Ilaria Salis, che oggi gode di un lauto stipendio e che gode dell’immunità parlamentare, che le sta salvando la libertà nonostante l’accusa di un reato gravissimo compiuto in Ungheria, non ha di certo un c basso profilo o, quanto meno, una maggiore cautela nell’utilizzo delle parole. Invece no, perché ogni comunicato di Salis ha il tono della provocazione, né più e né meno rispetto a quelli degli antagonisti. L’ultimo post che ha pubblicato su Facebook contro i centri in Albania potrebbe essere tranquillamente il frutto di una delle tante Ong straniere che premono sull’Italia per avere massima libertà.
“Otto persone migranti sulla nave della vergogna Libra, in rotta verso l’Albania. Otto. Mentre nelle ultime 48 ore ne sono sbarcate 1.600 sulle nostre coste. Poche, pochissime per chi sta dalla parte del governo Meloni e della Fortezza Europa. Troppe, per chi sta dalla parte dell’umanità e dell’internazionalismo”, scrive Salis, dando dimostrazione di non aver compreso a pieno come funziona il sistema Albania e quali siano i cardini strettissimi entro i quali, proprio per rispettare il diritto internazionale, è stato costruito. “Per ora l’operazione Albania è un grande fallimento oltre che una vergogna disumana, impegniamoci per farla fallire definitivamente e aprire vie sicure per la migrazione”, conclude l’esponente di Alleanza Verdi Sinistra, che al parlamento europeo siede nello stesso gruppo di Carola Rackete, The Left.
“Stiamo assistendo alla massiccia privazione dei diritti delle persone che vengono rinchiuse nei campi di prigionia”, scrive la Ong tedesca Sea-Watch, omettendo che le persone che vanno nei centri albanesi hanno compiuto un reato entrando irregolarmente in un Paese. “L’accordo Italia-Albania non crea niente di meno che colonie penali moderne. Le persone sono intrappolate, isolate e private dei loro diritti in un sistema costruito per punire. Nel frattempo, i centri di detenzione si trasformano in una scatola nera dove le violazioni dei diritti umani possono facilmente verificarsi senza controllo”, accusa la Ong tedesca.
Parole che non sono altro che propaganda, visto che le autorità italiane lavorano in stretto coordinamento con associazioni come l’Oim, che operano sia a bordo delle navi che nei centri albanesi. I centri in Albania, al contrario di quanto sostiene l’organizzazione tedesca che ha una predilezione nel metter bocca sulle questioni italiane, non fanno parte di un sistema costruito per punire. Ma sono parte di un sistema che fa rispettare la legalità ai trasgressori. La democrazia esiste come insieme di regole da rispettare, in assenza delle quali vige l’anarchia e il caos. Un concetto che dovrebbe acquisire anche Ilaria Salis, soprattutto ora che lavora al parlamento europeo.
I centri per i migranti in Albania “si basano su un accordo bilaterale” tra Roma e Tirana, “non si tratta di un progetto dell’Ue. Vedremo come funzionerà, per ora non sta funzionando bene, e la vedo solo come un’opportunità per valutare come può funzionare se viene fatto in modo diverso“, ha detto Marta Kos, commissaria europea designata all’Allargamento durante l’audizione di conferma alla Commissione Affari esteri (Afet) del Parlamento europeo, replicando a una domanda dell’europarlamentare Ilaria Salis sull’accordo tra Roma e Tirana e i centri italiani in Albania dove sono arrivati altri otto migranti intercettati nel Mediterraneo a Sud di Lampedusa. Una posizione che la Kos sarà dunque pronta a sostenere nel suo mandato da commissaria: “Ciò che abbiamo deciso di fare nell’Ue è un patto per la migrazione e l’asilo ed è su questo che lavorerò. Per me questa è la priorità“, ha chiarito Kos. In merito ai centri di rimpatrio, la slovena ha sottolineato la necessità che siano rispettati i valori europei. “Si tratta – ha detto – di dignità, di diritti umani e l’Ue sta dando soldi affinché la gestione di questi centri di rimpatrio (Cpr) rispetti davvero i diritti umani”. “Qualsiasi cosa facciamo, è molto importante farla seguendo i valori europei. Quindi, per quanto riguarda la dignità dei rifugiati, noi consentiamo a tutte le persone che meritano davvero l’asilo, di ottenerlo, e rimpatriamo le persone che non ne hanno diritto”.