Via libera del governo al decreto flussi

Via libera al decreto flussi che prevede diverse novità sulla materia. Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto in materia di immigrazione. Lo ha annunciato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano nel corso della conferenza stampa al termine del Cdm. “Un gruppo tecnico di lavoro qui alla Presidenza aveva coordinato una ricognizione sull’andamento dei flussi regolari”, ha premesso Mantovano. Un monitoraggio che aveva poi costituito la base per l’esposto che la premier Meloni ha presentato al procuratore nazionale Antimafia ai primi di giugno. Da quell’esposto – ha spiegato il sottosegretario –  è derivata l’attivazione dei poteri di impulso dello stesso procuratore a varie procure distrettuali. Con risultati d’indagine anche importanti che hanno confermato la fondatezza della denuncia”.

L’obiettivo del provvedimento approvato in Cdm è quello di semplificare il più possibile, abbattere i tempi e dare regole certe, aggirabili con maggiore difficoltà. “Questo si traduce nell’obbligo di precompilazione delle domande rispetto ai click days per ampliare i tempi dei controlli”, ha detto Mantovano. “I click days saranno più d’uno, per tipologie di lavoratori. E questo permetterà una gestione meno caotica, che incida con minore pressione sui sistemi informatici che saranno resi inter-operativi”. È difficile passare da un’auto scassata a una Maserati, ci vogliono passaggi intermedi, ha spiegato alla stampa Mantovano.” Il nostro obiettivo è di abolire i click days”.

Il decreto flussi  contiene “disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale, nonché dei relativi procedimenti giurisdizionali”.

La filosofia dietro al decreto flussi è quella di “aprire all’immigrazione regolare e avere grande rigore contro l’illegalità, contrastare quella illegale, anche chi usa la migrazione regolare per fare business”, spiega il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in conferenza stampa, sottolineando la volontà di “rimettere nel quadro del rispetto delle regole un fenomeno che è importante per la nostra economia”.

Non cambia il numero di arrivi previsti dal precedente decreto, che prevede la regolarizzazione di 452.000 stranieri nel triennio 2023, 2024 e 2025. Per quanto riguarda le competenze del dicastero guidato dal vicepremier Tajani, nel dl “vi è l’obbligo di fornire le impronte digitali per gli stranieri che chiedono un visto nazionale”, un obbligo che oggi è previsto solo per i visti Schengen, e “l’eliminazione dell’obbligo per i consolati di dare preavviso formale del rigetto della domanda di visto”. E ancora, previsto l’obbligo di verifiche preventive al rilascio del nullaosta o se il nullaosta è già rilasciato prima del rilascio del visto per i cittadini di tre Paesi: Bangladesh, Pakistan e Sri Lanka “dove le irregolarità sono state più pesanti”.

“Questi paesi non escono dal decreto Flussi ma nell’immediato il rilascio di visti di lavoro sarà sospeso per consentire verifiche effettive in Italia”, aggiunge Tajani. Previsto poi per la Farnesina “un incremento del personale”.

Inoltre si prevede “l’obbligo per il datore di lavoro di confermare l’attualità dell’offerta di lavoro prima del rilascio del visto – la procedura sarà telematica – e 10.000 ingressi aggiuntivi per assistenti agli anziani e invalidi, i badanti. Questo potrà capitare soltanto tramite agenzie per il lavoro con il nullaosta rilasciato previe verifiche preventive effettuate in Italia, quindi escludendo il silenzio assenso”. Il testo prevede la “facilitazione per l’estensione dei permessi di lavoro stagionali in presenza di una offerta di lavoro reale, quindi la conversione in permesso di lavoro a tempo indeterminato sarà fuori quota”.

“Aggiungo l’obbligo per gli aerei delle ong di segnalare eventuali incidenti in mare alle autorità marittime italiane immediatamente e la possibilità di ispezionare i cellulari dei richiedenti asili ai fini di ricostruirne l’identità e nazionalità”, dice ancora Tajani.

Nel decreto “Vi è un intento di semplificare il più possibile, di abbattere i tempi e al tempo stesso di dare delle regole certe aggirabili con maggiore difficoltà. I clickdays saranno più di uno (durante l’anno ndr) per tipologia di lavoratori”, dice il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano “Ci sarà la pre-compilazione delle domande rispetto ai click days per aumentare i tempi dei controlli. I click day saranno più di uno, per categorie di lavoratori, e questo permetterà sia la suddivisione per tipologie di lavoro, sia una gestione meno caotica. I sistemi informatici saranno inter-operativi e questo permetterà di dare immediatamente delle risposte di inammissibilità”.

“Con il meccanismo informatico il contratto di soggiorno viene sottoscritto per via telematica e questo permetterà di rispettare, questo è il nostro obiettivo, il termine di otto giorni. La sanzione per il datore di lavoro che farà richieste non seguite poi dal contratto di soggiorno sarà la preclusione per un triennio dal formulare nuova richiesta”, spiega ancora Mantovano. Tra le novità c’è la possibilità per il lavoratore stagionale che termina il contratto di non avere subito un provvedimento di allontanamento, ma può avere 60 giorni cuscinetto aggiuntivi, senza necessità di un nuovo permesso, per cercare un altro lavoro. “Collegata con questa opzione vi è la possibilità di convertire il contratto di lavoro stagionale in contratto di lavoro a tempo determinato o indeterminato senza incidere sulle quote”, prosegue.

L’accesso al telefono cellulare dei migranti che arrivano in Italia “ha un unico scopo: garantire l’identificazione del migrante o al minimo l’individuazione della provenienza geografica. C’è – spiega – l’obbligo di collaborare all’identificazione, posto che chi entra lo fa in modo irregolare. L’obbligo si esplica anche mostrando i dati contenuti nel cellulare, ma solo quelli finalizzati all’identificazione. È previsto il divieto di accesso alla corrispondenza e a qualsiasi altra forma di comunicazione e c’è diritto ad assistere con un mediatore culturale. Viene redatto un verbale” e l’accesso al telefono deve essere “autorizzato dal giudice di pace previamente o con una convalida entro 48 ore dopo l’accesso ai dati identificativi. In caso di non convalida o convalida parziale i dati sono inutilizzabili e il giudice ne dispone la cancellazione. Non è un atto come la perquisizione e il sequestro ma è finalizzato solo all’identificazione”.

Il decreto “è un provvedimento complesso, perché tocca tanti temi. E intensifica le nostre azioni contro il caporalato”, dice la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, nel corso della conferenza stampa al termine del Cdm. “Interveniamo su un reato contro la persona e cerchiamo di individuare una protezione aggiuntiva per chi denuncia casi di sfruttamento o collabora attivamente nelle attività di accertamento: introduciamo uno speciale permesso di soggiorno della durata iniziale di 6 mesi, rinnovabile per un ulteriore anno e prorogabile ulteriormente”.

Inoltre viene ampliata la platea dell’Assegno di inclusione riconoscendolo alle “vittime di sfruttamento lavorativo”.

Quando aprono i centri in Albania

Il sottosegretario alla Presidenza Mantovano risponde anche a una domanda sull’apertura dei centri in Albania. La consegna per il collaudo del centro di Gjader in Albania sarà “nei prossimi giorni, entro l’inizio della prossima settimana. Poi ci saranno 10-15 giorni per i tempi del collaudo e dalla seconda metà del mese Gjader potrà iniziare a funzionare”.

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