Da The Economist a Le Monde, due autorevoli quotidiani, uno britannico l’altro francese, incoronano la premier: “Machiavelli sarebbe orgoglioso di Giorgia Meloni“. Così titola The Economist, tra l’altro mai troppo benevolo con il centrodestra italiano dai tempi della sfida tra Bill Emott e Silvio Berlusconi. La premier viene descritta come “una funambola” (“The tightrope walker“) nell’analisi intitolata, appunto, “Giorgia Meloni would make Machiavelli proud”. “Per il momento la realtà è che la Meloni gode di un indice di gradimento superiore al 40%; il doppio di quello del presidente Emmanuel Macron della Francia e del cancelliere Olaf Scholz della Germania. Non male – è il commento- per un primo ministro che si avvicina al punto di medio termine in cui la popolarità dei leader spesso crolla”.
“L’economia italiana è cresciuta, anche se in misura modesta considerando la quantità di denaro investita: circa 208 miliardi di euro provengono dall’UE come parte del suo programma per invertire la crisi post-pandemica; ancora di più viene pompato dal tesoro nell’economia reale sotto forma di generosi sussidi per il miglioramento della casa introdotti da un governo precedente”. Rileva inoltre che “la sua buona fortuna non dovrebbe sminuire il riconoscimento delle capacità della Meloni come funambolo politico e diplomatico“.
E qui entra in campo l’accenno a Machiavelli in senso elogiativo. Meloni si è astenuta dall’approvare la riconferma di Ursula von der Leyen a capo della Commissione europea. E “i parlamentari italiani dell’opposizione sono rimasti sconvolti“, ironizza The Economist. Ricordando come tutti, in quei giorni, parlarono di Italia “isolata”, un’Italia che difficilmente avrebbe portato a casa un un portafoglio economico di peso elevato. “In realtà non accadde nulla del genere. Il candidato della Meloni, Raffaele Fitto, potrebbe diventare vicepresidente della Commissione. E, una volta che la sua nomina sarà approvata dal Parlamento europeo, tra le sue responsabilità rientrerà il fondo per la ripresa pandemica di cui l’Italia è di gran lunga il maggiore beneficiario”.
Conclude The Economist: i numeri giocano a favore della leader di Fratelli d’Italia come per nessun altro capo di governo in Europa. Già in agosto il quotidiano tirava le somme: Meloni ha fatto meglio di Draghi.
Non da meno l’elogio di Le Monde: “Secondo alcuni testimoni, quando è entrata, il 23 ottobre 2022, a Palazzo Chigi per sostituire Mario Draghi, un tecnocrate di portata continentale, Giorgia Meloni era più che intimidita” secondo il quotidiano francese. Certo, era stata la più giovane vicepresidente della Camera dei deputati nel 2006; poi la più giovane ministra della storia italiana nel 2008. E stava diventando, quel giorno di ottobre 2022, la prima donna presidente del Consiglio”.
Meloni – prosegue l’analisi di Le Monde– “proveniente da un ‘mondo minoritario’ come le piace dire, ha saputo stabilizzare la sua maggioranza e imporsi sulla scena europea con la sua politica migratoria.