Santanchè, tra tribunale, Visibilia e rischio dimissioni

Martedì sera, a Roma, è andata in scena la festa dell’Arabia Saudita. Nonostante la drammatica situazione in Medio Oriente, sono state apparecchiate tavolate faraoniche per celebrare il regno: sede dell’evento, le Corsie Sistine che si trovano nel complesso ospedaliero di Santo Spirito in Sassia, a due passi dal cupolone di San Pietro. Tra quintali di cibo, alla festa è arrivata Daniela Santanché, ministra del Turismo, accolta con entusiasmo dai principi.

Il destino giudiziario, e forse anche politico, di Daniela Santanchè ha cominciato  a decidersi ieri  a Milano dove ha preso  il via l’udienza preliminare per decidere l’eventuale rinvio a giudizio della ministra del Turismo per le accuse di falso in bilancio di Visibilia. Il ministro del Turismo incassa un successo rilevante nella sua vicenda giudiziaria, visto che il commissario giudiziario nominato dal Tribunale per gestire Visibilia Editore, la principale azienda della galassia Visibilia finita nel mirino dei pm, dà il via libera all’aumento di capitale deliberato nell’assemblea dei soci del 25 luglio scorso. L’aumento di capitale verrà sottoscritto da Athena Pubblicità, una società della stessa Santanchè che si ritroverà in questo modo nuovamente alla guida della sua principale creatura, l’unica quotata in Borsa.

Per l’altro filone d’indagine, quello sulla cassa integrazione Covid, la convocazione in tribunale è invece in calendario per la settimana prossima, mercoledì 9 ottobre. Anche in questo caso Santanchè rischia di essere mandata a giudizio, questa volta per truffa aggravata ai danni dell’Inps.

Le ultime dichiarazioni della ministra lasciano pensare che sia decisa a difendere la poltrona anche se le cose dovessero mettersi male per lei in Tribunale, in caso, quindi, di rinvio a giudizio in uno o entrambi i procedimenti a suo carico.

«Non mi pare ci sia qualcuno che abbia mai fatto un appunto sulla mia funzione di ministro», ha messo le mani avanti di recente la ministra del Turismo. D’altra parte in queste settimane, Santanché sta ancora tentando di evitare il crack delle aziende di cui è stata lungo azionista e manager. E le due storie, quella politica e quella imprenditoriale, non possono che intrecciarsi l’una con l’altra.

La decisione di dare il via libera al ritorno in sella della Santanchè è stata resa nota dalla stessa Visibilia con un comunicato sul sito di Borsa Italiana. «Si sono verificate – fa sapere la società – le condizioni di validità dell’attestazione medesima, consistenti nell’accettazione, da parte di fornitori e banche, del pagamento dei rispettivi crediti con le modalità descritte nel Piano». L’aumento di capitale avrà l’importo complessivo di 6,188 milioni di euro e verrà suddiviso in due tranche. Per la Santanchè è un risultato importante anche sul piano dell’immagine imprenditoriale, perchè lo stesso tribunale che aveva messo pesantemente in discussione la sua capacità di mandare avanti correttamente l’azienda riconosce ora, attraverso il suo amministratore giudiziario, che l’azienda ritorna in buone mani. L’intera vicenda non è stata indolore, anche perchè dopo l’intervento della Procura la società ha dovuto rinunciare a utilizzare la rottamazione dei debiti e ha dovuto saldare in una sola soluzione le pendenze con le banche e con il fisco.

Resta ora da vedere cosa decideranno i giudici chiamati a valutare le due richieste di rinvio a giudizio ancora pendenti. Anche nel caso che venisse mandata a processo per falso in bilancio, la Santanchè sarebbe intenzionata a restare al suo posto al governo. Se fosse scattata l’imputazione di bancarotta sarebbe stato tutto più difficile: ma davanti a una accusa che non contempla danni nè allo Stato nè ai fornitori, e dalla quale comunque si dice convinta di potersi dimostrare innocente, il ministro non vede motivo di fare un passo indietro dalla carica.

La verità è che nessuno sa ancora cosa accadrà a Santanchè. E Giorgia Meloni, pur preparata a una eventuale sostituzione, attende con pazienza il verdetto dei giudici. Dalla parte di Santanchè per la verità non sono in molti nel partito. L’ex imprenditrice deve la sua forza alla vicinanza al presidente del Senato Ignazio La Russa, cui è legata da una storica amicizia, che in fase di formazione dell’esecutivo ha imposto la sua nomina. Ma Santanchè si trova nella posizione che occupa anche per il ruolo, non esattamente marginale, che ebbe nella fase pre-elettorale del 2022, quando, da coordinatrice lombarda, contribuì all’organizzazione di eventi e cene per Meloni, oltre alla conferenza alla Fiera di Milano che piantò i semi dei rapporti tra FdI e il mondo imprenditoriale del Nord. Un lavoro che Meloni ha riconosciuto nel tempo ma che non ha fatto guadagnare alla ministra, ex An poi Fi (prima della fondazione della Destra), uno spazio nella comunità di FdI, partito che l’ha accolta come un corpo estraneo, mai realmente integrato.

