Il rilancio e la valorizzazione, anche economica, del patrimonio culturale italiano realizzata dall’ex ministro Gennaro Sangiuliano

Come noto, Giorgia Meloni accoglie le dimissioni irrevocabili del ministro Gennaro Sangiuliano, depositate con una lettera e sceglie come successore alla Cultura, Alessandro Giuli, che ha giurato nelle mani del presidente della Repubblica, due ore dopo le dimissioni. Si conclude così, con stile e nel rispetto delle regole, il caso Sangiuliano-Boccia alimentato sui social dalla ‘imprenditrice” di Pompei sul quale si sono gettati a capofitto stampa e opposizioni per giorni e giorni.  “Ringrazio sinceramente Gennaro Sangiuliano, una persona capace e un uomo onesto, per lo straordinario lavoro svolto finora, che ha permesso al governo italiano di conseguire importanti risultati di rilancio e valorizzazione del grande patrimonio culturale italiano, anche fuori dai confini nazionali”, dice la premier.

“Ho preso atto delle dimissioni irrevocabili di Sangiuliano e ho proposto al presidente della Repubblica di nominare Alessandro Giuli, attualmente presidente della Fondazione Maxxi, nuovo Ministro della Cultura”, aggiunge Meloni. “Giuli proseguirà l’azione di rilancio della cultura nazionale, consolidando quella discontinuità rispetto al passato che gli italiani ci hanno chiesto. E che abbiamo avviato dal nostro insediamento ad oggi”. Parola d’ordine continuità nella discontinuità con le precedenti gestioni del patrimonio culturale italiano.

Nella lettera di dimissioni Sangiuliano ringrazia la premier per averlo “difeso con decisione e per l’affetto dimostrato” e si dice “fiero” dei risultati ottenuti nel lavoro al ministero. “So che il lavoro non può essere macchiato dal gossip”. “Agirò contro chi ha fatto circolare fake news”, si legge ancora nella lettera, “le istituzioni hanno un valore troppo alto per sottostare a ragioni singoli”. Poi ribadisce di “non avere mai utilizzato fondi pubblici, nemmeno un euro”. E ancora: “Andrò fino in fondo per verificare se in questa vicenda abbiano concorso interessi diversi. È in gioco la mia onorabilità e giudico importante poter agire per dimostrare la mia assoluta trasparenza e correttezza, senza coinvolgere il governo”. Poi l’ex direttore del Tg2 stigmatizza “l’odio” di un certo sistema politico-mediatico nei miei confronti. “Sono consapevole di aver toccato un nervo sensibile. E di essermi attirato molte inimicizie avendo scelto di rivedere il sistema dei contributi al cinema ricercando più efficienza e meno sprechi”.

Tanti i messaggi di solidarietà e di vicinanza arrivati a Sangiuliano dopo le dimissioni. Tornato nel suo ufficio al ministero, il suo cellulare non smette di squillare. “Ho ricevuto le telefonate di tutti i ministri. Dall’opposizione mi ha chiamato Giuseppe Conte per esprimermi solidarietà umana. Meloni mi ha detto che resterà il buon lavoro e non mancheranno occasioni riscatto”. Ignazio La Russa sui social sottolinea che Sangiuliano ha pienamente ragione nel dirsi fiero dei risultati raggiunti, sotto la sua guida, nell’ambito delle politiche culturali. “Le sue dimissioni non dovute gli fanno onore”, scrive il presidente del Senato, “la mia solidarietà umana è totale”.

“Gennaro Sangiuliano è stato un ottimo ministro. Ha fatto una scelta che gli permette di essere libero e di difendersi e dimostrare che è una persona perbene”, dice Antonio Tajani. ”Comprendo la scelta di Gennaro Sangiuliano, che conosco da decenni e che è per me un amico”, commenta Maurizio Gasparri. ” Questa vicenda e gli errori che ha commesso non cancellano il valore culturale di una persona che riuscirà nel prosieguo del suo percorso a dimostrare che le qualità e i pregi sono superiori agli errori umani”. “Un abbraccio forte all’amico Genny. Hai fatto un lavoro importante come Ministro della Cultura, un lavoro che rimarrà”, è il tweet del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. “Un abbraccio e un ringraziamento a Gennaro Sangiuliano per questi due anni. Benvenuto e buon lavoro ad Alessandro Giuli”, dice il vicepremier e ministro Matteo Salvini.

La cerimonia del giuramento del nuovo ministro Alessandro Giuli si è svolta al Palazzo del Quirinale.  Erano presenti, in qualità di testimoni, il segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti, e il consigliere militare del presidente della Repubblica, Generale Gianni Candotti. Presenti anche la premier Giorgia Meloni e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Quarantonove anni a settembre, giornalista, intellettuale raffinato, Alessandro Giuli ha iniziato la carriera in alcune testate locali e poi è passato al Foglio, dove è diventato professionista nel 2004. Vicedirettore del Tempo nel 2008 e poi condirettore fino al 2017. Da febbraio a novembre 2017 è stato direttore di Tempi. Collabora di Linkiesta, Il Tempo, Libero, il Corriere dell’Umbria. Dal novembre del 2022 è presidente della fondazione Maxxi, ruolo nel quale ha dimostrato una propensione enorme nel rilancio museale e nella valorizzazione dell’arte contemporanea. È sposato con la giornalista di SkyTg24 Valeria Falcioni con la quale ha due figli.

