Giulio Andreotti ritorna in campo politico grazie alle dichiarazioni, in un caso gravi, di Rita Dalla Chiesa e dell’ex ministro Paolo Cirino Pomicino.
Pomicino passa, senza imbarazzo, dal famoso “bacio” fra Andreotti e il boss Totò Riina, alle capacità politiche andreottiane.
Giulio Andreotti non capiva niente di politica: parola di Paolo Cirino Pomicino, un grande protagonista della Prima Repubblica che non ha lesinato commenti anche sul presente dell’Italia in una recente intervista. Le parole di Cirino Pomicino fanno discutere: si passa dal famoso “bacio” fra Andreotti e il boss Totò Riina, alla politica attuale. Questo, ben si evince dall’intervista rilasciata al Corriere della Sera: “Dirò una cosa che darà un dispiacere ai suoi tanti detrattori, Andreotti aveva un grande senso dello Stato ed è stato un grandissimo statista. Ma di politica non ci capiva nulla.”
Sorprendenti le sue dichiarazioni che sono in netta contrapposizione con quella che è stata la tipica narrazione della sua carriera. Pomicino si è anche attribuito dei meriti: “Prima che arrivassi io, nella Dc la corrente andreottiana pesava il 5%. C’era giusto nel Lazio e in Sicilia. Poi ci fu l’allargamento alle altre regioni d’Italia, arrivammo noi giovani”.
Si parla poi dei rapporti fra la Dc e la mafia dove Pomicino scagiona Andreotti dal bacio con Totò Riina: “Bacio e Andreotti non possono stare nella stessa frase: se solo gli stringevi la mano, la ritraeva schifato. Figuriamoci un bacio. La mafia era nemica di quella Dc. Alla fine degli anni Ottanta, un giorno che avevo appuntamento con Andreotti, vidi coi miei occhi uscire dal suo studio due persone assieme: erano Salvo Lima e Giovanni Falcone“.
Le affermazioni fatte da Rita dalla Chiesa a Rai Tango scatenano invece una violenta polemica. Suo padre, il generale Carlo Alberto dalla Chiesa, a sua detta, ucciso in un attentato a Palermo nel 1982, sarebbe stato vittima di un omicidio politico. L’esponente di Forza Italia non ha accusato apertamente nessuno, ma ha fatto allusioni che rendono chiaro il riferimento a Giulio Andreotti.
‘Mio padre è stato assassinato “per fare un favore a un politico’, ha ribadito ciò che tempo prima aveva già sostenuto con un post su Facebook e nei suoi libri.
La conduttrice Luisella Costamagna ha dunque domandato chi fosse il politico in questione. Questa la risposta di Rita dalla Chiesa: ‘Una persona che, quando mio padre è andato a Palermo, gli aveva detto ‘Stia attento a non mettersi contro la mia corrente perché chi lo ha fatto è sempre tornato in una bara’
A questo punto la Costamagna ha incalzato la Dalla Chiesa: “Ma se io dico Andreotti?”. A tale domanda Rita dalla Chiesa ha risposto con il silenzio. “Un silenzio che mi sembra assenso”, ha commentato l’intervistatrice.
“Le affermazioni dell’onorevole Rita dalla Chiesa, secondo cui Andreotti sarebbe dietro l’omicidio di suo padre, sono gravissime, indimostrabili e vengono fatte ora che Andreotti non c’è più. La Dc però c’è ancora, e valuteremo le modalità anche legali con cui difendere la memoria del presidente”, ha dichiarato il presidente del partito, Gianfranco Rotondi.
“Le parole di Rita dalla Chiesa, se confermate, sarebbero allarmanti e gravi. Ritengo che debba essere urgentemente sentita dalla Commissione Parlamentare Antimafia”. Questo il commento di Angelo Bonelli di Avs.
“Ho sempre detto e l’ho anche scritto nei miei libri che è stato un omicidio politico, ma il suo nome non l’ho mai fatto e non lo faccio neppure ora perché c’è una famiglia e io delle famiglie ho molto rispetto”, ha spiegato Rita dalla Chiesa al Corriere della Sera.
Andreotti non andò ai funerali del generale: “Disse che preferiva andare ai battesimi. La sua sedia vuota non significa che l’abbia voluto lui, ma che eliminare dalla Chiesa sia stato un favore fatto a lui, perché mio padre poteva essere un pericolo per la corrente Dc allora a capo dell’Isola. All’epoca è stato detto mille volte, cercate la verità nella Democrazia Cristiana”, ha aggiunto la parlamentare.