Norberto De Angelis, vicepresidente del comitato “Mondo al contrario”, si dimette

«Il mondo al contrario», l’associazione culturale ispirata al bestseller che ha reso famoso Roberto Vannacci, ancora non esiste come partito – secondo qualcuno potrebbe nascere il prossimo 23 novembre a Grosseto – ma già ne vive gli stessi problemi. Una pioggia di dimissioni dalle Regioni si è infatti abbattuta sul comitato, che non vede, al momento, nessun impegno diretto da parte dell’eurodeputato, che però non ha mai neanche escluso di poterne diventare il leader. Ma già si parla di scissioni e di implosioni. A lasciare, tra gli altri, è stato il vicepresidente Norberto De Angelis, tra i fondatori dell’associazione.

«Le dimissioni – spiega Norberto De Angelis – sono solo frutto di mie esclusive motivazioni personali e non riguardano gli avvenimenti ultimi. Tengo a precisare che la mia vicinanza a Vannacci, mio amico da sempre, non è minimamente variata o indebolita». Il fondatore fa riferimento all’espulsione dal «Mondo al contrario» del coordinatore del Nord Est Marco Belviso, cacciato dal movimento dopo aver espresso in un’intervista una posizione che per i vertici andava fuori dal regolamento tracciato dall’associazione.

Quello di De Angelis non è l’unico addio. A lasciare ‘Il mondo al contrario’ per aderire al movimento di Belviso, è la presidente regionale del Friuli-Venezia Giulia Marika Diminutto. Belviso racconta che si sono uniti a lui anche i rappresentanti del Comitato in Trentino Alto Adige, Tommaso Ferrari e Andrea Martinelli, e una parte dei soci del Veneto. Mentre altri rappresentanti regionali sarebbero pronti ad abbandonare «Il mondo al contrario» per seguire la galassia dei fuoriusciti.

Ma quali sono, nello specifico, gli «avvenimenti ultimi» a cui De  Angelis fa riferimento nella sua lettera di dimissioni, pur escludendo che questi ne siano il motivo? La questione vede per protagonista Marco Belviso, giornalista de Il Corsaro della Sera e Il Perbenista, ormai ex coordinatore regionale dell’associazione «Il mondo al contrario». Prima era responsabile del Nord-est (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna), adesso è arrivato alle carte bollate. Poi, all’espulsione. Due giorni fa era alla stazione dei Carabinieri per querelare tre esponenti de “Il mondo al contrario”: il presidente nazionale Fabio Filomeni, il segretario Bruno Spataro e il tesoriere Gianluca Priolo. Ad essere denunciata dall’ex coordinatore è «un’aggressione squadrista».

A scatenare la rabbia dei tre esponenti dell’associazione ispirata a Vannacci sarebbe stata un’intervista di Belviso al Tempo, in cui l’ex responsabile del Nord-est esprimeva giudizi poco lusinghieri verso la linea filo-governativa di alcuni presidenti di regione del Nord del Carroccio, nella speranza che si avvicinassero più alla linea politica di Salvini.

Belviso si augurava di «spingere il Carroccio verso un orientamento più vicino a quello del generale, ma anche di Anna Maria Cisint o di Susanna Ceccardi, piuttosto che di Luca Zaia o di Massimiliano Fedriga». Un giudizio, questo, che però avrebbe violato l’articolo 3 del regolamento su diritti e doveri degli iscritti. Così come l’ordine di Filomeni di non esprimersi «su temi non inerenti agli argomenti espressi nel libro Il Mondo al Contrario». Da qui la lettera di espulsione che Belviso si è rifiutato di firmare.

Nella missiva era anche sottolineata l’incompatibilità tra le iscrizioni di Belviso al suo gruppo “Gli amici del Nord-Est per Vannacci” con la tessera del comitato. Il giornalista assicura di essersi riunito subito con «venti dei 200 soci degli Amici del Nord-Est per Vannacci» e che continueranno da qui a sostenere il generale. Che sarà loro ospite il 12 ottobre alla Barcolana di Trieste: «Roberto l’ho sentito dopo l’aggressione e mi ha detto che era una cosa di cui non sapeva nulla. Era incredulo. Lui non fa parte di nessuna delle associazioni che lo supportano, che hanno tutte pari dignità. Il vero motivo per cui mi attaccano è che gente come me e come Umberto Fusco di Noi con Vannacci ha più visibilità di loro».

Una questione di visibilità, insomma. Belviso aggiunge: «Infatti, prima di cacciarmi, hanno provato a dirmi che dovevo scegliere fra il giornalismo, che è il lavoro con il quale mi guadagno da vivere, e la militanza nel Mondo al Contrario. Le mie amicizie e le mie relazioni li impensierivano. E poi trattano l’associazione come una Srl», conclude Belviso. La replica di Filomeni promette scintille: «La lettera del Comitato di Gestione consegnata al signor Belviso e dallo stesso resa pubblica è già eloquente sulle motivazioni della sua espulsione dal Comitato del quale ad oggi non ne fa più parte e non può parlare a nome dello stesso. Se questo signore persiste nell’esprimersi in termini lesivi dell’onorabilità del Comitato o dei suoi appartenenti ci vedremo costretti a rivolgerci nelle sedi opportune».

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