“Sono fiero dei risultati ottenuti nel lavoro al Ministero – ha scritto l’ormai ex ministro – e so che il lavoro non può essere macchiato dal gossip”. “Agirò contro chi ha fatto circolare fake news”, si legge ancora nella lettera, nella quale Sangiuliano sottolinea che “le Istituzioni hanno un valore troppo alto per sottostare a ragioni singoli”.

L’ex ministro spiega anche che andrà “fino in fondo per verificare se in questa vicenda abbiano concorso interessi diversi” e sottolinea che nella vicenda “è in gioco la mia onorabilità e giudico importante poter agire per dimostrare la mia assoluta trasparenza e correttezza, senza coinvolgere il governo”. L’ex direttore del Tg2 stigmatizza, inoltre, “l’odio di un certo sistema politico-mediatico, espresso nei miei confronti”.

62 anni, napoletano, cresciuto da sempre, nel mondo della destra, Gennaro Sangiuliano ha iniziato sin da giovane e fare il giornalista. Collaboratore de l’Indipendente, è stato direttore de Il Roma dal 96 al 2001.

È stato quindi capo della redazione romana e poi vicedirettore del quotidiano Libero durante la direzione di Vittorio Feltri. In quel periodo ha scritto anche per il settimanale L’Espresso e per le pagine culturali de Il Sole 24 Ore. Ha iniziato a occuparsi di economia per il mensile Nord e Sud, rivista fondata da Francesco Compagna. Ha scritto per Il Giornale di Napoli durante la direzione di Lino Jannuzzi, per Il Foglio di Giuliano Ferrara e per Il Giornale.

Entrato in Rai nel 2003 come inviato del TGR, Sangiuliano è diventato caporedattore, poi è passato al TG1 ed è stato inviato in Bosnia, Kosovo e in Afghanistan.

Nel 2009 Sangiuliano è stato nominato vice direttore del TG1 durante la direzione di Augusto Minzolini

Il 31 ottobre 2018 è stato nominato dal Cda della Rai, su proposta dell’amministratore delegato Fabrizio Salini, nuovo direttore del TG2, succedendo a Ida Colucci. Ha lasciato la Rai il 21 ottobre 2022 in seguito alla sua nomina a ministro.

I due anni al Ministero e l’impegno per valorizzare l’identità nazionale e recuperare i grandi temi dell’identità nazionale e del pensiero classico. Ha valorizzato il pensiero dantesco, ha ricordato i grandi filosofi del Novecento come Giovanni Gentile e i grandi del Risorgimento come Giuseppe Mazzini, ha rilanciato la produzione dei musei contemporanei e, soprattutto, di tesori come gli Uffizi e il Pantheon

Particolare e forte anche l’impegno per Pompei, il sito archeologico più importante d’Europa, che è stato ulteriormente valorizzato e per la promozione del valore del futurismo, uno dei brand culturali italiani più conosciuti nel mondo.

«In cinque mesi, da luglio a novembre, al Pantheon si sono registrati quasi 1.4 milioni di visitatori, per un incasso che sfiora i 5.3 milioni di euro. Oltre 88mila giovani tra i 18 e i 25 anni hanno goduto della riduzione. Mentre sono stati 296mila gli ingressi gratuiti. La decisione di introdurre un biglietto a pagamento per l’accesso al Pantheon si è rivelata una scelta vincente. Ed è la conferma che questa meravigliosa architettura continua a esercitare un fascino straordinario. Le risorse incamerate, come previsto dal protocollo stipulato ormai un anno fa, sono utilizzate per la manutenzione del monumento, per iniziative solidali e per il restauro del patrimonio culturale dei territori dell’Emilia Romagna colpiti dall’alluvione della scorsa primavera». È il punto del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, commentando i numeri dei primi cinque mesi del Pantheon.

Ed entrando nel dettaglio di numeri e dati, in particolare, a novembre gli ingressi sono stati 260mila per un introito di quasi 930mila euro, con oltre 14mila i giovani tra i 18 e i 25 anni. Mentre quasi 66mila sono stati gli accessi gratuiti. Il contributo raccolto per l’Emilia Romagna è stato di 191.779 euro, innalzando il totale complessivo delle risorse destinate a questo fine a 1.088.780 euro.

