ll caso-Albania, in termini di costi, chiarito al Senato in un Question time dal ministro Piantedosi

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, in una Question time al Senato ha messo in chiaro, i costi e l’efficienza degli interventi sui migranti, rispondendo alle accuse e alle polemiche che si sono accese nelle ultime settimane sul tema dei trasferimenti in Albania e dei soccorsi in mare.

Piantedosi, su richiesta di Enrico Borghi di Italia Viva ha chiarito: «Il costo reale dell’impegno della nave Libra si è rivelato di 8.400 euro complessivo al netto delle spese di ordinario esercizio quotidiano della nave». Cifre che il ministro non ha esitato a confrontare con quelle di operazioni passate, come Mare Nostrum, che comportavano un onere di ben 300mila euro al giorno. Una differenza sostanziale che il governo Meloni ha messo in evidenza per sottolineare l’efficienza e il contenimento delle spese senza rinunciare alla sicurezza e alla volontà di affrontare in termini strutturali la sfida migratoria.

Il ministro dell’Interno spiega che il recupero e il trasferimento dei 16 migranti verso l’Albania sono avvenuti in acque internazionali, in due eventi distinti nella zona Sar italiana e tunisina. «Tutte le attività – specifica – sono state condotte nel pieno rispetto di procedure operative standardizzate, definite in precedenza da un tavolo interforze». Dunque, non si è trattato di un atto unilaterale del governo italiano, ma di una scelta concertata che ha coinvolto anche l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) e l’Agenzia Onu per i Rifugiati (Unhcr).

Il progetto, che ha suscitato l’interesse di 15 Paesi europei e dalla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, viene posto in primo piano dal Governo. «Prevenire e contrastare i flussi migratori irregolari», rappresenta una missione chiave secondo il ministro dell’Interno e «potrà in futuro svolgere un’importante funzione di deterrenza, con conseguenti benefici che si rifletteranno anche sul lavoro e sui compiti delle Forze di polizia».

Infine, Piantedosi ha fatto notare il fardello che il governo Meloni ha ereditato dopo anni di sbarchi massicci e incontrollati: «un fardello economico (solo nel 2023 circa due miliardi di euro), oltre che gestionale», lo ha definito. «A mio giudizio, è stata posta una pregiudizievole attenzione rispetto ad una singola operazione di recupero e trasferimento di migranti», riferendosi all’indignazione e all’intromissione da parte di forze sinistre sulla vicenda. I numeri di operazioni analoghe nell’ultimo decennio mostrano centinai di interventi l’anno, «che hanno gravato in maniera eccezionale sugli oneri a carico della finanza pubblica, nonché sul sistema dell’accoglienza».

“Quanto portato alla luce dall’operazione della Guardia di finanza, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, è l’ulteriore testimonianza che il traffico di esseri umani è una piaga di crescente diffusione che va contrastata senza indugi o sottovalutazioni. E rende “evidente quanto sia importante superare le posizioni talvolta ideologiche di chi continua a farsi sostenitore di un’accoglienza indiscriminata anche quando questa finisce, di fatto, per favorire i vergognosi interessi di gruppi criminali”: così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi che ha commentato l’operazione che ha consentito di individuare 13 persone, membri di un’organizzazione criminale transnazionale che aveva l’obiettivo di favorire l’ingresso di migranti irregolari sul nostro territorio sfruttando la rotta marittima del Mediterraneo orientale.

“Il quadro che emerge dalle complesse investigazioni conferma la necessità di proseguire lungo la strada intrapresa da questo Governo per contrastare con ogni mezzo, anche preventivo, i criminali senza scrupoli che si arricchiscono mettendo a repentaglio la vita stessa dei migranti” ha aggiunto il titolare del Viminale, che ha espresso anche alle forze dell’ordine e alla magistratura va il suo “apprezzamento per il costante impegno messo in campo” nel contrasto al traffico degli esseri umani.

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