Trentino e Milano-Cortina 2026

I Giochi invernali Milano-Cortina 2026, che vedranno anche il Trentino protagonista, saranno un evento dell’intera comunità sia in termini di accessibilità al territorio, agli eventi e alle strutture ricettive, sia in termini di “legacy”, ovvero di ricadute positive delle Olimpiadi e Paralimpiadi. Su questi particolari aspetti è stata posta l’attenzione ieri a Primiero San Martino di Castrozza, nella frazione Tonadico, all’incontro informativo svoltosi nell’ambito dell’iniziativa “Un sogno a cinque cerchi”, il ciclo di eventi sul territorio organizzati dal Coordinamento olimpico trentino per coinvolgere ogni valle in vista delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali del 2026.

Nella sede della Comunità di Primiero, dopo il saluto del presidente Roberto Pradel, il responsabile del Coordinamento provinciale olimpico Tito Giovannini e il rappresentante delle categorie economiche in seno al Coordinamento, Cristian Sala, hanno accompagnato il pubblico in un “viaggio” conoscitivo dei Giochi. Hanno moderato la serata Silvia Vaia del Nordic Ski Val di Fiemme e Lorenzo Rotondi, giornalista dell’Ufficio Stampa della Provincia autonoma di Trento. Ad ascoltarli, rappresentanti degli enti locali, dell’associazionismo sportivo e diversi cittadini desiderosi di conoscere l’organizzazione, i valori e le opportunità offerte da Milano-Cortina 2026.

Alcuni numeri dell’evento: 16 discipline olimpiche, 6 discipline paralimpiche, 18 venue di gara, più di 3.500 atleti da oltre 90 Paesi, 5 cluster (Milano, Valtellina, Val di Fiemme, Anterselva, Cortina), 7 villaggi olimpici e 3 villaggi paralimpici. Miliardi di persone, ha spiegato Tito Giovannini, avranno gli occhi puntati sulle competizioni (60 in Trentino fra gare olimpiche e paralimpiche) e quindi anche sulla nostra provincia. La macchina organizzativa pone particolare attenzione alle Paralimpiadi, lavorando per un Trentino più accessibile e quindi “sbarrierato” per una migliore qualità della vita; un valore che rimarrà dopo le gare. Così come rimarranno le infrastrutture: opere, ha spiegato Cristian Sala, che saranno pienamente valorizzate durante i Giochi e che resteranno disponibili per la comunità anche dopo gli eventi, senza alcuno spreco di risorse, creando invece un valore aggiunto per il territorio. Ma ci sarà anche un’eredità “immateriale”, ha aggiunto Sala, “rappresentata dai valori dello sport olimpico e paralimpico che stiamo promuovendo nelle scuole e nelle associazioni sportive grazie ai progetti messi in campo dalla Provincia e dal CONI”.

E se l’accessibilità sarà un tema centrale, la partecipazione sarà un’altra parola chiave: saranno le Olimpiadi e Paralimpiadi più gender balanced di sempre, con il 47% di partecipazione femminile. Ma “esserci” non significa solo prendere parte alle competizioni: di qui l’invito di Martina Piazzi, coordinatrice dei volontari, a vivere l’evento olimpico e paralimpico mettendo a disposizione il proprio tempo e, soprattutto, il proprio entusiasmo. I volontari saranno circa 18.000 (2.580 per il cluster Val di Fiemme). E a “dare la carica” al pubblico hanno contribuito anche gli atleti del territorio presenti in sala: la fondista Ilaria Debertolis, il capitano della nazionale di para ice hockey Gianluca Cavaliere e il campione mondiale di corsa su strada trapiantati Stefano Dalvai. Nei loro racconti testimonianze di tenacia, rinascita, gioia, partecipazione e ‘emozione di avere anche qui, in Trentino, i Giochi olimpici e paralimpici.

 

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