Via libera nel centrodestra al toto nomi in vista delle prossime elezioni comunali a Milano, l’appuntamento elettorale del 2026 che segnerà la fine dell’era Beppe Sala, al suo secondo e ultimo mandato. C’è già un profilo che avanza ai piani alti, spinto dal coordinatore regionale di Forza Italia Alessandro Sorte. È quello di Letizia Moratti, ex sindaca (e ultima esponente del centrodestra a Palazzo Marino, sconfitta proprio dal predecessore di Sala, Giuliano Pisapia) ora europarlamentare a Strasburgo.
‘È un’ipotesi che valuteremo con gli alleati. Letizia Moratti è stata la prima sindaca donna della città, una figura politica che ha garantito alla città di Milano un respiro internazionale, coronato con la conquista dell’Expo. Le giunte di centrosinistra di Pisapia e Sala hanno goduto dell’ottimo lavoro fatto da quelle di Moratti e Albertini’, afferma Sorte: ‘Albertini è stato “bruciato” la scorsa tornata elettorale, mentre Moratti ha perso nel 2011 proprio contro Pisapia. Dobbiamo farci trovare pronti, senza attendere l’ultimo minuto come accaduto alle ultime elezioni. In questo senso, a La Russa va dato il merito di aver aperto la discussione sui candidati. Mancano più di due anni, e le condizioni per arrivare alla sintesi corretta stavolta sembrano esserci. Come Forza Italia pensiamo di avere anche un’altra carta vincente, quella dell’allargamento al centro. Nella circoscrizione di Milano, alle scorse Europee la coalizione di centrodestra si è fermata al 37 per cento dei voti. Dobbiamo lavorare su un programma solido e accattivante, in modo da accogliere i voti dei moderati di centro, scontenti di Terzo Polo e centrosinistra. Se il centrosinistra guarderà a sinistra, noi guarderemo soprattutto al centro. Ci saranno molti orfani tra i moderati di sinistra che dovremo avere la forza di accogliere. In questo senso, candidati moderati come Lupi e Moratti possono fare al gioco nostro. Per cominciare, dobbiamo iniziare a rafforzare il programma e allargare la coalizione. Nel frattempo, stiamo già lavorando a raffinare le candidature sul territorio, che verranno poi ratificate dai tavoli dei leader nazionali. Noi come Forza Italia avanzeremo le nostre proposte agli alleati, siamo convinti che la sintesi che emergerà piacerà ai milanesi. Riguardo le primarie mi sembra che sia uno scenario che si può escludere, visto che le primarie non sono mai state sperimentate dal centrodestra a Milano. E mi sembra che anche nel centrosinistra non sia più lo strumento prescelto di selezione dei candidati’.
A margine di un evento, Attilio Fontana ha commentato la possibile candidatura a sindaco di Milano di Maurizio Lupi per il centrodestra: ”Credo che la cosa più giusta e intelligente che sia stata fatta è che si inizi a parlare di questo problema, che si inizi a trovare un candidato. Credo che questa sia la cosa più importante, poi Lupi è una persona capace e per bene. Vedremo”. Un’apertura di credito, insomma, ma non totale.
Alla parziale apertura di Fontana fa seguito il silenzio, vigile, degli esponenti locali di Forza Italia e Lega. “Bisogna aspettare perché prematuro. Devono parlare prima gli altri big del partito”. Così una autorevole fonte della sezione milanese di Forza Italia. Anche dalle fila del Carroccio non emergono dichiarazioni in merito. Nel centrodestra prevale la tattica dell’attendismo e la logica dei “tavolini”: saranno i leader nazionali a bollinare la candidatura del sindaco della coalizione.
I riflettori si spostano poi sulla ipotetica candidatura di Maurizio Lupi a sindaco di Milano. “Sui giornali ho letto che ho indicato il futuro sindaco di Milano. Io non potrei e non vorrei essere quello che indica, non è nemmeno del mio partito”, puntualizza La Russa: “Ho espresso grande stima per Lupi ma so benissimo che ne discuteremo tutti insieme per avere il nome più opportuno. Il leader di Noi moderati è un politico adatto al ruolo ma come molti altri. Poi ci può essere anche qualcuno che venga dalla società civile che sarà valutato, quindi è un buon segnale, ma non è nulla che mi si può attribuire come indicazione sul sindaco”.
