Musumeci e Protezione Civile: ‘Anche tu puoi fare la tua parte’

“La premessa è che sono un autonomista convinto. Però, guardi, non posso esserlo su una materia come la Protezione civile. Non posso esserlo perché è un tema che riguarda la sicurezza nazionale”. Lo afferma il ministro Nello Musumeci, che ha deleghe proprio sulla Protezione civile e il mare, in una intervista a Repubblica.

“La Protezione civile – sottolinea Musumeci – è già materia concorrente, quindi è già gestita da Stato e regioni. E quindi, le domando e mi domando: cos’altro dobbiamo delegare?”. I governatori chiedono di poter stabilire loro lo stato di emergenza, in modo da avere carta bianca anche su modi e tempi dei ristori… “Penso che sia già stato delegato quello che andrebbe delegato. Se poi loro chiedono che siano le regioni a scegliere chi nominare come commissario ad hoc per una singola emergenza, sono anche d’accordo, non ho problemi. Ma per il resto, francamente: no”, “facciamo anche il caso che decidessimo di delegare tutta la Protezione civile alle regioni: se poi c’è una calamità – ad esempio un terremoto – e servono tre o quattro miliardi per intervenire e dare ristoro a chi è stato colpito, chi paga? La regione o lo Stato? Lo Stato. E quindi, ecco: ci vuole attenzione”.

“Penso che serva prima un dibattito in Consiglio dei ministri. Un dibattitto per stabilire se intendiamo davvero decidere ora sulle materie non Lep – tra cui anche la Protezione civile – o se invece attendere la definizione delle materie Lep” e “l’ho detto anche a Zaia come la penso: per me sarebbe meglio attendere, prima di procedere. Bisogna riflettere. E soprattutto: non correre”.

In queste ore, in tema di protezione civile, ricorre l’anniversario del disastro del Vajont. Ricorrenza a cui lo stesso ministro della Protezione civile ha dedicato una nota. “Dalla tragedia del Vajont – dichiara Musumeci – che 61 anni fa turbó l’animo dell’intera comunità nazionale, dobbiamo tutti, a cominciare dai Comuni, saper trovare motivo per riflettere. Nulla va sottovalutato nella costante verifica del proprio territorio. E non basta dire ‘non era mai accaduto’ se sappiamo già che può accadere. Il cambiamento climatico non sia un comodo alibi per evitare la prevenzione strutturale”.

I loro nomi sono Andrea, Arianna, Chiara, Mattia, Silvia e Tommaso. Indossano divise diverse, ma fanno parte di un unico sistema: la grande famiglia della Protezione civile del Trentino. Una famiglia che conta circa 13mila componenti, di cui 12mila volontari. In occasione della Settimana della Protezione civile – che terminerà il 13 ottobre – la Provincia autonoma di Trento lancia una campagna informativa che mette al centro le giovani leve della Federazione dei Vigili del fuoco volontari del Trentino e delle cinque associazioni di Protezione civile: Croce Rossa Italiana – Comitato provinciale di Trento; Protezione civile Ana Trento – Nu.Vol.A.; Psicologi per i popoli – Trentino; Scuola provinciale cani da ricerca e catastrofe Trento; Soccorso alpino e speleologico Trentino. “L’obiettivo – spiega il dirigente generale del Dipartimento Protezione civile, foreste e fauna Stefano Fait – è di favorire l’avvicinamento di ragazze e ragazzi a queste realtà di cui la nostra terra di Autonomia va orgogliosa. Volontariato e solidarietà fanno parte del Dna delle nostre comunità ed è importante che anche i più giovani si mettano in gioco”.

La campagna (realizzata e promossa dall’Ufficio Stampa della Provincia) ha come slogan “La sicurezza è una cosa seria. Anche tu puoi fare la tua parte” e vuole incoraggiare i giovani a diventare protagonisti attivi nella Protezione civile del Trentino. Durante questa settimana, sono in programma eventi ed esercitazioni pratiche che permetteranno ai partecipanti di scoprire da vicino il mondo della Protezione civile.

I volti dei giovani volontari raccontano storie di passione, dedizione e impegno. Chiara, 30 anni e floricoltrice, ha dedicato gran parte della sua vita al Corpo dei Vigili del fuoco volontari di Nave San Rocco, dove ha trovato non solo una vocazione, ma anche il compagno di vita. “Il volontariato mi ha dato tanto e mi ha permesso di costruire relazioni profonde rendendo la caserma una seconda casa – racconta -. Qui ho imparato il valore della comunità”.

Mattia, meccanico di professione e volontario della Croce Rossa, aggiunge: “Ogni intervento è una sfida, ma aiutare chi é in difficoltà e dare il mio contributo per la comunità non ha prezzo”. Silvia, infermiera del Vanoi, ama la montagna e opera con il Soccorso alpino e speleologico: “Essere parte di un team che opera in ambienti difficili e rischiosi è qualcosa di unico. Vivo dunque esperienze adrenaliniche e impegnative sotto il profilo sia fisico che mentale” dice.

Con soli 18 anni, Tommaso è il più giovane dei Nu.Vol.A. ed è entusiasta di far parte del Nucleo di Rovereto: “Essere un volontario significa fare la differenza nella mia comunità. Ogni giorno imparo qualcosa di nuovo e incontro persone straordinarie” afferma con entusiasmo. 
Andrea, originario dell’Umbria e psicologo del lavoro, è membro degli Psicologi per i Popoli: “E’ fondamentale portare sostegno psicologico per consentire alle persone e ai soccorritori di trovare la forza per affrontare le situazioni di emergenza. Le risorse individuali vanno sostenute per favorire il ritorno alla quotidianità”.

Infine, Arianna, insieme al suo fedele cane Atex, opera con la Scuola provinciale cani da ricerca e catastrofe per la ricerca dei dispersi. “Lavorare con Atex è un’esperienza unica. Ogni intervento è un’occasione per crescere insieme, sapendo che la nostra collaborazione può fare davvero la differenza”.

In occasione del weekend della Protezione civile nel parco del quartiere delle Albere a Trento, i visitatori avranno la possibilità di incontrare e conoscere anche altri volontari e operatori del mondo della Protezione civile del Trentino, conoscere come operano e scoprire le caratteristiche delle diverse Strutture operative. “In questo contesto, ogni giovane è chiamato a dare il proprio contributo”, aggiunge il dirigente generale Fait. “Non serve essere esperti, ma è fondamentale avere voglia di imparare e di mettersi in gioco. Insieme possiamo costruire un futuro più sicuro per tutti”. La campagna non è solo un invito a unirsi, ma anche un richiamo all’unità e alla responsabilità condivisa. “Ogni piccolo gesto può fare la differenza”, conclude il dirigente. “La Protezione civile è un bene collettivo che richiede il contributo di tutti. Anche tu puoi fare la tua parte”.

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