Martedì sera, a Roma, è andata in scena la festa dell’Arabia Saudita. Nonostante la drammatica situazione in Medio Oriente, sono state apparecchiate tavolate faraoniche per celebrare il regno: sede dell’evento, le Corsie Sistine che si trovano nel complesso ospedaliero di Santo Spirito in Sassia, a due passi dal cupolone di San Pietro. Tra quintali di cibo, alla festa è arrivata Daniela Santanché, ministra del Turismo, accolta con entusiasmo dai principi.

Il destino giudiziario, e forse anche politico, di Daniela Santanchè ha cominciato  a decidersi ieri  a Milano dove ha preso  il via l’udienza preliminare per decidere l’eventuale rinvio a giudizio della ministra del Turismo per le accuse di falso in bilancio di Visibilia. Il ministro del Turismo incassa un successo rilevante nella sua vicenda giudiziaria, visto che il commissario giudiziario nominato dal Tribunale per gestire Visibilia Editore, la principale azienda della galassia Visibilia finita nel mirino dei pm, dà il via libera all’aumento di capitale deliberato nell’assemblea dei soci del 25 luglio scorso. L’aumento di capitale verrà sottoscritto da Athena Pubblicità, una società della stessa Santanchè che si ritroverà in questo modo nuovamente alla guida della sua principale creatura, l’unica quotata in Borsa.

Per l’altro filone d’indagine, quello sulla cassa integrazione Covid, la convocazione in tribunale è invece in calendario per la settimana prossima, mercoledì 9 ottobre. Anche in questo caso Santanchè rischia di essere mandata a giudizio, questa volta per truffa aggravata ai danni dell’Inps.

Le ultime dichiarazioni della ministra lasciano pensare che sia decisa a difendere la poltrona anche se le cose dovessero mettersi male per lei in Tribunale, in caso, quindi, di rinvio a giudizio in uno o entrambi i procedimenti a suo carico.

«Non mi pare ci sia qualcuno che abbia mai fatto un appunto sulla mia funzione di ministro», ha messo le mani avanti di recente la ministra del Turismo. D’altra parte in queste settimane, Santanché sta ancora tentando di evitare il crack delle aziende di cui è stata lungo azionista e manager. E le due storie, quella politica e quella imprenditoriale, non possono che intrecciarsi l’una con l’altra.

La decisione di dare il via libera al ritorno in sella della Santanchè è stata resa nota dalla stessa Visibilia con un comunicato sul sito di Borsa Italiana. «Si sono verificate – fa sapere la società – le condizioni di validità dell’attestazione medesima, consistenti nell’accettazione, da parte di fornitori e banche, del pagamento dei rispettivi crediti con le modalità descritte nel Piano». L’aumento di capitale avrà l’importo complessivo di 6,188 milioni di euro e verrà suddiviso in due tranche. Per la Santanchè è un risultato importante anche sul piano dell’immagine imprenditoriale, perchè lo stesso tribunale che aveva messo pesantemente in discussione la sua capacità di mandare avanti correttamente l’azienda riconosce ora, attraverso il suo amministratore giudiziario, che l’azienda ritorna in buone mani. L’intera vicenda non è stata indolore, anche perchè dopo l’intervento della Procura la società ha dovuto rinunciare a utilizzare la rottamazione dei debiti e ha dovuto saldare in una sola soluzione le pendenze con le banche e con il fisco.

Resta ora da vedere cosa decideranno i giudici chiamati a valutare le due richieste di rinvio a giudizio ancora pendenti. Anche nel caso che venisse mandata a processo per falso in bilancio, la Santanchè sarebbe intenzionata a restare al suo posto al governo. Se fosse scattata l’imputazione di bancarotta sarebbe stato tutto più difficile: ma davanti a una accusa che non contempla danni nè allo Stato nè ai fornitori, e dalla quale comunque si dice convinta di potersi dimostrare innocente, il ministro non vede motivo di fare un passo indietro dalla carica.

La verità è che nessuno sa ancora cosa accadrà a Santanchè. E Giorgia Meloni, pur preparata a una eventuale sostituzione, attende con pazienza il verdetto dei giudici. Dalla parte di Santanchè per la verità non sono in molti nel partito. L’ex imprenditrice deve la sua forza alla vicinanza al presidente del Senato Ignazio La Russa, cui è legata da una storica amicizia, che in fase di formazione dell’esecutivo ha imposto la sua nomina. Ma Santanchè si trova nella posizione che occupa anche per il ruolo, non esattamente marginale, che ebbe nella fase pre-elettorale del 2022, quando, da coordinatrice lombarda, contribuì all’organizzazione di eventi e cene per Meloni, oltre alla conferenza alla Fiera di Milano che piantò i semi dei rapporti tra FdI e il mondo imprenditoriale del Nord. Un lavoro che Meloni ha riconosciuto nel tempo ma che non ha fatto guadagnare alla ministra, ex An poi Fi (prima della fondazione della Destra), uno spazio nella comunità di FdI, partito che l’ha accolta come un corpo estraneo, mai realmente integrato.

 

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