In assenza di dichiarazioni di supporto dagli alleati, sono i compagni di partito a spendersi per Lupi. “Senza dubbio, rappresenterebbe una grande ed efficace candidatura per rilanciare una città svilita da tredici anni di un’accozzaglia sinistra, che l’hanno fatta involvere”. Così la senatrice Michaela Biancofiore, presidente del gruppo Civici d’Italia, Nm, Udc, Maie. “Non solo l’ala centro moderata è un sostegno determinante all’esecutivo guidato da Giorgia Meloni ma può esprimere un candidato sindaco, come Lupi, che già da ministro ma anche da assessore nella giunta Albertini dimostrò di avere capacità, lungimiranza, esperienza e amore per la propria città che sono qualità imprescindibili per un primo cittadino. Quindi auspico – conclude – che tutto il centro destra converga su Lupi”.
Il diretto interessato fa melina con un classico della politica: “se serve ci sono, ma intanto vediamo”. Lupi si è limitato a raccogliere l’endorsement che La Russa gli ha fatto di persona, senza troppo cavalcarlo. “La Russa ha detto, attenzione, nessuno di noi può tirarsi indietro, non possiamo ripetere gli errori del passato. La Russa ci sprona a non arrivare in ritardo, di metterci in gioco e che ognuno faccia la sua parte. Noi moderati lo farà. Lo decideremo insieme, ma questa volta ci saremo e saremo in campo”.
Salvini l’aveva detto pochi mesi fa. «Prima scegliamo i sindaci delle grandi città come Milano, prima il centrodestra cresce a livello nazionale». Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, l’ha preso in parola o se si preferisce in contropiede. All’evento di presentazione di Noi moderati-Centro popolare che celebrava il ritorno nel centrodestra di Mariastella Gelmini, Mara Carfagna e Giusy Versace, La Russa ha invitato pubblicamente Maurizio Lupi a scendere in campo e a scaldarsi per il dopo Sala, consapevole che questa volta tocca a Fratelli d’Italia dare le carte per la scelta del candidato sindaco del centrodestra.
«Lupi, tu hai una grande responsabilità nel partito e a Milano — dice La Russa — Sala non può più fare il sindaco. Il terzo mandato non c’è». Avverte che la sinistra senza Sala sarà ancora peggio: «Quindi, caro Lupi tu che sei milanese hai una responsabilità anche in quel campo. Ne parleremo con calma, ma ne parleremo». La conclusione è ancora più illuminante: «A buon intenditore poche parole». Difficile che non sia frutto di un ragionamento con Giorgia Meloni.
L’annuncio arriva a sorpresa in una sala gremita. C’è un grande movimento centrifugo dopo la sfaldatura del Terzo polo, un potenziale capitale di consenso che fa gola sia a destra sia a sinistra. Sul palco oltre a Lupi, Gelmini, Carfagna e Versace, ci sono Michela Vittoria Brambilla e Alessandro Colucci. A moderare, il capo del politico del Corriere, Marco Ascione.
Si rafforza la «quarta gamba» del centrodestra con il ritorno delle «Azioniste» e il potenziamento dell’area moderata. «Senza quarta gamba si vacilla» dice La Russa. Proprio l’area moderata potrebbe essere la carta giocata dal centrodestra per riprendersi Milano. Nonostante manchino ancora due, se non tre anni al prossimo appuntamento per la scelta del sindaco, il centrodestra vuole evitare gli errori clamorosi della precedente tornata, quando dopo una corte spietata a Gabriele Albertini ci si ritrovò a saltellare da un candidato all’altro fino a che la scelta non cadde sull’incolpevole Luca Bernardo, sonoramente sconfitto da Sala.
Lupi, da navigatore esperto, rintuzza le avances di La Russa, consapevole che chi entra papa la maggior parte delle volte esce cardinale e, pur avendo tutte le carte in regola per riportare il centrodestra alla guida della città, si mostra oltremodo prudente. «La Russa ha detto, attenzione, nessuno di noi può tirarsi indietro, non possiamo ripetere gli errori del passato perché questa è la sfida delle sfide che arriva a poca distanza dalle Politiche e rappresenta il consolidamento della proposta di buongoverno del centrodestra.
La Russa ci sprona a non arrivare in ritardo, di metterci in gioco e che ognuno faccia la sua parte. Noi moderati lo farà. Lo decideremo insieme, ma questa volta ci saremo e saremo in campo».
Il nome è sul tavolo. Ora si attendono le reazioni. A partire da Salvini con cui non c’è mai stata corrispondenza d’amorosi sensi. Ma l’ex ragazzo di Baggio, come ama definirsi Lupi (quartiere popolare di Milano, ndr), ha la pelle dura, è stato uno degli «assessori intelligenti» nella prima squadra Albertini e non ha mai fatto mistero di ambire a quella poltrona e di averne le capacità.