolitica internazionale e creato forti cambiamenti nel tessuto economico dell’Europa, a partire dai dazi, fino alle sanzioni e così via. La catena naturalmente è infinita e solo un esperto come Mario Draghi può cercare di sciogliere la matassa per trovare i fili e ridisegnare la ragnatela. Lo scopo del suo studio, come da Draghi stesso dichiarato, è capire come colmare il divario produttivo rispetto agli Usa registrato negli ultimi 30 anni.
La forte carenza nel campo degli investimenti nella ricerca e nell’innovazione è uno dei fattori chiave che secondo Mario Draghi hanno portato l’UE ha estendere il suo gap nei confronti dei due più importanti Paesi a livello economico mondiale, Cina e USA.
Il suo dossier si concentra per larga parte sul settore energetico, la difesa e il commercio. Draghi parla di cambiamento radicale per questi settori, ma in che senso? Per l’ex premier innanzitutto è fondamentale centrare i punti più importanti al fine di far pompare nuovamente sangue al cuore dell’Europa. Per Draghi il problema dell’UE è stato infatti quello di focalizzarsi sulle cose sbagliate e per questo sono stati fatti una serie di errori imperdonabili.
Mentre gli USA hanno attirato imprese esterne nella loro industria e la Cina ha migliorato le catene di approvvigionamento tech e green, l’Europa è rimasta al palo. L’Industrial Deal proposto da Draghi è la soluzione che potrebbe risollevare l’economia europea. Investimenti in difesa e sicurezza, ma soprattutto nelle nuove tecnologie, come ad esempio il 5G. UN nuovo sistema normativo poi per migliorare il mercato interno delle startup tech e del credito bancario è fondamentale. Infine, ridurre la dipendenza da altri paesi incentivando la produzione di risorse internamente. Questo dunque il quadro offerto da Draghi per risollevare l’UE.
- pronto il dossier di 400 preparato da Draghi per risollevare l’UE;
- nel suo studio l’ex premier spiega come USA e Cina dominano l’economia;
- l’UE deve affrancarsi dalle risorse esterne e investire su tech, ma serve una nuova normativa anche sul credito bancario.