Sangiuliano, com’è noto, da ministro si è posto l’obiettivo di costruire un “nuovo immaginario italiano”. Una rivoluzione da far venire l’orticaria a certe latitudini politiche, dove la cultura è sempre stata vista come appannaggio esclusivo della propria visione, non esattamente centrata sui temi dell’orgoglio nazionale. “Quando sono arrivato al ministero non mi sono messo a fare il mero erogatore di spesa, ma mi sono dato anche una prospettiva culturale”, disse qualche tempo fa il ministro, citando tra gli altri l’impegno per il museo della Lingua italiana a Firenze e della Civiltà italiana a Bologna. “Sono atti concreti – spiegò – con un retroterra fortemente culturale per reagire alla decadenza dell’Europa e al nichilismo e per affermare una vitalità prima culturale che poi può tradursi anche in una vitalità politica”.

La costruzione di un “nuovo immaginario”, anche attraverso le mostre.

La mostra su Mazzini, quella sul Futurismo che si aprirà ad ottobre, quella su Gentile, quella sulle riviste del primo Novecento ‘900 vanno in questa direzione. Quelle già celebrate sono state tutte un successo, con buona pace delle polemiche costruite intorno ad alcune di esse. Particolarmente qualificante, poi, la mostra su Tolkien, anch’essa bersagliata da polemiche, salvo poi sbancare in fatto di visitatori ed eco, anche all’estero. L’accusa principale era, sostanzialmente, quella di rappresentare un tentativo di imporre l’immaginario della destra, quando in realtà si parlava della divulgazione di valori universali: “Di Tolkien restano alcuni valori: la solidarietà, l’amicizia, la difesa della natura e soprattutto la salvaguardia dell’umano, dell’individuo con la sua spiritualità che un certo nichilismo vorrebbe cancellare”, spiegò il ministro, rimandando di fatto a quella nuova prospettiva che fa della cultura il perno della reazione alla “decadenza”.

Riuscire a fare cassa con una scelta – anche – morale. Capitolo musei.

Il ministro ha varato una riforma che attribuisce ai grandi musei, ai parchi archeologici e ad altri siti culturali una maggiore autonomia, che ne consente la valorizzazione. Ma questa è roba un tantino da addetti ai lavori. Di più immediata comprensione è, invece, la scelta di mettere a pagamento alcuni siti che prima erano gratuiti. Il “paradigma Pantheon”, insomma. Anche in quel caso apriti cielo. Salvo poi scoprire che il biglietto da 5 euro, che comunque non era contemplato per i residenti, a un primo bilancio aveva portato incassi per più di un milione di euro al mese. Ma non era solo questione di vil pecunia: “C’è anche un discorso morale, etico perché se una cosa ha un valore intrinseco, storico, deve anche essere un po’ pagata. Del resto una famiglia media americana che viene da noi investe in media 10-20mila dollari, quindi pagare 20 euro per la visita di un bene unico ci può anche stare”, spiegò Sangiuliano. Più in generale, specie nelle festività, con la decisione di lasciare aperti i siti, musei e parchi archeologici hanno registrato ingressi record.

La decisione di Sangiuliano di smetterla di finanziare film che non guarda nessuno. Cinema e spettacolo.

Con una copertura di 40 milioni di euro, da quest’anno i lavoratori del settore, moltissimi dei quali perennemente precari per la natura stessa della loro attività, hanno nuove coperture previdenziali che li accompagnano nella discontinuità lavorativa. Da ricordare poi l’impegno per valorizzare il cinema italiano ed europeo con la campagna dei biglietti a 3,5 euro e la decisione – meritoria – di smetterla di finanziare con fondi ministeriali film che nessuno guarda, ma che magari in certi casi fanno comodo a qualche produzione o regista. “Il pieno riconoscimento del valore culturale ed economico del cinema non può esimerci dal denunciare, con forza, le storture e i veri e propri abusi che si sono generati in questi ultimi anni nell’ambito degli aiuti che lo Stato riconosce al cinema che, ricordiamolo sempre, sono soldi dei cittadini italiani”, spiegò il ministro in una lettera al Foglio, che rispondeva alle tante polemiche sulla decisione di riformare il tax credit. “È importante non sprecare il nostro talento, dissipando risorse in progetti cinematografici non sempre di livello adeguato, né dal punto di vista artistico né tantomeno commerciale”, chiarì tra l’altro Sangiuliano, avvertendo che quel meccanismo “non è solo un antieconomico spreco di denaro pubblico, ma anche un disincentivo alla vera creatività, che rischia di affogare in un mare di mediocrità”.

La tutela del patrimonio, dalle sanzioni ai vandali al recupero dei beni trafugati.

Si potrebbero poi citare l’azione per il recupero delle opere trafugate (a maggio di quest’anno, per esempio, ne sono tornate 600 dagli Usa, per un valore di 60 milioni); per la valorizzazione di siti e musei “minori”; per la tutela dei nostri beni con la legge che inasprisce le pene contro i vandali, rimandando alle loro tasche l’onere economico del ripristino; e, sì, anche per la costruzione di una mappa organica all’altezza del compito.

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