Mario Orfeo lascia il Tg3 per Repubblica, attesa la conferma di Simona Agnes come presidente

Cambio ai vertici della Rai. Il nuovo Consiglio di amministrazione della rete pubblica si è insediato ufficialmente negli uffici di Viale Mazzini nominando a maggioranza Simona Agnes per il ruolo di presidente e Giampaolo Rossi come nuovo amministratore delegato. Un avvicendamento con Roberto Sergio che porterà l’ex ad a prendere il posto di Direttore generale corporate, che era del manager romano fortemente voluto da Giorgia Meloni.

Il nuovo Consiglio di amministrazione della Rai si è riunito nel pomeriggio di martedì 1 ottobre in seguito alla nomina dei componenti da parte dell’Assemblea degli azionisti del servizio pubblico, radunata in forma totalitaria alla presenza dell’intero azionariato (Mef e Siae).

Giampaolo Rossi e Simona Agnes sono stati indicati dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, mentre, Alessandro Di Majo, Federica Frangi, Antonio Marano e Roberto Natale, sono i consiglieri Rai eletti dalle Camere e Davide Di Pietro, eletto nel novembre scorso in rappresentanza dei dipendenti.

Il nuovo Consiglio di amministrazione Rai: Davide Di Pietro, Roberto Natale, Simona Agnes, Giampaolo Rossi, Federica Frangi, Antonio Marano e Alessandro Di Majo

La staffetta tra ad

In una nota l’azienda ha ricordato che l’incarico di Simona Agnes come presidente diventerà efficace solo dopo il parere favorevole espresso da parte dei due terzi dei componenti della Commissione Parlamentare di Vigilanza.

Nel corso della prima riunione il neo ad Giampaolo Rossi ha comunicato di nominare l’amministratore uscente Roberto Sergio come direttore generale al suo posto, una volontà frutto di un’intesa che i due avrebbero stretto già all’inizio della scorsa dirigenza.

Chi è Giampaolo Rossi

Nato a Roma nel 1966 e laureato con lode in Lettera all’Università “La Sapienza”, Giampaolo Rossi è un manager navigato all’interno del settore dei media e della Rai.

Esperto in particolare nell’ambito dell’innovazione dei linguaggi, delle nuove tecnologie e della trans-medialità, con diverse  pubblicazioni in materia di comunicazione, dal 2004 al 2012 il nuovo ad è stato presidente di RaiNet, la società che ha sviluppato l’offerta web del gruppo.

Mario Orfeo lascia la direzione del Tg3 per approdare al quotidiano La Repubblica, dove andrà a sostituire il direttore Maurizio Molinari, già sfiduciato nei mesi scorsi dalla redazione.

Il passaggio di Orfeo al giornale del gruppo Gedi lascia naturalmente sguarnita l’ambita poltrona del Tg3. Storicamente quella casella in Rai è assegnata ai partiti d’opposizione.

La questione relativa alla direzione del telegiornale della terza rete della tv pubblica sarà determinata da altri equilibri riguardanti politica e Rai. In particolare la decisione andrà a legarsi in modo inscindibile al voto sulla presidente in pectore dell’emittente statale, Simona Agnes.

Il Tg3, per un periodo, potrebbe avere una guida ad interim del vicedirettore Pierluca Terzulli. I tempi della nomina di un nuovo direttore  potrebbero essere dettati dall’andamento delle trattative sulla presidenza.

La Vigilanza, dopo l’invio della comunicazione della nomina di Agnes in cda da parte del consigliere anziano Antonio Marano, può ora essere convocata.

Nel giro di un paio di settimane o poco più  dovrebbe svolgersi la votazione. Se fossero subito raggiunti i due terzi dei voti, vorrebbe dire che c’è un accordo con l’opposizione o, almeno, con una parte di essa. E se c’è un accordo sulla presidenza, è quasi certo che c’è anche l’ok su altre nomine, compresa quella del Tg3. Tradotto: la quadra la si trova su tutto o su niente.

Nell’opposizione starebbero serpeggiando veleni, con il Pd che nutre sospetti sulle mosse del M5s di Giuseppe Conte, dopo la decisione di votare i consiglieri in Parlamento. Fonti del partito assicurano che verrà rispettato il patto che prevede l’uscita dall’aula per far mancare il quorum.

La maggioranza si augura che nella seconda votazione si possa blindare la nomina. Forza Italia, che ha sponsorizzato Agnes, è fiduciosa sull’allargamento del consenso sul suo nome, ma nel resto del centrodestra non si esclude che alla fine si trovi un’intesa su una figura gradita anche al Pd.

Ci sono buone possibilità che la questione non si risolva entro fine ottobre e che slitti a novembre, quando con ogni probabilità sarà portato in cda il pacchetto di nomine. Lì si comprenderà se i dem, sorpresi dall’addio di Orfeo al Tg3, si chiameranno di nuovo fuori oppure no.

Ad oggi, chi segue la questione da vicino, è pronto a scommettere che il vertice del Tg3 ricoperto da Orfeo passerà nelle mani del M5s. Se così fosse, in pole position per avere l’incarico ci sono l’ex direttore del Tg1, Giuseppe Carboni, Senio Bonini, ora vicedirettore al Tg1, e Bruno Luverà, attuale vicedirettore agli Approfondimenti e prima al Tg1.

Se invece le dinamiche politico-aziendali dovessero favorire il Pd, i nomi caldi sono quelli di Andrea Vianello, Carlo Fontana e Ilaria Capitani, che ha da poco concluso l’esperienza a Tg3 Linea Notte Estate.

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