Decreto anti-violenze, Vietri (FdI): “Il Governo Meloni tutela medici e infermieri”

“Il Consiglio dei Ministri, su proposta dei Ministri Schillaci e Nordio, ha approvato il decreto legge che prevede una serie di misure contro le aggressioni nei confronti del personale sanitario. Ancora una volta il Governo Meloni passa dalle parole ai fatti”. Lo dichiara, in una nota, il deputato salernitano Imma Vietri, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Commissione Affari Sociali e Sanità della Camera. “Si tratta di provvedimenti concreti, che nessun governo precedente ha mai adottato, a tutela del lavoro di medici, infermieri e di tutti gli operatori sanitari e sociosanitari che ogni giorno, con competenza e dedizione, si occupano della cura dei cittadini. Con l’approvazione del decreto legge, ad esempio, è immediatamente applicabile l’arresto in flagranza di reato anche differita per chi aggredisce un operatore sanitario. Inoltre viene inasprita la pena per chi danneggia beni all’interno o all’esterno di una struttura sanitaria. Queste misure – sottolinea Vietri – si aggiungono alle altre già approvate lo scorso anno: sono aumentate le pene per gli aggressori, è già prevista la procedibilità d’ufficio, indipendentemente dalla denuncia di chi viene aggredito, e sono stati potenziati i presidi di Polizia negli ospedali. La sicurezza, anche all’interno delle strutture sanitarie, continuerà ad essere una priorità per Fratelli d’Italia”, conclude Vietri.

Il testo contiene le misure urgenti per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari. Il provvedimento voluto dal governo dopo l’escalation di episodi  – si compone di 5 articoli, il primo dei quali va a modificare l’articolo 635 del Codice penale: prevede la reclusione da 1 a 5 anni e la multa fino a 10mila euro. L’articolo 2 prevede che, “quando non è possibile procedere con l’arresto per ragioni di sicurezza o incolumità pubblica o individuale, si considera” l’autore della violenza “in stato di flagranza sulla base di documentazione video-fotografica; o di altra documentazione legittimamente ottenuta da dispositivi di comunicazione informativa o telematica; dalla quale emerga inequivocabilmente il fatto. Sempre che l’arresto sia compiuto non oltre il tempo necessario alla sua identificazione e, comunque, entro le 48 ore dal fatto”.

L’articolo 3 prevede che le telecamere all’interno delle strutture sanitarie andranno segnalate nel rispetto della privacy; mentre all’articolo 4 si precisa che dal decreto “non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. L’articolo 5 ricorda infine che l’entrata in vigore del Dl, che sarà presentato alle Camere per la conversione in legge, scatta il giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale. “Risposta concreta a tutela di medici, infermieri e di tutti gli operatori sanitari e sociosanitari’: è la soddisfazione del ministro Orazio Schillaci che ha illustrato il provvedimenbto in conferenza stampa. Con il decreto “è immediatamente applicabile l’arresto in flagranza di reato anche differita per chi aggredisce un operatore sanitario. Abbiamo mantenuto un impegno preso con chi ogni giorno si dedica con competenza e dedizione alla cura dei cittadini. E non merita di essere oggetto di violenza”.

“Il decreto inoltre  inasprisce la pena per chi danneggia beni all’interno o all’esterno di una struttura sanitaria. Non vogliamo più assistere a violenze nei confronti di donne e uomini del servizio sanitario- ha aggiunto il ministro- : ma neanche alla distruzione di pronto soccorso o reparti. Queste misure si aggiungono alle altre già approvate lo scorso anno, a scopo preventivo e di deterrenza: sono aumentate le pene per gli aggressori; è già prevista la procedibilità d’ufficio, indipendentemente dalla denuncia di chi viene aggredito; e sono stati potenziati i presidi di polizia negli ospedali. Vogliamo che nelle strutture sanitarie e sociosanitarie si lavori in sicurezza”.

“Abbiamo provveduto – ha spiegato il ministro della giustizia Carlo Nordio – in due direzioni. La prima è sostanziale: aumentando la pena per il danneggiamento aggravato sulle pertinenze di strutture sanitarie e non solo fino a 5 anni; che viene coniugato con l’elemento procedurale che impone l’arresto obbligatorio nella flagranza di reato quando sono commesse lesioni, minacce aggravate o danneggiamento nell’ambito delle strutture sanitarie. Il secondo aspetto – prosegue il Guardasigilli – riguarda la flagranza di reato. Che, in questo caso, è estesa nell’ambito delle 48 ore successive. Si tratta di un arresto differito quando le ragioni di incolumità o impossibilità di effettuare l’arresto non consentano l’arresto, che è possibile differire appena scoperti gli autori di questi reati”.

“Un cambio di passo effettivo” con “misure che con buon senso e dopo anni di richieste lanciano un messaggio chiaro: chi rompe paga, chi aggredisce viene punito anche ‘in differita’; e se il reato è commesso da più persone la pena è ancora più pesante”. Lo dichiara Giovanni Migliore, presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso). La Federazione Asl e ospedali esprime dunque soddisfazione per un Dl che “restituisce finalmente importanza e centralità a chi si occupa della salute di tutti i cittadini. E dà valore alle strutture in cui ogni giorno si garantisce assistenza e cura”. Bene il governo. Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri esprime soddisfazione. Così come la maggior parte delle categorie degli infermieri e personale sanitario per il decreto legge. “Apprezziamo la velocità con cui si è mosso il ministro. Si è passati dalle parole ai fatti”, dice all’Adnkronos Salute Pierino Di Silverio, segretario nazionale del sindacato dei medici dirigenti del Ssn Anaao-Assomed. Le misure che si stanno predisponendo e soprattutto la decisione di procedere con un decreto ‘ad hoc’ sono un segnale importante.

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