Non mi schiero con nessuno. Pronto ad assumermi responsabilità, se occorre

di Andrea Viscardi

Il Premier Monti è stato chiaro: non si schiera con nessuno, non sarà candidato a un particolare collegio, essendo già senatore a vita. Poi ha aggiunto: “Ma se una o più forze politiche, con una credibile adesione a quest’agenda manifestassero il proposito di candidarmi alla presidenza del Consiglio, allora valuterei la cosa. A nessuno, ha aggiunto si può impedire di fare questo. “Sostanzialmente ha ribadito quanto già detto nell’intervista rilasciata ieri ad Eugenio Scalfari su Repubblica, lasciando uno spiraglio aperto a tutta quell’area che va da Casini a Montezemolo a patto che aderiscono alla sua “agenda delle idee” come lui la definisce, ma  che è sostanzialmente il suo programma politico, con un motto molto chiaro ed esplicito: ” o prendere o lasciare”. E’ il trionfo della personalizzazione della leadership che nel contempo segna la fine della personalizzazione dei partiti politici iniziata con Berlusconi e poi passata attraverso Di Pietro, Mastella, Fini, Vendola Casini, che è stato un fenomeno tipicamente italiano e non riscontrabile in nessun altro Paese. Bersani lo aveva capito e con molti rischi e fatica ha fatto prevalere la sua leadership, passando attraverso decisioni collegiali. Il premier uscente in definitiva ha posto condizioni chiare ed inderogabili ,lanciando, nel contempo messaggi, oserei definirli criptici , non decifrabili per la gran parte dei cittadini, ma chiari e decisi ai poteri forti sia in Italia che all’estero. Parlando poi dell’esperienza del Suo Governo è stato anche istrionico ed ironico quando parlando del suo predecessore, al secolo il Cavalier Silvio Berlusconi, ha detto che non riesce a seguirlo nelle sue continue performance, in parole povere lo ha ridicolizzato  con molta eleganza verbale. La personalizzazione della leadership montiana quindi, s’inserisce in un alveo internazionale che già da decenni caratterizza tutte le principali democrazie, dall’America all’Inghilterra, dalla Francia alla Germania. Tutti i grandi Paesi si reggono su capi di governo che hanno poteri decisionali forti per i quali assumono dirette responsabilità verso i propri cittadini. In Italia , però la personalizzazione della leadership non è di facile assorbimento perché mancano riforme istituzionali adeguate per la sua realizzazione. Per cui il progetto del Prof Monti rischia di assumere sempre di più l’aspetto dell’instaurazione di una satrapia eterodiretta da forze straniere che hanno interessi del tutto sconosciuti e che sicuramente non coincidono con quelli del nostro Paese. Sarebbe più onesto e politicamente corretto da parte sua candidarsi, smettendo le vesti del pontefice massimo e quelle di senatore a vita, scendendo nell’agone politico per confrontarsi con i cittadini, circa la validità della sua agenda delle idee e solo questi potranno valutare la loro validità in virtù di un potere-diritto che la Costituzione italiana gli attribuisce.

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