«Onori al sottosegretario alla Giustizia, onorevole Andrea Delmastro Delle Vedove!», risuona l’ordine al picchetto d’onore nel piazzale antistante l’ingresso del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria a Roma, dove mercoledì 13 novembre il deputato di Fratelli d’Italia – che nel ministero di Carlo Nordio ha la delega al dipartimento delle carceri – passa in rassegna agenti armati di mitra del Gruppo Operativo Mobile in occasione della cerimonia di consegna della SsangYong Rexton Dream e-XDi220: la «nuova autovettura blindata con cellula detentiva, unica nel suo genere per garanzie di sicurezza del personale e del detenuto», che il Dap spiega di aver fatto realizzare per il trasporto di detenuti che si trovano in regime di 41-bis e di Alta Sicurezza. Un automezzo le cui dotazioni tecnologiche – scandite da una dirigente durante la cerimonia: «tre telecamere nell’abitacolo, chiusura della cellula detentiva automatizzata e temporizzata, blocca manette, blocca porte e blocca arma gestibili da consolle, geolocalizzazione continua con possibilità di trasmettere specifici alert alla centrale operativa, sistemi di videoregistrazione interna ed esterna, allarme perimetrale e impianto audio per comunicare con l’esterno del veicolo» – entusiasmano il sottosegretario Delmastro sino a farlo concludere: «Sarò forse anche infantile, un po’ fanciullesco, ma l’idea di vedere sfilare questo potente mezzo che dà prestigio, con il Gruppo Operativo Mobile sopra, l’idea di far sapere ai cittadini chi sta dietro a quel vetro oscurato, come noi incalziamo chi sta dietro quel vetro oscurato, come noi non lasciamo respirare chi sta dietro quel vetro oscurato, è sicuramente per il sottoscritto un’intima gioia, e credo che in una visione molto semplificata dell’esistenza sia una gioia per tutti i ragazzi che si affacciano alla vita e vogliono scegliere di servire lo Stato nella Polizia Penitenziaria come prima scelta».
Trentasei le autovetture acquistate: «Le prime 18, subito operative, a disposizione del Gom e dei Provveditorati regionali per le traduzioni a breve e medio raggio dei detenuti 41-bis e Alta Sicurezza – aggiunge il Dap -; le altre 18, senza la cellula detentiva, saranno consegnate entro la fine del 2025 per essere adibite al servizio scorta» con un risparmio fra il 30 e il 50% sui costi per l’acquisto iniziale e del 50% sulle spese di manutenzione».
«Il giorno in cui il sottosegretario Delmastro si vergognerà sarà comunque troppo tardi. Ma intanto che si dimetta. Subito», ha scritto su X Matteo Renzi, leader di Italia viva. «Sono parole vergognose, orribili, indegne di un uomo che dovrebbe rispettare la Costituzione e lo Stato di diritto». Alle parole di Renzi fa eco una nota firmata dai senatori di IV Enrico Borghi, capogruppo al Senato, e da Ivan Scalfarotto, capogruppo in Commissione Giustizia di palazzo Madama: «Le frasi pronunciate dal sottosegretario Delmastro sono indecenti, e incompatibili con la Costituzione su cui l’ineffabile meloniano ha giurato».
Viene chiesto a Giorgia Meloni, in Brasile per il G20, se pensa di dover almeno censurare il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro che ha confessato di provare «intima gioia nel vedere non respirare i detenuti. La domanda non le piace, e non fa nulla per mascherarlo, e la risposta è secca: «Ha detto che gode nel vedere non respirare la mafia, se questo vi scandalizza ne prendo atto». Lo difende, dando una lettura del tutto personale delle frasi di Delmastro. Tutti i partiti di opposizione, che hanno chiesto le dimissioni del sottosegretario, tra i più vicini alla premier, le camere penali, le associazioni dei detenuti che hanno definito «vergognoso e incivile» le parole del sottosegretario alla Giustizia che ha la delega proprio alle carceri. «Un sadico -la ha definito Matteo Renzi, ex premier e leader di Italia Viva – Ha detto una delle cose più disumane che si possano dire».